Giro d'Italia 2012: La domenica di Domenico - Finalmente Pozzovivo! Il lucano vince a Lago Laceno. Hesjedal resiste in rosa
- GIRO D'ITALIA 2012
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- Liquigas - Cannondale 2012
- Movistar Team 2012
- Andrey Amador Bikkazakova
- Beñat Intxausti Elorriaga
- Damiano Cunego
- Domenico Pozzovivo
- Ivan Basso
- Joaquim Rodríguez Oliver
- Julien Bérard
- Michele Scarponi
- Miguel Mínguez Ayala
- Peter Stetina
- Ryder Hesjedal
- Sylwester Szmyd
- Tomasz Marczynski
- Uomini
dal nostro inviato
Sarebbe stato certo grave se uno come Domenico Pozzovivo, da anni atteso come un protagonista da Giro, fosse arrivato a 30 anni senza vincere una tappa nella corsa rosa. Eppure era il rischio che correva il lucano, che a novembre festeggia il fatidico compleanno, e che solo oggi è riuscito a far suo un successo parziale nella più importante gara cui annualmente partecipa (non è mai stato al Tour).
A Lago Laceno, sull'arrivo più a sud del Giro 2012, davanti agli occhi di parecchi suoi tifosi giunti dalla vicina Basilicata, Pozzovivo ha finalmente ottenuto il successo più importante in carriera, ma oseremmo dire che questo è quasi il meno, visto che con l'assolo sulla salita di Colle Molella (quella che portava a 4 km dall'arrivo), Domenico si propone come uno dei pretendenti alla maglia rosa (bum!). Sembra quasi un'iperbole, ma in realtà quant'è che diciamo che se Pozzovivo supera indenne la prima fase del Giro e riesce a non cadere e a non incappare in buchi e problemi vari, diventa uno dei favoriti, in presenza di percorsi montagnosi?
Ebbene, quello di quest'anno è proprio un percorso montagnoso (aspettiamo qualche giorno e ce ne renderemo conto in maniera lampante). È lecito quindi aspettarsi che il corridore della Colnago sia a lottare per il successo finale, ed è al contempo comprensibile che intorno al lucano si stia svegliando un notevole entusiasmo.
Nella settima tappa del Giro non è che sia successo, in realtà, chissà cosa. La fuga da lontano la si metteva in conto, e c'è stata, con Amador e Marczynski in azione dal km 14 al 210 (sui 229 totali), e con Mínguez e Bérard che si sono aggiunti all'azione al km 19, staccandosi a 65 km dalla fine. Il quartetto ha avuto fino a 11'10" di vantaggio massimo (misurato al Valico di Macerone dopo 65 km di tappa), dopodiché il lavoro della Garmin e (con l'avvicinarsi del finale) proprio della Colnago ha portato all'annullamento della fuga.
Con Stetina, maglia bianca e compagno della rosa Hesjedal, alle prese con una foratura e una caduta ai -20, e con la doverosa menzione della protesta degli operai della Irisbus che rischiano il posto di lavoro (e hanno minacciato di bloccare il passaggio della corsa), esauriamo la cronaca relativa alla fase che precedeva il Colle Molella, sul quale abbiamo ritrovato in gruppo la Liquigas a tirare (con Szmyd su tutti), impostando un ritmo buono ma non doloroso (visto che nessuno degli uomini di classifica si è staccato).
Ci si è dovuto mettere proprio Pozzovivo per dare una svolta alla tappa: a poco meno di 7 km dal traguardo, sul punto più duro della salita, il lucano è partito secco, e ha fatto veramente il vuoto (per quanto fosse possibile farlo in pochi chilometri di scalata). Domenico ha scollinato al Gpm con 45" sul gruppo dei migliori, un'enormità se consideriamo che tale margine è stato scavato in appena 3 km; alle sue spalle, nel frattempo, si era isolato Beñat Intxausti, spagnolo che - secondo quanto ci si attendeva da lui - sta prendendo maggiore confidenza con le zone alte della classifica.
L'inseguimento di Intxausti a Pozzovivo non è stato coronato dal successo: 25" al Gpm tra i due, 23 al traguardo: in pratica i due sono andati alla stessa velocità in quei 4 km finali. Chi ha recuperato qualcosa è stato il gruppo, che ha pagato alla fine 27", e che soprattutto non ha perso praticamente nessuno dei principali uomini di classifica. Hesjedal, proprio la maglia rosa, ha mostrato a più riprese di essere al gancio (e la stessa cosa la possiamo dire per Cunego), ma con grande mestiere è riuscito a rimanere agganciato ai migliori, approfittando certo della brevità del tratto veramente duro.
Ora il canadese ha qualche tappa in cui rimettersi in forze prima del prossimo vero arrivo in quota, a Cervinia sabato prossimo. Anche se il capitano della Garmin dovrà anche guardarsi dall'assalto di un Joaquim Rodríguez che conferma di essere molto pimpante, e che oggi ha vinto la volata del gruppo incamerando altri 8" di abbuono e avvicinando ulteriormente la vetta della classifica: ora il catalano è secondo, a soli 9" dalla rosa, quindi la prospettiva che sul muro di Assisi (che sembra fatto apposta per JRO e che offrirà abbuoni ai primi tre dell'ordine d'arrivo) ci sia un cambio di leadership, non è per nulla campata in aria.
Per il resto, non val la pena spendere troppe righe per una situazione di vertice che vede poche sostanziali variazioni e defezioni, e che rimanda ulteriormente la vera lotta tra i big. Certo, il fatto che Pozzovivo sia ora 13esimo, e che abbia recuperato il tempo perso nella cronometro di Herning, ha una certa valenza, di cui valuteremo bene il peso alla prossima occasione valida (Cervinia, ripetiamo): ma di sicuro, non dovendo recuperare vagonate di minuti, il lucano non avrà la necessità di mettere in cantiere azioni kamikaze. Lotterà insomma alla pari coi Basso e con gli Scarponi. Già questa, a ben pensarci, è una notevole novità.