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Tour de San Luis 2012: Crono, Levidente superiorità - Leipheimer su Nibali, Contador perde il primato

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Vincenzo Nibali sul podio con Levi Leipheimer, primo nella crono di San Luis © BettiniphotoLevi Leipheimer, o 20 km per cambiare completamente faccia a una corsa. I 20 km sono quelli della cronometro di San Luis, quarta tappa della gara che prende il nome dalla stessa località in cui oggi l'americano ha regalato ai suoi tifosi il primo successo con la nuova maglia della Omega Pharma-Quick Step. Un successo che era sfuggito di poco a Levi ieri, ma che aveva già abbondantemente arriso al team, viste le due affermazioni di Chicchi in avvio di gara.

E vista la grande propensione della formazione belga alla vittoria in questi giorni, non era difficile immaginare che l'espertissimo statunitense (38 anni compiuti a ottobre) potesse in effetti lasciare un bel segno nella prova contro il tempo. Quello che magari si immaginava meno era che Leipheimer desse una tale mazzata agli avversari: di Contador, che l'aveva battuto al Mirador del Potrero, non rimangono che briciole: lontano più di un minuto dall'ex compagno di squadra (in Discovery Channel e in Astana), Alberto è rotolato talmente lontano in classifica (tutto ciò in relazione al disegno delle prossime tappe, s'intende), che dovrà inventarsi un numero d'alta scuola, domani a Merlo, se vorrà ribaltare nuovamente la situazione.

In questa giornata, chi ha trovato a sua volta modo di brillare è stato Vincenzo Nibali, che per qualche minuto ha accarezzato intensamente il sogno di vittoria, ma che si è dovuto inchinare alla fine alla superiorità di Levi (che ultimamente ama mazzolare gli italiani nelle crono, vedi Cunego all'ultimo Suisse).

La prova, come detto lunga 20 km, constava di un'andata e un ritorno, cosicché nei primi 10 km i corridori si sono trovati col vento in poppa, ma negli ultimi 10 le correnti contrarie hanno reso la vita difficile a più d'uno. Dopo che le fasi iniziatli della prova avevano visto un buon Ben Day segnare il tempo di 23'59" e installarsi per diverso tempo in testa all'ordine d'arrivo provvisorio, e dopo che l'argentino Matias Medici, partito 39' dopo il collega, ha limato il limite di 23", è stato - in maniera anche sorprendente - il brasiliano Magno Prado Nazaret a introdurre la contesa al suo livello più alto.

Dodicesimo in classifica alla vigilia, il 26enne della Funvic ha rifilato 19" a Medici, e si è portato in testa. D'accordo, Magno è pur sempre il campione nazionale brasiliano contro il tempo, ma non si pensava che sarebbe stato in grado di dare bei distacchi a tanti professionisti del World Tour. Anche se è stato grande (Magno, appunto), la sua gioia è stata però di brevissima durata: il ragazzo non ha fatto neanche in tempo a capire a cosa potesse ambire, che Sylvain Chavanel, partito due turni dopo di lui, ha fatto meglio di appena 5".

Con Chavanel in testa e i primi 10 della vigilia in dirittura d'arrivo, la gara è definitivamente decollata. Trascurabile la prova di Arroyo (nono in classifica, solo 71esimo nella crono), buonina quella di Luis Mansilla, ottavo nella generale, quinto quando ha tagliato il traguardo, nono alla fine. Nell'altalena di San Luis abbiamo quindi siglato il giù di Sarmiento (settimo in partenza, 44esimo alla fine) e il su di Serpa (sesto in avvio, settimo al traguardo, 12esimo alla fine, ma comunque in netta ripresa dopo la caduta dell'altro giorno).

Quindi, la grande prestazione di Nibali: partito senza troppi squilli di tromba dopo il risultato in chiaroscuro di ieri (benino ma non benissimo al Mirador), Vincenzino è stato in grado di tenere un ritmo eccellente, tanto da fermare il cronometro su 22'56", primo ad abbattere la soglia dei 23', e primo a far meglio di Chavanel, distanziato di 16". A quel punto per Vincenzo è stato impossibile non sognare il ritorno al successo dopo un'intera stagione (quella del 2011) in cui è rimasto a secco. Impossibile non sognare anche se, dal percorso, giungevano notizie di Leipheimer e Contador scatenati.

Intanto concludevano la prova Daniel Díaz, subito alle spalle di Serpa, e Stefan Schumacher, inseritosi tra Nibali e Chavanel a 15" dal siciliano.

Leipheimer, allora: «Volevo a tutti i costi vincere e omaggiare così il mio nuovo team», ha dichiarato a fine tappa a CyclingNews, «e tra l'altro avevo ricevuto le indicazioni di Bert Grabsch, che aveva gareggiato prima di me e che mi aveva dato dei consigli ottimi... e parliamo di uno che è stato Campione del Mondo a cronometro...». Ci si poteva fidare, insomma. Che abbia effettivamente fatto tesoro delle indicazioni del coéquipier tedesco, o che abbia semplicemente dato libero sfogo a quello che aveva nelle gambe, fatto sta che Levi ha cesellato una prestazione ottima, considerando che siamo in gennaio. Alla fine la media di Leipheimer è stata di 51.88 km/h, per un tempo di 22'33", ben 23" meglio di Nibali.

Se le voci sulla prova di Levi si erano rivelate veritiere, non altrettanto è andata con Contador: il quale, in realtà, il ritmo di gara non l'ha trovato proprio mai, o meglio, stando a quanto lui stesso ha detto a Biciciclismo, «non è stata la cadenza a mancarmi, quanto un po' di ore sulla bici da crono», e in effetti qualcosa doveva essere, altrimenti come spiegare lo scialbo sesto posto di giornata, a 1'01" da Leipheimer? Ovviamente Alberto non si rammarica più di tanto, visto che «spero di essere in forma tra due mesi per le gare di marzo-aprile, e poi ovviamente al Tour; non è il risultato di oggi ad essere deludente, semmai quello di ieri ad essere insperato. Il piazzamento odierno rientra nella normalità».

Contento lui contenti tutti, verrebbe da dire, certo un po' di brio Contador l'avrà perso dando una scorsa alla classifica generale, che ora vede Leipheimer (alla vigilia secondo a 4" dal madrileno) tutto solo al comando con 53" su Schumacher, 55" su Nibali, e 57" sullo stesso Alberto. Come dire che la lotta per il secondo posto finale, domani, sarà spettacolare, con tre corridori in 4". Gli altri (da Chavanel quinto a 1'20" a Díaz sesto a 1'36", da Mansilla settimo a 1'43" a Serpa e Prado ottavo e nono a 1'49") potranno al massimo aspirare a un posto sul podio, se nella tappa regina di Merlo (arrivo in cima al Mirador del Sol, oltre 6 km di salita con qualche tratto - tra cui l'ultimo km - al 15%) faranno una gara di rilievo. L'anno scorso, ad ogni buon conto, arrivò una fuga da lontano (e vinse l'argentino Messineo). In maglia arancione c'era un ragazzo che manca a tutti in gruppo: Xavier Tondo.

Marco Grassi

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