Amstel Gold Race 2012: Chi avrà più birra in cima al Cauberg? - Per l'Italia Cunego, Nibali e quel Visconti...
Fosse solo la porta dell'Amstel Gold Race, quella breve salita che gli olandesi chiamano Cauberg, non sarebbe così importante. E invece lo è, oggi più che mai, poiché proprio lassù, poco dopo il Cauberg, il gruppo si riporterà a settembre.
Lì ci si giocherà il Mondiale e se gli umini e gli stati di forma saranno ben differenti da quelli di domani possiamo tranquillamente dire che il Cauberg ci darà un minimo d'indicazioni su chi al Mondiale sarà davanti, su chi non ci potrà essere e su chi deve ancora capirlo, se sarà a giocarselo o meno.
Una prova generale di Mondiali, quindi, ma ad oggi è d'altra parte davvero difficile dire che la corsa che vedremo a settembre sarà anche lontana parente di quella di domani. E allora proviamo a capire che corsa sarà domani.
Partiamo da un dato: 256.5 km lungo i quali si dovranno scalare 31 côtes. Fa spavento lì per lì, ma se si va a vedere la reale difficoltà di queste salitelle dei Paesi Bassi si scopre che non sono certo lo Stelvio. Una via l'altra, con i tratti di recupero posti in stradine anguste, renderanno la corsa molto dura.
Nemmeno si può dire che le 31 côtes siano spalmate negli ultimi chilometri di corsa, visto che la prima ascesa, il Maasberg, è posta dopo soli 10.7 km. Cauberg da ripetere due volte (al km 72 ed al km 181.5) e da affrontare come ostacolo finale verso la vittoria.
Anche se il vero ostacolo potrebbe essere non già il giudice della corsa chiamato Cauberg ma la côte precedente: ha il numero 30, è posta al km 245.5 e si chiama Keutenberg. Una salitella di soli 600 metri ma con punte al 14%, già di per sé potrebbe far male.
Se si pensa che gli organizzatori, sadici (o più semplicemente desiderosi di meno attendismo) hanno "avvicinato" il Keutenberg all'arrivo rispetto agli anni scorsi si capisce perché potrebbe essere questa la salita decisiva. Posta a circa 11 km dal traguardo, non darà respiro, una volta superata, per poter rimettere a posto le cose ed impostare la volata in salita sul Cauberg; non ci sarà proprio lo spazio, 11 km tra cima ed arrivo, con Cauberg in mezzo, sono niente.
Lì potrebbe partire un attacco da lontano (si fa per dire), magari in vista di lanciare successivamente sul Cauberg compagni più in forma o più adatti alla situazione. Pensiamo ad un attacco di Nibali, che su pendenze toste sa far male agli avversari, per poi provare ad andare al traguardo o, in alternativa, spianare la strada (detto da queste parti fa un po' ridere) al compagno di squadra Peter Sagan.
Ecco uno dei parecchi pretendenti all'Amstel; lo slovacco è in gran forma, seppure reduce da una caduta alla Freccia del Brabante. Punta a vincerla, questa corsa, e per far bene qui ha rinunciato ad una Roubaix che sarebbe nelle sue corde. Ma Sagan non sarà il solo a voler giungere per primo sul Cauberg.
Joaquim Rodríguez ha dimostrato al Giro dei Paesi Baschi di stare a meraviglia e la differenza tra Paesi Baschi ai Paesi Bassi sta solo in qualche consonante. Altro spagnolo che può far bene e sempre ai Paesi Baschi ha dimostrato di andar forte (vincendo la corsa, peraltro) è Samuel Sánchez; vero pure che la corsa delle Ardenne da lui prediletta è la Liegi (come per Rodríguez, il cui campo preferito è la Freccia Vallone) ma la forma che lo sorregge è tale da non potrsi lasciar sfuggire quest'occasione.
Non per nulla i due spagnoli sono i due avversari più temuti da uno che l'Amstel l'ha già vinta nel 2008, Damiano Cunego. Li ha visti in forma, li ha affrontati a viso aperto e domani farà lo stesso. Prepara il Giro, ormai è poco più che una formalità, e la gamba del ragazzo di Cerro Veronese pare esserci.
Altro spagnolo, altro favorito d'obbligo: Alejandro Valverde. Qui non ha mai vinto (il miglior piazzamento è un terzo posto proprio nell'anno di Cunego), vorrà rompere questo tabù. Non viene da una gran periodo ma se ha tenuto ad esserci, sulle Ardenne, non sarà certo per fare presenza.
C'è poi sempre il campione uscente, vincitore delle ultime due edizioni, Philippe Gilbert. Non è quello di 12 mesi fa ma al Brabante ha tentato qualche allungo sugli strappi in pavé. Qui non c'è pavé ma strappi eccome, ne troverà a volontà. Se mai trovasse anche la giornata di grazia...
Attenzione all'uomo ombra di Valverde, Giovanni Visconti; ha vinto la Klasika Amorebieta (proprio come Cunego nel 2008), in teoria dovrà lavorare per il murciano ma se quest'ultimo non stesse troppo bene ecco che il siciliano potrebbe entrare in azione. Il Cauberg è una salita non troppo dura, che gli piace, che potrebbe adattarsi ai suoi mezzi.
Dal 2003, anno in cui l'Amstel termina sul Cauberg, abbiamo assistito a tre vittorie italiane (Rebellin, Di Luca e Cunego), due belghe (Gilbert), una russa (Serguei Ivanov), una kazaka (Vinokourov), una tedesca (Schumacher) ed una lussemburghese (Fränk Schleck).
Insomma, sul Cauberg domina finora il tricolore; che si possa sentire anche domani l'inno di Mameli e magari prepararsi ad ascoltarlo anche in settembre, quando sarà ben più importante? Gli uomini ce li abbiamo, i risultati sono dalla nostra. Manca solo uno scatto secco, ben assestato, per conquistare questo posto chiamato Cauberg.
A questo link la startlist ufficiale