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Giro d'Italia 2012: Treni fuori orari e caotiche volate - Una tendenza ormai chiara | Cicloweb

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Giro d'Italia 2012: Treni fuori orari e caotiche volate - Una tendenza ormai chiara

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Sono in tanti sul rettilineo finale di Horsens, anche Mark Cavendish e la maglia rosa Taylor Phinney  © Bettiniphoto

Herning e Horsens sono distanti tra loro solo poche decine di chilometri, ma se prendiamo in esame le volate delle prime due tappe in linea di questo Giro d'Italia, le cittadine danesi sembrano lontane anni luce una dall'altra: ieri l'ultima curva era a soli 400 metri dall'arrivo e il rettilineo era in leggera salita, oggi invece il finale era praticamente tutto dritto con solo una curva abbastanza ampia a 1600 metri dal traguardo. Proprio queste differenze tecniche ci permettono di fare un primo bilancio sui rapporti di forza tra le squadre e tra i corridori, andando anche ad analizzare quelli che sono stati i punti in comune tra Herning e Horsens.

La prima cosa che è balzata all'occhio in questi arrivi di tappa è che attualmente non sembra esserci un treno in grado di prendere in mano le operazioni negli ultimi chilometri e scortare il suo velocista fino al rettilineo finale, almeno in queste corse in cui il livello è veramente alto: fino all'anno scorso c'era la HTC Highroad che fungeva da punto di riferimento anche per gli avversari che, forse, non si sono neanche curati più di tanto di organizzare una vera alternativa affidabile.

Adesso che quel puntualissimo treno della HTC è stato smantellato si sta venendo a creare una situazione in cui tutti ci provano ma nessuno riesce a prevalere su tutti gli altri: Sky e GreenEDGE sono forse le squadre con il potenziale maggiore ma entrambe hanno bisogno di un po' più di esperienza per far girare al meglio gli ingranaggi; la Rabobank ha alcuni uomini validi ma non una formazione dedicata interamente alle volate; la Garmin è un'altra in grado di far bene ma forse sta iniziando a perdere un po' di fiducia nel suo sprinter, Farrar, che sembra sempre meno brillante. In questa situazione molte formazioni vedono aprirsi buone occasioni e quindi anche loro provano a buttarsi nella mischia, come ad esempio Saxo Bank e FDJ.

La conseguenza di tutto questo da una parte è sicuramente una maggior incertezza nell'esito delle volate, dall'altra parte però c'è un netto aumento della confusione nelle ultime centinaia di metri tra spallate, sbandate e cadute. Ieri all'ultima curva un contatto tra Bos e Bonnet ha buttato a terra diversi corridori, oggi invece è stata una manovra troppo azzardata di Ferrari a fare strike a 125 metri dalla conclusione: forse con il passare delle tappe e l'arrivo delle salite dovrebbe aumentare un po' la stanchezza media del gruppo e probabilmente per le grandi squadre sarà più facile riuscire a mettere tutti in fila sotto al triangolo rosso.

Per quanto riguarda i corridori singoli invece il discorso è molto più semplice: il più forte è Mark Cavendish ed in una volata lineare nessuno sembra essere in grado di contrastarlo. Con il rientro in Italia ci saranno altre tappe da velocisti ma in alcune occasioni ci sarà qualche breve salitella più vicino al traguardo: si tratterà di strappi o poco più ma basteranno comunque a rendere le frazioni altimetricamente più interessanti rispetto a quelle danesi; in quelle tappe sarà interessante vedere come si comporterà il Campione del Mondo, anche in ottica Londra dove il tracciato sarà semplice ma non un tavolo da biliardo come in Danimarca. L'alternativa più credibile al britannico è l'australiano Matthew Goss della Orica-GreenEDGE: ieri 2° a Horsens, oggi bravo ad approfittare dei problemi di Cavendish per conquistare la prima vittoria stagionale dopo cinque secondi posti consecutivi. Continua invece la crisi la Farrar che riesce a trovare spesso la posizione giusta ma che non sembra più in grado di cambiare passo negli ultimi 250 metri; Theo Bos non l'abbiamo potuto vedere all'opera mentre nei prossimi arrivi andrà seguito attentamente Arnaud Démare, oggi protagonista di una bella rimonta nonostante abbia dovuto evitare la caduta di Cavendish.

Per quanto riguarda le ruote veloci italiane, invece, non possiamo certo dire che queste prime due tappe siano andate come si sperava. Nonostante la brutta manovra di oggi il più in forma sembra essere proprio Roberto Ferrari, già quinto a Herning e con buone possibilità di salire sul podio oggi prima che si innescasse la brutta carambola che ha portato al declassamento del bresciano dell'Androni. Bennati ha portato a casa un ottavo posto ieri ma l'aretino aspetta tappe un po' più impegnative, con qualche salita in grado di affaticare le gambe degli sprinter puri. Oggi invece s'è visto nelle prime posizioni Andrea Guardini, piazzatosi 10°, dopo essersi trovato in scia di Cavendish e Démare al momento della caduta del britannico: ha 22 anni ed è al suo primo Giro d'Italia e di sicuro arrivi così caotici non sono il massimo per uno che deve ancora fare tanta esperienza. Non pervenuti per ora Francesco Chicchi e Sacha Modolo: il toscano aveva due occasioni ghiottissime per quelle che sono le sue caratteristiche, l'uomo della Colnago invece deve prendere ancora un po' più di confidenza in questo tipo di arrivi in cui c'è da sgomitare parecchio. Per tutti l'occasione di rifarsi sarà giovedì a Fano, traguardo della quinta tappa.

Sebastiano Cipriani

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