Vuelta a Andalucía 2012: Questo Valverde non è cambiato - Arrivo in salita, vince ancora il murciano
Se da qualche parte nel mondo è già stata inventata una macchina del tempo, probabilmente allora Alejandro Valverde l'ha già sperimentata: il 2011, infatti, sembra non essere proprio esistito per il murciano perché il corridore che stiamo ammirando in questi primi mesi del 2012 è esattamente quello che avevamo lasciato al Tour de Romandie 2010.
Dopo la vittoria in cima alla collina di Willunga al Tour Down Under, Valverde ha trovato sulla sua strada un altro arrivo in salita ed il risultato non è cambiato: il capitano della Movistar è risultato ancora una volta il più forte, proprio come se l'anno e mezzo di lontananza dalle gare non fosse mai esistito. Tra i ciclisti che recentemente sono tornati in gruppo dopo una squalifica, tutti hanno impiegato un po' di tempo per tornare sui propri standard e alcuni invece neanche ce l'hanno fatta: Valverde no, alla prima gara ha subito vinto ed esattamente un mese dopo (21 gennaio-21 febbraio) è stato capace di ripetersi, per di più contro avversari di buon livello.
E sì perché, alla Ruta del Sol (o Vuelta Andalucía), gli avversari di Balaverde sono Denis Menchov, Frank Schleck, Igor Antón, Samuel Sánchez, Robert Gesink e gente in grande crescita come Taaramae, Mollema o Coppel. L'ascesa verso il Santuario Virgen de Araceli di Lucena sembrava però fatta apposta per esaltare le caratteristiche di Valverde: la salita infatti non era molto lunga (5 km circa) e si divideva tra una prima parte con pendenze regolari e non troppo impegnativa, ed un vero e proprio muro negli ultimi 1600 metri con punte anche al 18%. Ed è stato proprio all'ultimo chilometro che il proiettile verde della Movistar ha iniziato il suo show.
Questa seconda tappa della Vuelta Andalucía si è animata solamente negli ultimi quattro chilometri, ossia una volta che la lunga fuga solitaria del francese Buffaz (stavolta senza crisi di pianto, vedi la tappa di Pinerolo al Giro 2007) era stata annullata. La Movistar a quel punto s'è messa in testa al gruppo a scandire il ritmo trovando a tratti anche la collaborazione della RadioShack (per Frank Schleck) e della Saur (per Coppel): il forcing degli uomini di Unzué ha prodotto quindi l'allungo di Beñat Intxausti assieme a David Le Lay, Simon Spilak e Aitor Galdos che sono stati raggiunti proprio all'inizio del tratto più duro.
Su queste rampe Valverde ha fatto praticamente le prove generali per il Muro di Huy, giocando prima in attesa e poi dando sfogo a tutta la sua esplosività negli ultimi 500 metri: gli sono bastate poche pedalate per riuscire a fare la differenza e sul traguardo ha lasciato Mechov, Taaramae e Schleck addirittura a 10"; bravo il nostro Matteo Carrara che ha limitato i danni perdendo solo 21" e chiudendo in settima posizione. Nonostante la scarsa lunghezza della salita finale e il distacco accusato nel prologo a cronometro, Valverde è riuscito a conquistare anche la maglia di leader della classifica generale: adesso in classifica l'estone Rein Taaramae ha 3" di ritardo, Coppel è a 8" e Menchov a 14".
Questa seconda vittoria stagione di Alejandro Valverde, però, potrebbe aprire qualche interrogativo in casa Movistar perché il proprio corridore più rappresentativo e più indicato ad ottenere risultati nelle corse più importanti non porterà punti nella classifica di merito per le licenze World Tour e la formazione spagnola per ora non è andata a segno con altri corridori: la stagione è lunghissima e mancano tutti gli appuntamenti prestigiosi ma un po' di pressione in più inizierà a farsi sentire.