Warning: include() [function.include]: open_basedir restriction in effect. File(/opt/plesk/php/5.2/share/pear/BackgroundProcess.class.php) is not within the allowed path(s): (/var/www/vhosts/oldsite.cicloweb.it/:/tmp/) in /var/www/vhosts/oldsite.cicloweb.it/httpdocs/sites/all/modules/background_process/background_process.module on line 22

Warning: require() [function.require]: open_basedir restriction in effect. File(/opt/plesk/php/5.2/share/pear/context.core.inc) is not within the allowed path(s): (/var/www/vhosts/oldsite.cicloweb.it/:/tmp/) in /var/www/vhosts/oldsite.cicloweb.it/httpdocs/sites/all/modules/context/context.module on line 3
Amstel Gold Race 2012: Gasparotto, è tornata l'Italia - Enrico perfetto sul Cauberg, battuti Vanendert, Sagan e Freire | Cicloweb

Il Portale del Ciclismo professionistico

.

Amstel Gold Race 2012: Gasparotto, è tornata l'Italia - Enrico perfetto sul Cauberg, battuti Vanendert, Sagan e Freire

Versione stampabile

Enrico Gasparotto, primo all'Amstel Gold Race davanti a Jelle Vanendert e Peter Sagan © Bettiniphoto

L'Amstel Gold Race non sarà una classica monumento, ma di sicuro è una delle corse in linea più importanti della stagione. Il fatto, quindi, che Enrico Gasparotto l'abbia vinta, regalando al proprio palmarès la perla più luminosa di una discreta carriera, è molto rilevante per un movimento, quello italiano, che era a secco - in questo tipo di gare - dalla Freccia 2009 vinta da Rebellin.

Bisogna ammettere che questa riscossa tricolore era stata abbastanza annunciata, nelle scorse settimane, da una presenza degli azzurri tornata ad essere di un certo livello tra Sanremo, Fiandre e Roubaix. Non si era ancora vinto ma il successo sembrava molto più a portata di mano rispetto alle ultime due stagioni, quando i nostri hanno spesso dato vita a prove abuliche non suggerendo mai l'impressione di poter lottare ai massimi livelli.

Nel ritorno alla vittoria di un italiano in una corsa così importante, non va trascurato ovviamente il ruolo giocato dalle mancanze altrui, a partire da un Gilbert che, seppur in avvicinamento alla condizione che l'ha sorretto nei giorni dei successi migliori, non è ancora quello di un anno fa (e sul Cauberg lo si è visto chiaramente); proseguendo con un Sagan che ha indubbiamente pagato dazio all'inesperienza, gestendo male la volata finale; finendo con gli spagnoli che, variamente sparpagliati, non hanno saputo rendere visibile la superiorità di gruppo che pure potevano vantare alla vigilia. Ma tutte queste considerazioni non vanno minimamente a inficiare il successo di Gasparotto, che già in passato aveva dimostrato di gradire molto la corsa olandese (e il terzo posto di due anni fa parla chiaro in questo senso).

La fuga del mattino e la tenacia di Bardet
Al km 39 dei 256 totali è partita una fuga destinata ad essere molto più incisiva di quanto solitamente non si veda nelle classiche, se è vero che gli ultimi due superstiti sono rimasti in avanscoperta sino a 10 km dalla fine. Questi ultimi due, ovvero Alex Howes e Romain Bardet (che è quello che ha destato la migliore impressione tra i 9 all'attacco), hanno resistito da soli sulle ultime côtes di giornata, quando il gruppo finalmente si svegliava da un torpore durato sin troppo.

Gli altri 7 fuggitivi (Delfosse, Lietaer, Raymond Kreder, Cédric Pineau, Bilbao, Caethoven e Simone Stortoni) si erano staccati tra i -36 e i -27, quando sul Gulperberg il forcing di Bardet (che ha solo 21 anni) ha trovato la resistenza del solo Howes. La fuga aveva avuto un vantaggio massimo di 13'20" ed era in fase di annullamento, ma bisogna riconoscere che il gruppo ha dovuto sudare molto per annullare quell'ultimo minuto difeso coi denti, nel frangente, dal francese e dall'americano.

Nel già citato torpore del gruppo, si poteva segnalare giusto qualche caduta o defaillance varia: dal mal di testa che ha fatto fuori Oscar Gatto a 70 km dalla conclusione, ai ritiri di Failli e di Cadel Evans (staccatosi prima del penultimo passaggio sul Cauberg e quindi fermatosi alle docce), dalla foratura di Sagan ai -61, alla caduta di Van den Broeck (che sta diventando pericolosamente avvezzo ai capitomboli) ai -55, alla giornata storta, tra gli altri, di Wouter Poels.

Si entra nel vivo e Freire lancia un segnale a se stesso
Sul Gulperberg (27 km dalla fine), mentre Bardet stava mettendo alla frusta i fuggitivi, dal gruppo si segnalava l'attacco di Simone Ponzi. Un attacco che, unito ad alcune trenate dell'Astana poco prima (laddove fin lì erano state BMC e Katusha a gestire l'inseguimento ai 9 battistrada), e alla presenza, in un quintetto uscito in caccia ai -28 (e subito rientrato) di Maxim Iglinskiy (insieme a Rabottini, De Weert, Huguet e Tanner), erano il segnale che la formazione guidata da Beppe Martinelli avesse qualche giustificata velleità.

Il Kruisberg, a 22 km dalla fine, ha visto la BMC scandire un buon ritmo (con Santambrogio e Van Avermaet), come dire che Gilbert aveva buone sensazioni, quindi Marcato forzare l'andatura per un tratto, e infine Samuel Sánchez staccarsi a causa di un problema al cambio. L'asturiano è stato aiutato da diversi compagni a rientrare sui migliori, ma l'impresa non è stata certo facile, visto che il gruppo aveva ormai iniziato a sgranarsi, e qualsiasi drappello gli Euskaltel raggiungessero, scoprivano che ce n'era un altro più forte poco più avanti.

L'Eyserbosweg è stato lo scenario in cui Terpstra ha saggiato le proprie condizioni, il Fromberg ha invece visto Giovanni Visconti incappare in un problema di traiettoria e perdere terreno, mentre Gesink e Marcato (per dirne due) si staccavano dal gruppo dei più forti. Subito dopo Boasson Hagen ha provato un estemporaneo allungo in discesa, più che altro per prendere davanti il successivo (e più duro) Keutenberg. In effetti il norvegese è stato ripreso proprio dal nuovo forcing di Van Avermaet su quest'ultima côte, sulle cui rampe si sono consumati l'estremo tentativo di Bardet prima di venire risucchiato dal gruppo (già abbastanza selezionato, e tra i dispersi a questo punto va citato Nibali) e un allungo di prova di Gasparotto, rintuzzato dai Katusha (e da Rodríguez in prima persona).

Un'immancabile azione di Voeckler, seguito da Sagan agli 8 km, ha preceduto l'attacco più sorprendente della giornata, ovvero quello di Freire ai 7 km. Su un percorso che rivedremo ai Mondiali di quest'anno, il cantabro ha forse voluto mettersi alla prova in ottica iridata; di sicuro, guardando all'oggi, ha voluto giocarsi tutte le proprie chance: sentendosi battuto nello sprint in cima al Cauberg, Oscarito ha provato l'anticipo, e non è andato lontano dal coronare l'azzardo con un successo pieno (è stato quarto alla fine).

Il corridore della Katusha, agendo da battitore libero prima che il capitano di giornata del team russo (JRO) sparasse le proprie cartucce sulla côte conclusiva, ha messo insieme oltre 10" di margine sul gruppo, un vantaggio che è stato anche sufficiente a resistere al contropiede di Terpstra, il quale è partito ai 2 km ma si è piantato all'inizio del Cauberg, venendo fagocitato dal drappello dei migliori.

La caduta di Cunego, lo spunto di Gilbert, la vittoria di Gasparotto
Freire, a un chilometro dal traguardo, ormai ci credeva: il furetto di Torrelavega ha provato a resistere anche al ritorno veemente del gruppo, ma sapeva lui per primo che l'impresa sarebbe stata difficilissima. Non impossibile, se è vero che solo a 100 metri dal traguardo è sfumata.

Gli ultimi 500 metri, cardiopalma puro (forse un po' poco, però, per esaltarsi: prima o poi si dovrà valutare se il percorso attuale sia il migliore possibile per l'Amstel o se piuttosto non congeli troppo la corsa). A meno di 500 metri dal traguardo, il forcing di Gilbert ha chiarito che Philippe sta pian piano ritrovandosi, e che il gran lavoro della BMC non era destinato a risultare sprecato.

Il vallone ha allungato ma non ha fatto il vuoto come un anno fa, e Sagan, Vanendert e Gasparotto si sono messi al suo inseguimento. Cunego, dal canto suo, avrebbe voluto e probabilmente potuto fare la stessa cosa, e andare a giocarsi il suo bravo podio (o addirittura il successo?), se non fosse incappato in un clamoroso incidente: Iglinskiy alla sua sinistra ha scartato improvvisamente, urtando il veronese (con la spalla, e quasi certamente anche con la ruota anteriore contro quella di Damiano) e di fatto spingendolo verso l'esterno, verso Nordhaug. Risultato: italiano e norvegese giù per terra, e corsa compromessa.

Compromessa perché a quel punto non si poteva più recuperare, ma al massimo guardare da lontano l'epilogo. È stato Gasparotto a chiudere su Gilbert ai 200 metri circa, ed è stato Sagan a lanciare la volata, partendo alla destra di Philippe. Dall'altra parte, il friulano con Vanendert a ruota. Ma c'era ancora da riprendere Freire, e si è occupato dell'incombenza lo stesso Sagan.

Il quale, però, in maniera a sua volta un po' inattesa, subito dopo aver raggiunto lo spagnolo si è come piantato, di sicuro ingolfato, e ha così permesso il recupero di un Gasparotto che invece è stato eccezionale nella gestione di quel concitato finale.

Il corridore dell'Astana ha vinto con merito e ha preceduto Vanendert, che aveva avuto anche lui buon gioco a superare un Sagan in acido lattico. Terzo lo slovacco, poi Freire (bravissimo), quindi Voeckler, Gilbert, Sánchez, Wegmann, un bravo Nocentini e Mollema a completare la top ten; poco fuori dalla quale troviamo, al 13esimo posto e subito dietro a Fränk Schleck, un altro po' d'Italia, nelle vesti di Elia Favilli, che a 23 anni conferma con le classiche un certo feeling che nelle ultime gare aveva ben lasciato intravedere.

Non sarà insomma un trionfo da anni d'oro del ciclismo azzurro, ma il risultato complessivo di oggi autorizza a guardare al futuro con più fiducia. Si sa che le vittorie aiutano sempre a vedere il lato positivo delle cose, ma - come scritto in apertura - abbiamo un fondato sospetto che l'Amstel di oggi non sia del tutto estemporanea; e soprattutto che non dovranno passare altri 3 anni prima che un italiano alzi di nuovo le braccia sotto un così importante striscione d'arrivo.

Marco Grassi

RSS Facebook Twitter Youtube

30/Jul/2017 - 20:30
ESCLUSIVO: le immagini del folle che ha tagliato la strada al gruppo facendo cadere decine di corridori al Giro d'Italia

24/May/2016 - 21:06
All'An Post Rás giornata di gloria per James Gullen nella tappa "di montagna": Fankhauser diventa leader

24/May/2016 - 17:07
Giro, nel giorno della nuova delusione di Vincenzo Nibali vince Alejandro Valverde davanti a Kruijswijk e Zakarin

23/May/2016 - 22:12
An Post Rás, nella seconda tappa vince il padrone di casa Eoin Morton

23/May/2016 - 16:00
Giornata di rinnovi: André Greipel e Marcel Sieberg alla Lotto Soudal fino al 2018, Geraint Thomas prolunga con la Sky

23/May/2016 - 13:11
Benjamin Prades vince l'ultima tappa del Tour de Flores ma non basta, la generale va a Daniel Whitehouse

23/May/2016 - 12:39
Brutte notizie per il ciclismo elvetico: l'IAM Cycling comunica che cesserà l'attività a fine stagione

23/May/2016 - 11:22
Conclusi i Campionati Panamericani: l'ultimo oro è dell'ecuadoriano Jonathan Caicedo

22/May/2016 - 23:59
Il Tour of California si conclude con una imperiosa volata di Mark Cavendish. Classifica finale a Julian Alaphilippe

22/May/2016 - 23:39
Il Tour of Bihor si chiude nel segno dell'Androni Giocattoli-Sidermec: tappa a Marco Benfatto, generale a Egan Bernal

22/May/2016 - 23:20
Women's Tour of California: gioie finali per Kirsten Wild e Megan Guarnier. Le altre corse: ok Bertizzolo e Lepistö

22/May/2016 - 22:44
Velothon Wales, Thomas Stewart supera Rasmus Guldhammer e Ian Bibby

22/May/2016 - 22:24
Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano