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Volta a Catalunya 2012: Uran, il circuito stavolta è amico - Rigo vince su Menchov. Albasini sempre leader

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Tanti attacchi e finalmente una vittoria per Rigoberto Uran © Teamsky.com

Per questa Volta a Catalunya non era facile ripartire dopo il gran caos della tappa di ieri ed effettivamente la tappa di oggi ha rischiato davvero di non partire visto che alcune squadre erano rimaste bloccate negli alberghi dalla neve. Alla fine tutto è filato liscio e, anzi, non poteva esserci modo migliore per lasciarsi alle spalle tutti i problemi: questa quarta tappa da Tremp ad Ascó è stata veramente spettacolare, emozionante ed incerta fino sul traguardo, praticamente tutto ciò che spera sempre un appassionato. Alla fine la vittoria è andata al colombiano Rigoberto Urán che ha fatto veramente di tutto per ottenere finalmente una vittoria: era addirittura dal Giro di Svizzera 2007, quando aveva appena 20 anni, che non riusciva a salire sul gradino più alto del podio.

Nonostante la terribile giornata di ieri i corridori non hanno esitato a darsi grande battaglia fin dai primi chilometri per cercare di andare in fuga: appena è stato dato il via ufficiale ci sono stati subito scatti e controscatti ed al chilometro 3 sono riusciti ad evadere dal gruppo Julián Sánchez (Caja Rural), Jesús Rosendo (Andalucía) e Romain Zingle (Cofidis) che, sfruttando anche un forte acquazzone che si è abbattuto sulla corsa, sono riusciti a guadagnare in poco spazio un vantaggio di circa cinque minuti. Per fortuna dopo l'Alt de Fontllonga, prima salita del giorno, il cielo s'è aperto ed è spuntato il sole che voleva proprio far dimenticare a tutti in fretta quanto successo ieri.

Fin dalle prime battute la GreenEDGE ha fatto la sua parte per non far prendere un vantaggio troppo alto ai fuggitivi: il margine del terzetto al comando ha quindi iniziato ad oscillare tra i tre ed i quattro minuti e mezzo fino a circa 60 chilometri dall'arrivo, vicino al primo passaggio sotto il traguardo di Ascó dove sarebbe iniziato il circuito finale con la salita del Coll de Paumeres da ripetere due volte. In questo frangente s'è vista il testa al gruppo la Lampre di un Damiano Cunego voglioso di fare la corsa dopo la bella prestazione del secondo giorno. Gli uomini blu-fucsia hanno fatto un bel ritmo in salita con Cunego sempre brillante nelle prime posizioni assieme ad un attentissimo Michael Albasini. A circa un chilometro dallo scollinamento, però, si è messo in testa niente meno che Levi Leipheimer ad imporre un ritmo davvero elevato: alla sua ruota nelle prime posizioni hanno tenuto benissimo proprio Cunego ed il leader Albasini: al gran premio della montagna Rosendo e Sánchez Pimienta erano praticamente già stati ripresi e la prima parte del plotone era composta da non più di 25 uomini.

Mancando ancora tanti chilometri all'arrivo e i fuggitivi ripresi, nel tratto di falsopiano che precedeva la discesa c'è stato un attimo di rilassamento tra i corridori e questo ha permesso l'allungo di tre uomini, per primo Rigoberto Uran e poi si sono portati sul colombiano anche Casar ed il campione polacco Marczynski. Dopo circa sei o sette chilometri in avanscoperta Uran ha deciso di rialzarsi ed aspettare il gruppo tirato dalla GreenEDGE (dalla Sky gli avranno ricordato che c'era ancora un giro da fare, dopo la gaffe dello scorso anno a Peccioli?) mentre gli altri due attaccanti hanno tirato dritto guadagnando una quarantina di secondi di vantaggio. Non essendo Casar e Marczynski due uomini pericolosi in classifica generale la formazione del capoclassifica ha deciso di farsi leggermente da parte ed è stata nuovamente la Lampre a portarsi in testa. Tutto quindi è stato rimandato all'ultimo passaggio sul Coll de Paumeres con il gpm posto a poco più di 19 km dall'arrivo.

Appena iniziata la salita il copione è sembrato lo stesso del precedente giro con i Lampre davanti e tutti i migliori nelle prime posizioni. Dopo le prime rampe, però, ha Lotto ha tentato un mini forcing per Van den Broeck ma quanto il belga è scattato il primo a rispondere è stato proprio Michael Albasini che poi ha seguito con grande autorevolezza anche gli allunghi di Danielson e del nostro Dario Cataldo: il corridore della Omega Pharma-Quick Step, però, stava cercando di favorire un nuovo attacco di Levi Leipheimer che è arrivato puntuale nel tratto più duro della salita. Questa volta Albasini ha dovuto chinare il capo, mettere un rapporto più agile e cercare di tenere la scia del primo gruppo visto che il passo dell'americano lo aveva mandato in difficoltà: l'unico a seguire Leipheimer è stato Sylvester Szmyd che ha assunto i gradi di capitano della Liquigas dopo il ritiro di Ivan Basso e non si è fatto scappare l'occasione per mettersi in mostra.

Proprio in cima alla salita s'è formato in testa alla corsa un gruppo di sei uomini con Szmyd e Leipheimer che sono stati ripresi da Samuel Sánchez, Denis Menchov, Rigoberto Uran e poco dopo anche dal francese David Moncoutie. Nel tratto in falsopiano che precedeva la discesa vera e propria i sei hanno subito trovato un grande accordo e sono riusciti a guadagnare una quindicina di secondi su un gruppo composto da una ventina di corridori al massimo in cui era riuscito a salvarsi il leader Michael Albasini, pur senza compagni di squadra. Appena iniziata la discesa Samuel Sánchez ha dato spettacolo pennellando traiettorie quasi impossibili guadagnando assieme ad Uran un piccolo margine sugli altri fuggitivi nel giro di appena due curve: la parte tecnica, però, finiva lì ed il sestetto s'è ricompattato.

Qui è iniziata la splendida battaglia tra attaccanti ed inseguitori: sia davanti che dietro tutti tiravano a fondo ma il gap tra i due gruppetti è sempre rimasto costante. Negli ultimi 5000 metri dietro si messi a girare tutti i corridori: chi per puntare a vincere la tappa, chi per non perdere terreno in classifica generale visto che in una corsa senza abbuoni anche un solo secondo di distacco può riscrivere completamente la classifica; questa è stata proprio la fortuna di Michael Albasini e probabilmente lo sarà anche nelle prossime tappe visto che alle sue spalle sono ben 16 i corridori con lo stesso tempo. La rimonta degli inseguitori s'è praticamente concretizzata agli ultimi 800 metri ma in un finale come quello di oggi anche solo rientrare in scia non sarebbe bastato perché tutti erano stanchi: Leipheimer ha provato a tirare a tutta sperando di guadagnare almeno 1" ma così facendo ha finito per tirare la volata ai compagni di fuga con Rigoberto Uran che è partito lungo ed è andato a vincere di mezza ruota davanti a Denis Menchov con Sylvester Szmyd terzo e David Moncoutie quarto.

Primo degli inseguitori è stato Jurgen Van den Broeck quinto e forse la Omega Pharma potrebbe recriminare qualcosa visto che senza la tirata finale di Levi Leipheimer il piazzamento di Dario Cataldo sarebbe stato molto migliore: l'azzurro è rimasto un po' ed ha chiuso ottavo dietro anche a Samuel Sánchez e ad un convincente Matteo Carrara, ancora una volta protagonista dopo l'attacco nel finale della seconda tappa e la dispendiosa fuga di ieri che gli sarebbe potuta fruttare davvero qualcosa di grosso. Nel primo gruppo si sono piazzati anche Mauro Santambrogio e Damiano Cunego con il veronese che si è un po' eclissato alla seconda accelerazione di Leipheimer: in discesa ha tirato parecchio per riportarsi sugli attaccanti e s'è ritrovato quindi senza forze per fare la volata. Adesso a tre tappe dalla conclusione Michael Albasini è sempre in testa con 1'32" di vantaggio: nelle prossime tappe non si vedono difficoltà tali che possano mettere in crisi un corridore che sta attraversando un periodo di forma ottimo.

Sebastiano Cipriani

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