Tirreno-Adriatico 2012: Boasson-Sky, ambo a Terni - Il norvegese batte Greipel, Sagan e Farrar
- Tirreno - Adriatico 2012
- Colnago - CSF Inox 2012
- Garmin - Sharp 2012
- Liquigas - Cannondale 2012
- Orica - GreenEDGE 2012
- Sky ProCycling 2012
- Andrew Talansky
- André Greipel
- Daniel Oss
- Edvald Boasson Hagen
- Elia Favilli
- Filippo Savini
- Manuel Belletti
- Mark Cavendish
- Matthew Harley Goss
- Peter Sagan
- Robert Hunter
- Tyler Farrar
- Wouter Poels
- Uomini
Cambia il percorso, cambia l'andamento e cambiano i corridori ma alla fine nella volata conclusiva davanti a tutti c'è di nuovo una maglia della Sky: se ieri il team britannico si era imposto come Mark Cavendish, oggi ad esultare è stato il norvegese Edvald Boasson Hagen, alla sua seconda vittoria del 2012. Proprio ieri l'acuto di Cavendish l'avevamo definito come molto indicativo in vista della Milano-Sanremo, elogiando anche il perfetto lavoro della squadra: oggi ovviamente non possiamo che spendere nuovamente belle parole nei confronti del team diretto da Dave Brailsford che si conferma sempre più competitivo su tutti i fronti.
Pur essendo nel complesso un'altra frazione da velocisti, la tappa di oggi è stata abbastanza diversa da quella che l'ha preceduta. Nella parte iniziale il percorso era praticamente tutto in pianura ed il protagonista assoluto è stato Filippo Savini (ancora Colnago all'attacco) che è scattato al chilometro 0 e si è fatto una lunghissima fuga di 150 chilometri tutta da solo venendo ripreso ai meno 28 dopo aver toccato un vantaggio massimo di 11'. Stavolta nell'avvicinamento alle fase finali di corsa, il gruppo non si è limitato a sonnecchiare tranquillo, ma ha offerto qualche spunto come ad esempio i passaggi ai due traguardi volanti: nel primo, dopo neanche 25 km di corsa, Mark Cavendish è andato a prendersi un abbuono di 2" davanti all'olandese Poels e facendo pensare che volesse fare il pieno per recuperare i 13" che lo separavano in classifica da Matthew Goss; al secondo sprint con abbuoni il missile dell'Isola di Man, però, s'è fatto da parte e dietro a Savini s'è piazzato ancora Poels, un corridore con ambizioni di classifica che quindi oggi ha recuperato 3" nella generale.
Dopo aver affrontato la salita di Todi il plotone s'è trovato ad affrontare un tratto ricco di saliscendi, di curve e, soprattutto, con un vento molto forte: le tante svolte non rendevano facile la formazione di ventagli ma molte squadre, la GreenEDGE in particolare, si sono messe in testa a tenere un ritmo molto elevato che però non ha fatto staccare più di una trentina di atleti; tra i corridori rimasti nelle retrovie segnaliamo anche l'americano Andrew Talansky, vittima di una caduta (giornataccia per la Garmin che sempre per una caduta ha perso Navardauskas), che rinuncia così alla possibilità di un piazzamento in classifica tra i primi dieci. Questo tratto è stato quello in cui Filippo Savini è stato ripreso ma ha fatto anche soffrire le gambe di parecchi corridori, tra cui proprio Mark Cavendish.
Negli ultimi chilometri, infatti, la Sky non s'è mai vista e la situazione nella testa del gruppo era piuttosto confusa visto che non c'era nessuno in grado di organizzare un treno vero e proprio. Due maglie nerazzurre si sono viste risalire posizioni solamente in prossimità dell'ultimo chilometro ma Cavendish, portatore quest'oggi della maglia rossa della classifica a punti, non c'era: lì si è capito che l'uomo da seguire sarebbe stato Edvald Boasson Hagen. Il norvegese, però, è stato bravo a rimanere vigile ma coperto mentre davanti si assisteva ad un bel duello tra la Garmin e la Liquigas per prendere in testa l'ultimo curvone: lo spunto di Robert Hunter è stato ottimo ed il sudafricano è riuscito a scavalcare Daniel Oss che si è ritrovato chiuso all'imbocco della curva ed è stato costretto a tirare i freni per non mandare a terra tutto il gruppo.
Il rallentamento di Oss ha fatto perdere velocità anche a Sagan mentre davanti Hunter era stato capace di guadagnare, senza forse accorgersene, qualche metro perdendo di vista Farrar: l'americano è stato quindi costretto a scoprirsi di nuovo per primo esponendosi al recupero di chi aveva in scia visto che l'ultimo rettilineo era in pavé e con una leggerissima pendenza a salire. Un finale quindi adattissimo a velocisti potenti e forse è anche grazie a questo che Boasson Hagen è riuscito a tenere a bada André Greipel, secondo, e Peter Sagan, terzo. Il primo degli italiani è stato Manuel Belletti, quinto, con Elia Favilli nono. In classifica generale Matthew Goss oggi è rimasto davanti a tutti, anzi, ha anche guadagnato 3" sui suoi compagni di squadra a causa di un buco in volata.