Tour of Turkey 2012: Assolo Di Corrado, la vittoria è servita - Andrea va in fuga e coglie la prima vittoria da pro'
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dal nostro inviato
Arriva finalmente una fuga in Turchia e porta in dono per i colori azzurri una bella vittoria: a firmarla il neoprofessionista della Colnago CSF Inox Andrea Di Corrado autore di un bel numero a 10 km dall'arrivo di Turgutreis che gli ha permesso di anticipare i 5 compagni di una lunga fuga.
Per il 23enne corridore bergamasco una vittoria pienamente meritata. Dopo il gran lavoro svolto nei giorni scorsi per i capitani Battaglin e Modolo oggi il corridore diretto da Rossato, che l'anno scorso aveva assaggiato il mondo dei pro' grazie a uno stage alla UnitedHealthcare, ha avuto una giornata di libertà che ha saputo trasformare in un giorno di gloria.
Di Corrado è andato in fuga subito dopo la prima salita in compagnia di Gruzdev, Jorgensen, Cousin, Duret e Balloni. I sei atleti guadagnano subito più di due minuti e si ritrovano ad avere anche 14 minuti a metà corsa. A tirare dietro, oltre alla squadra del leader e all'altra squadra turca, la Salcano, anche Caja Rural, Accent Jobs e Utensilnord. Gli spagnoli per mantenere la terza piazza di Petrov (Duret è infatti 24° nella generale a 5'17") mentre la squadra belga e quella di Bordonali per punizione visto che non sono riuscite a piazzare nessuno nella fuga buona.
L'enorme vantaggio accumulato inizia comunque a calare: 13'00" a 80 km dal traguardo, 12'45" ai -70. Al ritmo di un minuto ogni 10 km e poi di un minuto ogni 5 km il gruppo si avvicina minacciosamente. L'Argos-Shimano di Kittel da una mano ai ragazzi di Bordonali e l'esito della corsa rimane incerto. Così a 20 km dal traguardo i sei fuggitivi mantengono poco più di 4 minuti con Duret che perde la leadership virtuale. A quel punto, sulla falsa riga del finale di ieri, Gabrovski ha dovuto rintuzzare solo qualche timido attacco di Bardet. Per il bulgaro si avvicina così il giorno del trionfo a Istanbul: solo la tappa di domani (la Bodrum-Kusadasi di 179 km) potrebbe creargli qualche grattacapo.
La vera lotta davanti è iniziata ai -15 dal traguardo, quando il gruppetto doveva gestire ancora 3'20" di margine. Scatta infatti Jorgensen, subito seguito da Di Corrado e Duret. I sei si raggruppano di nuovo in un momento cruciale: il vantaggio è difatti già sceso a 2'30" e i fuggitivi cominciano a guardarsi in cagnesco. Per fortuna da dietro le squadre dei velocisti più attesi, Rabobank e GreenEDGE, non si muovono. Balloni capisce che forse è il momento buono e scatta portandosi dietro Cousin. A un certo punto i due sembrano poter filare via senza problemi per giocarsi la vittoria ma è a allora che Di Corrado compie il suo piccolo capolavoro: trascina il resto dello stanco gruppetto sui primi proprio all'inizio dello strappo posto ai -10 e va via in solitudine lasciando subito intendere che Turgutreis sarebbe stato lui ad alzare le braccia al cielo.
Una bella favola quella del bergamasco maturato nei dilettanti tra le fila del Team Colpack, favola iniziata stanotte quando ha sognato il nonno al quale era molto legato e che è venuto a mancare lo scorso febbraio: «Ringrazio la mia famiglia e tutta la Colnago - ha detto Andrea in conferenza stampa - che mi ha permesso di passare pro'. Ho lavorato tantissimo in questi giorni e oggi mi sono giocato la mia opportunità al meglio: avevo pensato di attaccare ai -10 dove era posto lo strappetto ed è andato tutto alla perfezione. Spero adesso di guadagnarmi la convocazione per il Giro d'Italia dove potrei aiutare Pozzovivo e Modolo. Siamo una squadra piccola e giovane e nel cogliere vittorie come la mia si prova una grande soddisfazione».
L'atleta classe '88 tiene però i piedi per terra: «Il mio obiettivo - ha spiegato il fresco vincitore - è al momento quello di fare una buona carriera da gregario. Il mio ideale di corridore è Marco Pinotti, ragazzo splendido e grande faticatore col quale mi alleno spesso».
Più che a Pinotti, qualcuno lo ha però scherzosamente paragonato a Oscar Freire, ma solo per la sua sbadataggine: Andrea sta infatti ancora cercando dal suo arrivo in Turchia il mazzo di chiavi della macchina lasciata nel parcheggio dell'aeroporto di Bologna. Una vittoria al Giro di Turchia non basta per poter cambiare macchina ma è un buon inizio per cominciare a sognare. E i sogni che fa Andrea Di Corrado portano sempre a qualcosa di buono.