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Tour of Turkey 2012: JumBos jet mette le Alanya - L'olandese su Goss, Colli e Petacchi a seguire

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Theo Bos batte in volata Matthew Goss ad Alanya © Ufficio Stampa della corsa

dal nostro inviato

Theo Bos riparte dalla Turchia in un modo decisamente migliore da come l'aveva lasciata tre anni fa. Era il 2009 e in molti ricorderanno l'ultima tappa di quella edizione del Giro per la caduta provocata dal corridore olandese che aveva fatto fuori il leader Impey con una mossa da kamikaze. Il rettilineo d'arrivo era uguale a quello di oggi ma stavolta Bos, invece di trovarsi nella pancia del gruppo ai -2 km, si è fatto ben pilotare dai suoi uomini che hanno fatto deragliare i treni della GreenEDGE e dell'Omega Pharma-QuickStep e messo nelle migliori condizioni il loro velocista.

Il testa a testa Bos-Goss a quel punto è stato entusiasmante e ha premiato d'un soffio l'olandese venuto in Turchia per preparare le volate del Giro d'Italia. Dire che a questo punto il tulipano cresciuto in pista sarà un brutto cliente per tutti gli sprinter della corsa rosa è superfluo. Le volate, già dall'anno scorso, sono infatti un affare serio in Turchia, vincerle è segno di buonissima condizione e nulla importa se una caduta nel penultimo chilometro ha spezzato il gruppo e reso più facile il compito a chi si trovava davanti.

Nel giorno del trionfo di Bos ad Alanya non poteva per ironia della sorte mancare infatti una caduta giusto nel senso opposto rispetto a dove nel 2009 era successo il già citato patatrac. A farne le spese per una sbandata provocata dal restringimento della carreggiata tutti quei velocisti che si trovavano intorno alla ventesima posizione, a partire dall'atteso duo teutonico Greipel-Kittel fino ai nostri Guardini e Modolo che avevano messo alla frusta i loro uomini per riprendere la fuga del mattino composta da Hegevary, Routley, Timmer, Belkov, Kasa, Ramirez, Robert e Kuriek. 

Oltre ai primi due arrivati, tra i nomi caldi per aggiudicarsi tappa e maglia, davanti sono rimasti Petacchi e Chicchi ma sul gradino più basso del podio è finito meritatamente Daniele Colli, abile a battezzare la ruota di Goss e a non mollarla fino all'arrivo. Il milanese ha anche provato a scavalcare l'aussie che con un pizzico della sua maggiore esperienza ha chiuso il corridore del Team Type 1 che ha così collezionato l'ennesimo piazzamento di questo comunque bell'avvio di 2012. 

Per Petacchi e Chicchi un quarto e un sesto posto che valgono poco ma che sicuramente daranno una grande spinta alle loro ambizioni in vista delle prossime tappe. Dallo sprint di oggi, qualora non si fosse capito, emerge ancora di più un dato importante: vista la grande concorrenza, avere un buon treno risulta fondamentale per esprimere ognuno la propria volata. E infatti la caduta di oggi l'hanno evitata le squadre più forti nel condurre negli ultimi chilometri i propri sprinter sul filo dei 60 km/h: Rabobank, GreenEdge e Omega Pharma. 

Per Guardini è stata fatale la scelta della ruota da seguire. Il veronese, molto atteso e motivato in questa corsa da lui particolarmente amata dopo la doppietta del 2011, si è trovato alla ruota di Kittel ai -3 km. «Ho deciso di seguire il tedesco trovandomi sulla sua ruota - ha commentato il finale Guardini - ma Kittel stazionava attorno alla trentesima posizione in un momento delicato per l'esito dello sprint. La caduta ha poi fatto il resto, ma in fin dei conti meglio restare in piedi e puntare ai prossimi traguardi». 

Prossimi traguardi che Bos potrebbe cedere al suo compagno Renshaw: «Mark avrà le sue chance in futuro - ha detto in conferenza stampa il primo leader della corsa - e merita di potersi giocare le sue carte anche per il gran lavoro che ha fatto oggi. Lui e Brown davanti a me nel finale, due che hanno in passato fatto registrare il record del mondo nell'inseguimento, mi hanno dato una grande sicurezza».

Già da domani la prima rivincita ad Antalya. E dopo l'esito della volata di oggi c'è da scommettere che il finale potrà essere ancora più affollato e convulso. Ma questo è lo spirito delle volate, e la volata è l'anima del Tour of Turkey.

Marco Fiorilla

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