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Giro d'Italia 2012: Se Basso fa il pesce in barile - E intanto il dualismo in casa Lampre può far danni | Cicloweb

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Giro d'Italia 2012: Se Basso fa il pesce in barile - E intanto il dualismo in casa Lampre può far danni

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Ivan Basso impegnato nella crono iniziale del Giro © Bettiniphotodal nostro inviato

Di Phinney e dei giovanotti di pista e di cronometro abbiamo detto. Il discorso uomini di classifica lo affrontiamo qui, con calma e gesso e nel dettaglio.

Che Roman Kreuziger fosse uno dei più forti ai nastri di partenza di questo Giro, lo si sapeva, e ciò era confermato anche dal clamoroso trend dell'Astana, che se è riuscita a vincere un'Amstel e una Liegi con Gasparotto e Iglinskiy, potrà ben vincere un Giro col ceco, che da anni è un predestinato per le grandi gare a tappe, e che è ancora abbastanza giovane da poterne conquistare diverse, se pure questa dovesse sfuggirgli (ma ci sbilanciamo e diciamo che a podio lo vediamo abbastanza convintamente).

Roman ha chiuso la cronometro al 28esimo posto, a 36" da Phinney, e primo tra i top rider presenti al via del Giro. Certo, bisogna dire che Pinotti gli dà 12", che Hesjedal gliene dà 7 e che Dario Cataldo lo precede a sua volta di 5". Ma i tre testè citati non sono - almeno sulla carta - uomini da podio, anche se in top-10 ci starebbero abbastanza bene (e per Cataldo il risultato sarebbe decisamente buono). Quel che più conta è chi Kreuziger si lascia alle spalle.

Il primo tra i big a inseguire il capitano dell'Astana è Ivan Basso, e non l'avresti detto anche solo una settimana fa, se è vero che il varesino aveva sapientemente fatto trapelare indiscrezioni su uno stato di forma talmente scadente da mettere in discussione addirittura la partecipazione stessa alla corsa rosa. Ora, va bene che tutto può essere, ma Basso, pur tra una caduta e un accidente, non aveva dato l'impressione di essere proprio alla canna del gas. Pretattica? Può essere, anzi, probabilmente è così, visto che l'alternativa è pensare che Ivan se la facesse sotto. No, meglio optare per l'ipotesi "pesce in barile".

Poi, che tale pretattica servisse a qualcosa, questo è tutto da dimostrare, visto che la cronometro con cui si iniziava era messa lì apposta per darci una prima risposta sullo stato dell'arte. E Basso, a soli 3" da Kreuziger, dimostra di avere già una bella brillantezza, che strada facendo si potrà tramutare in una forma strepitosa. Ecco qui, il sospetto ce l'avevamo, ora arriva una prima conferma: Ivan è il favorito numero uno di questo Giro.

Procedendo a scorrere l'elenco dei protagonisti per la generale, i due nomi che vengono dopo il capitano della Liquigas quasi ci fanno sobbalzare, visto che sono quelli di Joaquim Rodríguez e Domenico Pozzovivo, ovvero due che a cronometro sono solitamente delle tremende tartarughe. Il catalano paga solo 4" a Ivan (e 7" a Roman), il lucano è a 19" dal ceco, ma visti i precedenti siamo quasi sconvolti da tale prestazione. Dev'essere vero quel che si sente dire in giro, e cioè che se Pozzovivo sbaglia pure questa volta la corsa rosa (dopo aver buttato alle ortiche un paio di edizioni che gli erano particolarmente adatte, dal punto di vista del percorso), cambia aria (o ammontare dello stipendio, chissà).

Tra i due, in ogni caso, è bene anche citare Rigoberto Urán, che magari non andrà neanche a podio, ma chissà: i margini che ha sono buoni, intanto porta a casa una discreta crono, chiusa a 10" da Kreuziger, e soprattutto con 17" sul suo rampante compagno di scuderia Henao, che qualcuno vede come un possibile sorpresone di fine maggio.

Fränk Schleck non è - lui pure come JRO e Pozzovivo - un drago della cronometro, in più si è ritrovato catapultato in Danimarca quando meno se l'aspettava (ovvero in concomitanza con un Giro d'Italia, corsa che lui finora non ha mai considerato più di tanto), quindi è anche comprensibile qualche titubanza. Per il lussemburghese 108° posto nell'ordine d'arrivo, a 23" da Kreuziger e 20" da Basso (di cui fu gregario l'ultima volta che si fece vedere alla corsa rosa, nel 2005), ma magari col prosieguo dei capitoli il suo romanzo diventerà un po' più rosa. Vedremo.

Così come vedremo dove si andrà a parare in casa Lampre, con questo dualismo Scarponi-Cunego tutto da decifrare. I fatti: Michelino doveva partire coi gradi di capitano assoluto del team blu-fucsia, dopodiché si è ritrovato tra i piedi un inatteso Cunego (che in origine era destinato al Tour). Che il marchigiano sia risultato infastidito dalla cosa, è fatto assodato (Stortoni, compagno di squadra dei due e amico in particolare di Michele, ha ammesso quanto il suo collega non abbia fatto salti di gioia - tutt'altro! - alla notizia che anche Damiano sarebbe stato della partita).

La squadra rischia un po', perché se è vero che, come dice Damiani e come ripete Saronni, la compresenza di due corridori importanti può anche dare buoni frutti, bisogna fare i conti con la tenuta psicologica del capitano designato, il quale potrebbe patire l'idea di non essere l'unico re di questo castello. E quale miglior riscontro, per misurare la "testa" di un corridore, che una cronometro, ovvero una prova in cui si è soli con (contro) se stessi? Ebbene, tale riscontro è del tutto negativo, oggi, per Scarponi, appena 135esimo di tappa (solo Rujano, tra i big, ha fatto peggio, 142esimo con un secondo in più di ritardo), a 30" da Kreuziger e preceduto (di 3") anche dallo stesso Cunego.

Non è che questa cosa rappresenti una catastrofe, come si vede i distacchi sono molto contenuti e tre secondi in più o in meno non significano assolutamente nulla, dopo un giorno di Giro. Però è inevitabile che ovunque si parli di questo fatto, e hanno voglia, in Lampre, a dire che il dualismo non esiste: se non nei fatti, almeno a livello di concetto tale dualismo è già ben presente, in filigrana, nella storia di questo Giro. Quanto possa essere determinante, o quanto possa essere superato di slancio dallo sviluppo degli eventi, lo scopriremo - con interesse - nei prossimi giorni. Senza trascurare l'idea che proprio il Cunego rinato di questo scorcio di carriera possa risolvere, come fece nel 2004, la bega.

Marco Grassi

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