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Parigi - Roubaix 2012: Sorpresa Turgot, garanzia Terpstra - Le pagelle: Sky ancora deludente | Cicloweb

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Parigi - Roubaix 2012: Sorpresa Turgot, garanzia Terpstra - Le pagelle: Sky ancora deludente

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La volata con cui Sébastien Turgot ha preceduto Alessandro Ballan al secondo posto della Roubaix @ Bettiniphoto

 

Tom Boonen - 10 e lode
Il voto dice già quasi tutto sull'incredibile impresa di cui si è reso protagonista Tom Boonen: per entrare nella storia del ciclismo non basta solo vincere e nell'arco della sua carriera Tommeke ha dimostrato di essere un Campione assoluto; merita di vedere il suo nome accanto a quello dei fenomeni del pavé del passato. Oggi, forse, non era partito con l'idea per fare l'impresa ma appena ha capito che poteva essere l'attimo buono non ci ha pensato un secondo, nonostante il gruppetto fosse ancora piuttosto numeroso: classe e coraggio da vendere.

Sébastien Turgot - 8.5
Ha avuto l'occasione della vita e non se l'è fatta scappare ma c'è da dire che il quasi 28enne (mercoledì è il suo compleanno) dell'Europcar ha saputo indirizzare il destino dalla propria parte grazie ad una prova maiuscola. Quando si è accesa la corsa Turgot è rimasto sempre nelle posizioni buone e dopo il primo allungo di Boonen c'era anche lui lì davanti dopo essersi mosso già in precedenza; nel finale è stato bravo a crederci fino all'ultimo, è rientrato sui primi inseguitori assieme a Terpstra e poi ha fatto valere le sue qualità in volata piazzandosi secondo. Era dal 1997 che un francese non saliva sul podio alla Roubaix.

Alessandro Ballan - 7.5
Oggi è davvero difficile giudicare la corsa di Alessandro Ballan perché nel giudizio pesa ciò che ha rivelato ai microfoni Rai, ossia che nel momento decisivo gli è arrivato l'ordine di stare a ruota perché c'era Hushovd in rimonta dietro: nessuno quindi ha chiuso il buco con Boonen, il belga se n'è andato via e non è più stato ripreso. Incomprensione, errore della squadra, ingenuità di Ballan o semplicemente una valutazione errata ma è lì che ci si è giocati la corsa. Per il resto Ballan ha fatto una grandissima corsa e per pochissimi millimetri non ha conquistato il secondo che forse era il massimo ottenibile contro questo Boonen e che sarebbe stato il suo miglior piazzamento di sempre alla Roubaix (terzo già nel 2006 e nel 2008).

Thor Hushovd - s.v.
Nonostante un avvio di stagione decisamente anonimo Thor Hushovd puntava molto su questa Roubaix ma una caduta e una foratura mentre stava provando a rientrare ci hanno impedito di capire fin dove sarebbe potuto arrivare (al traguardo 14° a 4'23"). Tutti i corridori della BMC, però, nel complesso si sono mossi bene oggi tirando forte e spezzando il gruppo già prima della Foresta di Arenberg ed un bravo va pure a Taylor Phinney, 15° e possibile protagonista qui nei prossimi anno; quell'ordine dato a Ballan, però, può far discutere perché, errori a parte, dimostra come nel team non credessero appieno nel veneto nonostante fosse stato il migliore della BMC in questi primi mesi dell'anno.

Juan Antonio Flecha - 7.5
Appena un mese dopo essersi rotto una mano è riuscito a trovare una condizione più che buona che gli ha consentito di essere protagonista come suo solito sul pavé. La condotta di gara dello spagnolo è stata quella tipica, fatta di attacchi da lontano, una grande generosità, forse qualche incertezza nei momenti decisivi e alla fine ovviamente ha ottenuto poco rispetto a quanto seminato: il quarto posto non è un brutto risultato per Flecha ma a settembre gli anni saranno 35 ed è strano vedere che un corridore come lui sul pavé ha vinto solamente una Het Nieuwsblad.

Edvald Boasson Hagen - 3.5
Ancora una volta il norvegese della Sky è una delle delusioni maggiori in gara: per circa 220 km Boasson Hagen è rimasto nelle prime posizioni del gruppo ben coperto dai compagni di squadra ma arrivati ad un certo punto, come già accaduto spesso, si è sciolto e stavolta ha pagato più di sette minuti da Boonen. La Sky, però, dovrebbe anche ripensare le sue tattiche perché pur avendo ben quattro uomini nel gruppo all'inseguimento di Boonen non ne ha mai fatto tirare più di uno per volta: probabilmente anche loro non sapevano bene se puntare su Flecha o EBH ma avrebbero potuto prima tirare tutti per prendere Boonen e dopo pensare alle tattiche.

Niki Terpstra - 7.5
Quando se ne vanno assieme lui e Boonen sembra di tornare ai tempi di Mapei e Domo quando gli uomini di Patrick Lefévère (a proposito, 11a Roubaix vinta del team manager belga) monopolizzavano tutte le prime posizioni dinamitando la corsa da lontano. Il ritmo di Boonen, però, ha mandato in difficoltà anche lo stesso olandese che poi si è messo saggiamente a controllare gli avversari nel gruppetto inseguimento; ad un certo punto ha cercato anche di fare la sua corsa per il podio, si è staccato ed è rientrato agli ultimi 300 metri portandosi dietro Turgot e piazzandosi in quinta posizione.

Sylvain Chavanel - 6.5
Era l'altra freccia all'arco della Omega Pharma-Quick Step ed era uscito molto bene dalla Foresta di Arenberg, dando l'impressione di avere una grandissima condizione. A circa 60 km dall'arrivo, però, ha forato nell'odiatissimo tratto di pavé di Orchies e si è ritrovato ad inseguire nelle retrovie, venendo tagliato fuori da ogni discorso per il podio: dopo due edizioni caratterizzate dalla sfortuna ci piacerebbe vedere nel 2013 cosa può fare davvero il francese in una classica come la Roubaix.

Filippo Pozzato - 4.5
Cosa sia successo negli ultimi sette giorni non lo sappiamo ma il Pozzato aggressivo, spavaldo e convinto dei propri mezzi (forse pure troppo) visto al Giro delle Fiandre è completamente sparito per far spazio ad uno incerto, timoroso e abbastanza disattento. Per ben due volte si è ritrovato ad inseguire nella seconda parte del gruppo, prima dopo una caduta, poi dopo un piccolo ventaglio ma quando ha risposto bene alla prima accelerazione di Tom Boonen ci ha fatto sperare: da lì in poi le cose sono peggiorate rapidamente perché non ha chiuso il buco con Boonen e Terpstra (e lui non aveva la scusa di un Hushovd dietro da aspettare) e poi è scivolato a terra a cinquanta chilometri dall'arrivo, una caduta che di fatto ha chiuso lì la sua gara e poco dopo si è ritirato.

Lars Boom - 7
Per la prima volta nella sua carriera su strada ha dato l'idea che la scelta di abbandonare una carriera piena di trionfi nel ciclocross possa aver avuto un senso: era tra gli uomini più in forma, poco prima del settore di pavé di Camphin-en-Pévéle ha forato e appena rientrato su quelli davanti ha pure tentato l'assolo per conquistare il secondo posto: è rimasto in lotta per un gradino del podio fino al velodromo ma questo sesto posto può davvero essere un punto di partenza per l'olandese che mai prima d'ora aveva convinto in questo modo in una grande classica.

Matthieu Ladagnous - 7
Il francese della FDJ ha chiuso un'ottima campagna del nord che l'ha visto piazzarsi 8° alla Het Nieuwsblad, 6° alla Tre Giorni delle Fiandre Occidentali, 7° a Harelbeke, 16° al Fiandre e 12° oggi: risultati ottenuti in modo poco vistoso a parte quello odierno visto che, con un po' più fortuna, avrebbe anche potuto mirare a qualcosa di più e forse, addirittura al podio. Ladagnous infatti si trovava alle spalle di Boonen assieme a Ballan, Flecha e Boom ma a 14 km dall'arrivo una foratura gli ha fatto perdere il trenino giusto e non è più riuscito a rientrare: tra sulla carta avrebbe potuto fare una bella volata vista la sua esperienza in pista ed una punta di velocità allo sprint non male. In casa FDJ merita una menzione anche Frédéric Guesdon, che pur fuori tempo massimo ha concluso questa Roubaix: il francese ha chiuso oggi la sua carriera e si merita un applauso per lo sforzo fatto per essere qui dopo che a gennaio si era rotto l'anca.

Matteo Tosatto - 7
Da quando è arrivata la squalifica di Contador la stagione della Saxo Bank è cambiata e ora ogni corridore deve e può puntare a fare risultato in ogni gara a cui partecipa: oggi Matteo Tosatto ha trovato una gran giornata e questo settimo posto alla Roubaix a quasi 38 anni non può che essere una splendida soddisfazione. Tra i corridori italiani facciamo anche i complimenti a Luca Paolini (12° al traguardo e a lungo spalla a spalla con i migliori), a Marco Marcato (20° nonostante quattro forature) e a Jacopo Guarnieri (23° dopo essersi fatto vedere anche all'inseguimento di Boonen).

Michael Morkov - 7
Come sempre tutti quei corridori che vanno a cercare fortuna da lontano (o lontanissimo a volte) meritano una bella citazione ma il voto più alto lo diamo al danese Michael Morkov che dopo essere andato in fuga alla Sanremo, alla Dwars door Vlaanderen e alla E3 Prijs Harelbeke si è mosso da lontano anche oggi assieme ad altri 11 corridori: i compagni d'avventura del danese sono stati Van Keirsbulck, Popovych, Dehaes, Veuchelen, Lindeman, Boucher (un altro dei fuggitivi cronici), Veilleux, Klemme, Mangel, Saramotins e Janorschke.

Sebastiano Cipriani

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