Giro d'Italia 2012: Questa Rosa ha troppe spine - La responsabilità spaventa big e squadroni
- GIRO D'ITALIA 2012
- Astana Pro Team 2012
- Colnago - CSF Inox 2012
- Garmin - Sharp 2012
- Katusha Team 2012
- Lampre - ISD 2012
- Liquigas - Cannondale 2012
- Movistar Team 2012
- Beñat Intxausti Elorriaga
- Damiano Cunego
- Daniel Moreno Fernández
- Domenico Pozzovivo
- Ivan Basso
- Joaquim Rodríguez Oliver
- Michele Scarponi
- Paolo Tiralongo
- Roman Kreuziger
- Ryder Hesjedal
- Uomini
dal nostro inviato
Sono tanti, nel giro di pochi secondi. 13 nei primi sessanta, 26 nei primi centoventi, 40 nei primi centottanta. All'ottava tappa, con una settimana di Giro alle spalle, l'incertezza regna sovrana.
Le motivazioni non sono da ascrivere soltanto a loro, figuriamoci (una cronometro, una cronometro a squadre, tante volate, due mezzi arrivi in quota), ma anche.
Di chi parliamo? Ma dei corridori di vertice del Giro d'Italia, ovviamente. Anzi, nei 40 atleti racchiusi dentro i tre minuti ci sono senz'altro corridori che sono lì soltanto per le motivazioni che andremo a cercare di capire insieme, e non perché nel frattempo siano diventati uomini da classifica (quantomeno non tutti, naturale che poi due o tre sorprese l'anno ci siano).
Ryder Hesjedal, la maglia rosa, è senz'altro un buon corridore. Piazzamenti nelle Ardenne, al Tour de France (6° nel 2010), ma oggi in uno dei pochi tratti duri della salita è andato in difficoltà. Allora perché non attaccarlo con convinzione? Perché restare in gruppo ad aspettare che a muoversi sia sempre qualcun altro?
Non c'è un vero favorito e lo sappiamo, ma lo sanno anche i corridori. Qualcuno però - naturalmente - è più favorito di altri: Ivan Basso e Michele Scarponi sono lì a fungere da vedette. Ma la Liquigas oggi ha soltanto controllato l'andatura in testa al gruppo, mentre la Lampre, dopo il lavoro di ieri, non si è praticamente mai vista in testa (anche perché Cunego ad un certo punto ha rischiato di saltare). La stessa Astana di Roman Kreuziger, tanto decantata ieri, dopo una rapida comparsata nelle posizioni di testa, si è fatta da parte ed ha lasciato agli altri team la responsabilità.
Già, la responsabilità. Questo sostantivo, anzi questo concetto, che spaventa molti. Tutti. Almeno finora.
Tornando a bomba sulla maglia rosa di Hesjedal, quando è andato in difficoltà nessuno ha accelerato veramente e gli hanno lasciato prender fiato per recuperare nel finale più dolce di salita e soprattutto nei 4 km di falsopiano che separavano il Gpm dal traguardo.
Mandare in difficoltà Hesjedal però implicava andarsi a prendere questa maledetta responsabilità. Non l'ha voluta l'Astana di Tiralongo e non l'ha voluta la Katusha di Joaquim Rodríguez (che pure ad un certo punto s'era schierata a folli velocità in testa al plotone), che erano senz'altro i corridori più vicini al canadese (15° il siciliano, 17" lo spagnolo), mentre da Basso (che pagava 40" stamattina) in giù era obiettivamente difficile aspettarsi qualcosa di sensibile.
Cos'avranno pensato dunque Martinelli e Piva alla guida delle loro ammiraglie (e dei loro atleti)? La risposta più logica sembra quella che sembra volgere al calendario delle prossime tappe: da Lago Laceno a Cervinia - prossima tappa di montagna - ci sono cinque tappe e controllare il drappello verso Frosinone, Assisi, Montecatini Terme, Sestri Levante e Cervere può sicuramente consumare molte energie.
In Astana avran pensato che valeva la pena far vestire di rosa Tiralongo? In Katusha avran considerato che il solo Daniel Moreno (che oggi si è staccato) a dare una mano a JRO in salita è insufficiente a vestire già l'effigie del primato?
Considerazioni legittime, per carità, anche perché intanto perché col 3° posto di oggi Rodríguez è andato comunque a prendersi altri 8" d'abbuono ed ha scavalcato lo stesso Tiralongo al 2° posto della classifica generale (a 9" da Hesjedal) ed ora - togliendo per un attimo il canadese da lassù - "guida" con 31" su Basso, 39" su Schleck e 45" su Scarponi la classifica dei big e può dirsi comunque più che soddisfatto, visto che alcune tappe già passate (cronometro e cronosquadre su tutte) potevano vederlo in seria difficoltà a questo punto del Giro.
Però attenzione a non sottovalutare i due corridori che oggi sono riusciti a fare la differenza in salita. Certo, non erano marcati dalle squadre dei big perché stamattina uno (Intxausti) aveva 51" ed è praticamente sconosciuto a tanti (anche se l'anno scorso è giunto 4° nei Paesi Baschi e 5° in Romandia), e l'altro (Pozzovivo) aveva 1'42".
Però adesso lo spagnolo è salito al 5° posto (a 35"), appaiando Kreuziger, mentre Pozzovivo chiude l'elenco dei 13 atleti sotto il minuto (è a 55").
Il corridore della Movistar è un classe '86 ed è praticamente al primo grande giro che corre "libero" da compiti di apprendistato e/o gregariato, mentre il lucano della Colnago è un regolarista che nel 2008 chiuse 9° in classifica generale e che solitamente nella terza settimana migliora, anche perché è uno scalatore puro e troverà tanto terreno adatto alle sue caratteristiche da sabato prossimo.
Sapranno, i cosidetti "big" e i loro cosidetti "squadroni", a contenere l'entusiasmo e la fame di questi due (o di altri) outsider?