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Giro delle Fiandre 2012: Pozzato e Ballan, che bella avventura! - Eppure c'è qualche rimpianto

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Pozzato e Ballan compaiono con Boonen sul Paterberg © Bettiniphoto

Dopo la vittoria potente ma non troppo prepotente di Tom Boonen si potrebbe essere felici di aver visto nel pieno dell'azione due ragazzi (che, all'anagrafe, proprio più ragazzi non sono...) come Alessandro Ballan e Filippo Pozzato.

Il primo che parte sull'ultimo Oude Kwaremont, se ne va, ci fa sognare per un attimo l'impresa, rivivere quel 2007 di cavalcata trionfale. Il secondo che, per quanto sia tagliato per le corse sulle pietre, ancora non ha vinto un Fiandre in carriera.

Mai come oggi, specie dopo che Cancellara era stato messo fuori causa da una caduta, ci era andato così vicino, Pippo, ad una vittoria in questa corsa che è storia, non solo agonismo. Gli ultimi 20 km, con i nostri due alfieri a provare a rompere le uova nel paniere all'idolo di casa, Tom Boonen, sono stati qualcosa di emozionante come non se ne vedeva da un po'.

Eppure - perché c'è sempre un 'eppure' - dopo che Tommeke ha tagliato a braccia alzate la linea d'arrivo, resta in noi un interrogativo tanto forte quanto banalotto: il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto? Nessuno sarà mai d'accordo e forse è meglio così.

Lo si può vedere mezzo pieno in quanto, come detto, Ballan e Pozzato a questi livelli non si vedevano da un bel po', almeno su queste pietre. Senza contare l'arrembante prima, inseguente poi, Luca Paolini, mai domo durante le fasi di gara, ultimo ad arrendersi al terzetto che si sarebbe giocato la vittoria ed infine 7° sul traguardo, posizione che non valorizza in pieno la sua pregevolissima prestazione.

Ora, concentrandoci su Ballan e Pozzato, è fuor di dubbio che nel terzetto di testa ci fossero almeno due corridori con una fame di vittoria immensa: i nostri due azzurri, appunto. Altrettanto fuor di dubbio che Boonen apparisse sì il più forte in volata - e s'è visto - ma pure un po' più appannato dei nostri.

Se per esempio il Paterberg non fosse finito quand'è finito, se fosse durato ancora un centinaio di metri, i nostri si sarebbero involati in solitaria verso la vittoria, dato che Tommeke dava la sensazione di non riuscire a tenere le loro ruote.

Contiamo poi che, sebbene militanti in due squadre diverse, un po' di amor di patria emerge sempre in queste Classiche monumento: va bene, mors tua vita mea, ma se ci mettiamo d'accordo per far fuori il più veloce del terzetto poi ce la potremo giocare. Niente di tutto ciò.

Si sono visti un paio di scatti di Ballan «ma Tom è sempre stato molto svelto a seguirmi ed a prendermi la ruota». Pozzato invece ha atteso la volata, «perché ci credevo, ci credevo fin da stamattina nella vittoria».

Ora, non siamo noi nelle gambe di Ballan e soprattutto di Pozzato ma scattando a turno Boonen avrebbe sprecato il doppio delle energie per chiudere su di loro. Forse non sempre ci sarebbe riuscito e prima o poi avrebbe desistito. Forse sarebbe rimasto con i nostri comunque, dando vita ad un finale identico a quello che s'è visto.

Invece nulla, Pozzato ha aspettato, Ballan, sapendosi battuto in partenza nello sprint, ha tentato un paio di affondi. Sterili finché si vuole, ma comunque li ha provati. Sia chiaro, nessun capo d'imputazione per i nostri, ma vedendo due italiani su tre ragazzi a podio ci domandiamo se i nostri debbano essere soddisfatti della bella prestazione esibita o se non ci sia invece da recriminare, da parlare di occasione persa.

Soprattutto per Pozzato, l'unico in grado di contrastare Boonen in una volata, eppure attendista, troppo attendista. Mai un allungo per testare le forze di Tommeke, senza contare che quando Boonen lancia la sua volata Pippo non è proprio la persona più pronta del mondo.

Rapporto non adeguato (lo cambia volata facendo), si lancia allo scoperto, prendendo un po' di vento in più anziché la scia del ragazzo di Mol. Intendiamoci, magari sarebbe finita allo stesso modo ma così la sensazione, soprattutto per Pozzato, è quella di aver sprecato un'occasione.

Sei a giocarti un Fiandre, puoi contare su un connazionale (addirittura corregionale) per contrastare Tom Boonen, non devi fare i conti con Cancellara e comunque portia casa un secondo posto onorevole ma che sa di incompiuta. Pozzato era quello che ne aveva di più degli altri nelle ultime fasi di gara, proprio non avrebbe potuto dare un maggior impulso alla sua azione?

Lui ci dà appuntamento per la Roubaix, «dove vado più motivato di prima perché è una corsa in cui posso far bene». Noi lo aspettiamo fieri della sua prestazione - così come quella di Ballan - e speranzosi per domenica di vederlo sul gradino del podio che più conta, quelllo più alto.

Perché un corridore finalmente ritrovato come lui non può permettersi di sprecare cotante occasioni. In fondo prima o poi (più prima che poi) la carriera giungerà al capolinea.

Francesco Sulas

 

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