Liegi-Bastogne-Liegi 2012: Astana perfetta o fortunata? - Le pagelle: che bravo Rolland!
- LIÈGE - BASTOGNE - LIÈGE 2012
- Astana Pro Team 2012
- RadioShack - Nissan 2012
- Alejandro Valverde Belmonte
- Alessandro Bazzana
- Andy Schleck
- Damiano Cunego
- Daniel Martin
- Dario Cataldo
- Enrico Gasparotto
- Fränk Schleck
- Joaquim Rodríguez Oliver
- Maxim Iglinskiy
- Michele Scarponi
- Philippe Gilbert
- Pierre Rolland
- Rinaldo Nocentini
- Samuel Sánchez González
- Vincenzo Nibali
- Uomini
Maxim Iglinskiy - 9
A 31 anni il corridore kazako è riuscito molto probabilmente a trovare il momento di forma migliore di tutta la sua carriera proprio in corrispondenza di questo trittico delle Ardenne: dopo le prestazioni convincenti ad Amstel e Freccia (e non dimentichiamoci del 2° posto alla Strade Bianche), forse, ha cominciato a credere lui stesso di poter puntare in alto e oggi ha sfoderato una prestazione superba. Iglinskiy ha corso con grande astuzia riuscendo a muoversi sempre con la giusta tempistica: nel momento in cui ha ripreso Nibali è stato bravo a capire che il siciliano era in difficoltà e che non bisognava dargli la possibilità di tirare il fiato; un vincitore a sorpresa quindi ma assolutamente con pieno merito.
Vincenzo Nibali - 8.5
Tutti avevano battezzato la Côte de La Roche aux Faucons come il punto probabilmente decisivo della corsa e per questo motivo l'azione di Nibali è ancor più da elogiare: praticamente tutti volevano giocare lì le loro carte migliori ma solo il corridore della Liquigas è riuscito a fare il vuoto alle sue spalle. Nella sua fuga lo Squalo dello Stretto ci ha fatto esaltare ancora una volta ma purtroppo, come al Lombardia dell'anno scorso ed in diverse altre occasioni, la benzina in corpo non gli è bastata per arrivare fino al traguardo davanti a tutti: il caso rischia di diventare un po' patologico ma nonostante tutto Nibali continua a mostrare un grandissimo carattere e di essere un corridore che non ha mai paura di attaccare. Tolto lui oggi davvero in pochi hanno fatto qualcosa per provare a vincere.
Enrico Gasparotto - 8
Dopo la vittoria all'Amstel Gold Race il friulano dell'Astana continua ad essere protagonista nelle classiche andandosi a prendere un grandissimo terzo posto regolando allo sprint un gruppo ristretto. Dopo l'Amstel in molti lo aspettavano al varco perché volevano capire se quella prestazione sarebbe rimasta un fatto isolato o se Enrico si stava rendendo protagonista di un vero salto di qualità: l'aver dato continuità ai suoi risultati è stata la risposta più importante e adesso non sembra fantaciclismo ipotizzare una sua convocazione per il Mondiale di Valkenburg con un ruolo di primaria importanza.
Joaquím Rodríguez - 6.5
Alla Liegi un muro con le pendenze di Huy non c'è e questo basta già a renderla una corsa meno adatta alle caratteristiche dello scalatore catalano: il 15° posto finale è senza dubbio piuttosto deludente in sé ma Rodríguez almeno ha provato a mettersi all'inseguimento di Vincenzo Nibali senza volersi accontentare di un piazzamento. Con il distacco a poco più di venti secondi se Iglinskiy gli avesse dato qualche cambio in più forse sarebbe potuto anche salire sul podio anche se le gambe non giravano come quelle del kazako.
Philippe Gilbert - 4
La progressione di risultati che lo ha portato dal 12° posto della Freccia del Brabante, al 6° dell'Amstel ed infine al 3° della Freccia Vallone ci aveva fatto pensare che oggi avremmo potuto vedere, per la prima volta di tutto il 2012, il Philippe Gilbert devastante dell'anno scorso ma purtroppo così non è stato. Il percorso molto più esigenze rispetto alle ultime corse ha palesato un Gilbert ancora in grande difficoltà e, dopo aver tentato di seguire sulla Roche aux Faucons, si è progressivamente spento fino al Saint-Nicolas, strappo sul quale ha perso le ruote del primo gruppetto. È arrivato da solo, 16° a 1'27" da Iglinskiy e la prima parte di stagione va così in archivio senza una minima gioia: per sua fortuna da fine giugno in poi di grandi appuntamenti che lo possono vedere protagonista ce ne sono parecchi.
Astana - 7.5
Ha vinto la corsa ed è riuscita a piazzare anche un secondo uomo sul podio, sul terzo gradino, ed era difficile aspettarsi di più alla vigilia, si sfiora quasi la perfezione: eppure per lunghi tratti di gara la condotta degli uomini Astana non è stata molto chiara e l'impressione è che sembrava corressero più per un piazzamento che non per provare a vincere la corsa. Alla fine però hanno avuto ragione loro ma sono stati anche piuttosto fortunati perché hanno trovato Joaquím Rodríguez molto generoso (forse troppo visto che nell'inseguimento Iglinskiy non gli ha dato quasi mai un cambio) e soprattutto perché Nibali è andato in crisi nel finale. Per loro comunque si chiude una campagna indimenticabile sulle Ardenne con Iglinskiy, Gasparotto, Kiserlovski e soci che non hanno fatto rimpiangere l'assenza di Vinokourov.
Pierre Rolland - 8
I problemi di inizio stagione sembrano ormai un lontano ricordo per il giovane francese della Europcar: al Giro del Trentino si è preparato bene, riuscendo anche a non dare tutto per essere più fresco e brillante oggi. Il risultato s'è visto e oggi Rolland era uno dei corridori più forti del gruppo: a circa 80 chilometri dalla conclusione è partito al contrattacco assieme a Le Lay e Kiryienka e s'è riportato suo fuggitivi della prima ora; da lì in poi ha sempre imposto in gran ritmo sulla côtes e quando è stato ripreso dal gruppo dei migliori ha continuato a fare il suo provando anche l'allungo in un paio di occasioni. Alla fine è riuscito ancora a terminare in 12a posizione. In casa Europcar molto bene anche Thomas Voeckler, danneggiato da un problema meccanico sulla Redoute, che è stato battuto solo da Gasparotto nello sprint che valeva il podio.
Samuel Sánchez - 6.5
Come all'Amstel anche oggi la sua corsa non ha brillato per fortuna visto che prima nel tratto di trasferimento ha perso una spalla preziosa come Antón, poi sullo Stockeu ha rotto il cambio ed è stato di nuovo costretto ad un lungo inseguimento. E proprio come all'Amstel anche oggi è arrivato un settimo posto che testimonia la buona condizione ma lascia diversi rimpianti per come è andata la gara. Rispetto a quelli che sembravano i suoi programmi almeno ha fatto bene a schierarsi al via ma a questo punto tanto valeva restare al nord e correre anche la Freccia piuttosto che fare avanti e indietro con la Spagna.
Michele Scarponi - 7
Vederlo sempre indietro e staccato al Giro del Trentino aveva fatto scattare qualche piccolo campanello d'allarme per i suoi tifosi ma la performance odierna ha decisamente riportato in alto il morale in vista del Giro d'Italia: evidentemente in Trentino il marchigiano della Lampre si era soprattutto allenato senza sforzarsi troppo e qui in Belgio è tornato a mostrare una pedalata piuttosto brillante anche se non è riuscito a seguire Nibali sulla Roche aux Faucons. Scarponi è comunque riuscito a resta nel gruppetto che si è giocato il terzo posto e solo il fatto di non essere un corridori particolarmente rapido in volata non gli ha permesso di andare oltre l'ottavo posto.
Damiano Cunego - 5
A differenza di Scarponi lui in Trentino è rimasto davanti in tutte le tappe e tra i due viaggi, il meteo e la durezza dei percorsi avrà senz'altro accusato un po' di stanchezza in più rispetto al compagno di squadra che non è riuscito a smaltire del tutto: dal Trentino, però, è arrivata una bella vittoria, la prima stagionale, quindi la decisione di tornare in Italia ha comunque dato i suoi frutti. Da segnalare anche che nel momento decisivo della corsa un salto di catena gli ha fatto perdere alcune posizioni ed in seguito non è più riuscito a recuperare.
Alejandro Valverde - 4.5
Il problema meccanico corredato da cambio di bici sulla Redoute (ma Madrazo che gliel'ha passata è molto più piccolo di lui) è stato sicuramente una mazzata sulla sua corsa anche perché fin lì era rimasto quasi sempre nelle prime posizioni del gruppo. Certo, la corsa è esplosa solo sulla Roche aux Faucons e quindi non possiamo sapere come sarebbe andata a finire senza quell'inconveniente: la sua campagna del nord s'è chiusa quindi senza acuti, tre gare in cui è rimasto sempre in gruppo sei mai mettere fuori il naso ed alla fine è arrivata anche la squalifica qui alla Liegi per un taglio irregolare del percorso (con lui anche i compagni di squadra Madrazo, Rojas e Lastras ed il belga De Vreese).
RadioShack - 3
Gara dopo gara la RadioShack sembra sempre più una polveriera pronta a scoppiare, soprattutto per i dissidi tra i fratelli Schleck e Bruyneel sulla guida tecnica per il prossimo Tour de France: il problema enorme è che a risentirne sono anche i risultati perché nonostante un buon lavoro dei gregari nelle fasi centrali della corsa anche oggi la squadra s'è sciolta sul più bello. I due fratelli lussemburghesi anche oggi sono stati estremamente deludenti con Frank Schleck che è arrivato a 2'11" e Andy Schleck addirittura a 5'39" da Iglinskiy senza mai provare in alcun modo a farsi vedere: se dopo lo scattino alla Freccia Andy (proprio lui!) criticava i corridori che non provavano qualcosa da lontano oggi il 3 è d'obbligo.
Rinaldo Nocentini - 6
La regolarità è sempre stata uno dei punti di forza del corridore toscano ma, nel complesso, in passato non era mai andato forte come quest'anno sulle Ardenne: 9° all'Amstel, 12° alla Freccia e 11° oggi alla Liegi. A volte in corsa non si vede moltissimo ma lui c'è quasi sempre e se la salute lo assisterà potrà cogliere una vittoria abbastanza presto.
Daniel Martin - 6.5
I problemi di allergia che gli hanno spesso condizionato la primavera, per una volta sembrano averlo lasciato in pace e quindi abbiamo potuto raccogliere una preziosa indicazione sul suo potenziale anche in queste classiche: i numeri ci sono, oggi ha colto un bel quinto posto dopo aver provato anche un inseguimento assieme a Rolland, e anno dopo anno sembra sempre più pronto per cogliere finalmente un successo di peso. Per la Garmin non male anche la prova di Ryder Hesjedal, nono all'arrivo.
Dario Cataldo e Alessandro Bazzana - 7
Anche in questa corsa meritano una menzione particolare i due ragazzi italiani che sono riusciti ad entrare nella fuga della prima ora: Dario Cataldo e Alessandro Bazzana hanno animato la corsa assieme a Kevin Ista, Grégory Habeaux, Reinier Honig e Simon Geschke (quest'ultimo poi caduto) arrivando ad avere anche più di 12' di vantaggio sul gruppo. Dei sei più fuggitivi il più forte è stato senza dubbio Cataldo che è stato l'ultimo a mollare rimanendo in avanscoperta per poco meno di 200 chilometri.