Tour de San Luis 2012: Il Contador che non TASpetti - Primo show dell'anno in salita. Leipheimer 2°, Nibali presente
- Tour de San Luis 2012
- Colnago - CSF Inox 2012
- Liquigas - Cannondale 2012
- Omega Pharma - Quick Step 2012
- Team Saxo Bank - Tinkoff Bank 2012
- Adrian Palomares Villaplana
- Alberto Contador Velasco
- Angelo Pagani
- Arnold Alcolea Nuñez
- Cayetano José Sarmiento Tunarrosa
- Daniel Ricardo Díaz
- David Arroyo Duran
- Edwin Alcibiades Ávila Vanegas
- Giovanni Visconti
- Gregory Duarte
- Jackson Rodríguez
- Jesús Hernández Blázquez
- Jorge Alberto Giacinti
- José Rodolfo Serpa Pérez
- Juan José Haedo
- Levi Leipheimer
- Luis Mansilla
- Mathieu Perget
- Mauricio Alberto Ardila Cano
- Maximiliano Ariel Richeze
- Michael Rasmussen
- Miguel Ángel Rubiano Chávez
- Patricio Almonacid
- Renato Aparecido dos Santos
- Stefan Schumacher
- Sylvain Chavanel
- Tomas Swift Metcalfe
- Troels Rønning Vinther
- Vincenzo Nibali
- Uomini
L'ultimo Contador che avevamo visto in gara nel 2011 era quello sconfitto e un po' abbacchiato uscito dal Tour de France a fine luglio. La bellezza di sei mesi dopo, il Pistolero di Pinto ci fa omaggio di sé e si ripresenta, fasciato nella nuova (bella) versione della maglia Saxo Bank, non solo ai nastri di partenza di una corsa, il Tour de San Luis, ma addirittura vincente alla prima occasione adatta.
Differenze tra l'Alberto di luglio e quello di gennaio: oltre al cambio di colore della maglia, il madrileno si è nel frattempo sposato, e ha pure messo su panzetta, se è vero che deve perdere 7 chili (secondo quanto lui stesso dichiara) di qui a breve se vorrà presentarsi in perfetta forma agli appuntamenti centrali della sua stagione.
Similitudini tra l'Alberto di luglio e quello di gennaio: a parte la voglia di vincere che è sempre la stessa (che l'aveva spinto al magnifico tentativo di Galibier II-Alpe d'Huez), come allora Contador ha una squadra decente ma non eccezionale, e come allora ha una classe che solo episodicamente gli avversari riescono a contrastare in maniera efficace. Inoltre, oggi come sei mesi fa, Alberto è in attesa di un pronunciamento del TAS sul caso del clenbuterolo (o meglio, sul ricorso presentato da UCI e WADA contro l'assoluzione del campione da parte della federciclismo spagnola). Oggi come sei mesi fa, tale pronunciamento è dato in arrivo entro pochi giorni, e a questo punto se fossimo in un numero classico del cabaret partirebbe una timida risata, siccome invece siamo in un numero classico del ciclismo parte l'orticaria (in alcuni casi l'orchite).
Ricordando quindi per puro dovere di cronaca (o masochismo, che dir si voglia) che questa, come anche le ultime (fondamentalmente quelle del Giro 2011), è una vittoria sub judice, possiamo passare baldanzosi al resoconto della scoppiettante terza tappa del Tour de San Luis 2012.
Partiti subito in fuga l'uruguayano Gregory Duarte (in gara con la selezione nazionale) e il britannico Tomas Metcalfe della Carmin-Prio, i due hanno dovuto aspettare di essere in tre (con l'arrivo su di essi del brasiliano Renato Aparecido Dos Santos) per toccare il vantaggio massimo sul gruppo (7'30" dopo 40 km di tappa). Nel frattempo, era stata superata la prima salitella di giornata (Alto La Florida, con Metcalfe davanti a Duarte e Dos Santos) e ci si accingeva ad aggredire la seconda e ben più impegnativa, l'Alto de Nogolí. Troppo dura, questa scalata di quasi 20 km, perché il margine dei 3 non crollasse e perché a qualcun altro, in gruppo, non venisse il desiderio di provarci.
Una ventina di contrattaccanti sono infatti emersi dal plotone e hanno ripreso i battistrada proprio in cima (al km 60 dei 168 totali), con Dos Santos che ha preceduto Rubiano e Duarte al Gpm. Tra i 21 rimasti in testa alla corsa a fine discesa, nomi noti come Visconti, Perget, Chavanel, Jackson Rodríguez, Sarmiento, Palomares, Ardila, Rasmussen e Jesús Hernández, compagno di Contador. Il margine tra gli attaccanti e il gruppo dei migliori era comunque risicato, sicché subito dopo il primo sprint intermedio di giornata (con Giacinti che ha preceduto Visconti e Rubiano), si è riformato in testa un plotone di 60 unità.
Il tempo di rifiatare, ed ecco, al km 90, il contropiede di Angelo Pagani, già tra i 21 d'avanguardia, e pronto a un'azione personale che, passando da un vantaggio massimo di un paio di minuti, si è protratta fin quasi al secondo sprint intermedio (vinto da Avila su Vinther e JJ Haedo). Il 23enne della Colnago può anche imprecare contro la malasorte, visto che una foratura ai 25 km ne ha stroncato le già non grosse velleità di successo, abbattendo il margine sul gruppo nonché il morale del ragazzo.
Superato il traguardo volante di La Punta (km 152) rimanevano 10 km interlocutori prima della salita conclusiva, i 5 km del Mirador del Potrero. La Saxo, tirando a lungo il drappello dei più forti, aveva già fatto balenare l'ipotesi che Contador stesse bene e volesse provarci. E in effetti nei 3 km finali il madrileno - altro che pensiero rivolto al TAS! - s'è preso la scena, promuovendo un primo attacco a tre insieme all'argentino Daniel Díaz e a un reattivo Nibali, rispondendo a un contropiede di Díaz ai 2 km, e poi assestando la stoccata finale all'ultimo chilometro: sullo scatto decisivo, il solo Leipheimer ha saputo reagire, accodandosi all'ex compagno di squadra, ma non riuscendo a competere nella volata a due che ha lanciato Alberto verso il primo successo stagionale.
Era dal 2005 che Contador non vinceva in gennaio, e soprattutto che non vinceva fuori dall'Europa: allora, quando si impose a Willunga al Tour Down Under, non era che un giovanotto di belle speranze; oggi è il campione forse più significativo del ciclismo. Grande quindi la gioia del pubblico argentino che ha potuto acclamare Alberto sul podio, su cui lo spagnolo è salito anche per indossare la maglia arancione di capoclassifica.
Al terzo posto di tappa si è piazzato Rubiano a 5" dalla coppia al comando, quindi quarto Schumacher a 9", quinto Díaz a 12", sesto e settimo i due Liquigas Sarmiento e Nibali, transitati con Serpa e Luis Mansilla a 26" dal vincitore. Un Visconti non disprezzabile (visto anche in testa al gruppo sulla salita finale) ha chiuso la top ten a 35", davanti al compagno Arroyo e a Chavanel.
Anche nella generale c'è Leipheimer alle spalle di Contador, distanziato di 4" (ovvero la differenza tra l'abbuono del primo e quello del secondo di oggi). Terzo è Schumacher a 19", quarto Díaz a 22", quinto Nibali a 36", stesso ritardo di Serpa, Sarmiento e Mansilla. Arroyo e Chavanel, a 45", completano la classifica per quanto riguarda i primi dieci.
Domani la cronometro di quasi 20 km intorno alla città di San Luis darà un'ulteriore sistemata alla graduatoria, e a questo punto Contador, giacché è in testa, proverà a difendersi (ha dichiarato che, per quanto sia stata insperata questa sua affermazione odierna, ora cercherà di tenere la maglia arancione fino alla fine), ma se pure dovesse perdere qualcosa da Leipheimer, potrebbe riprovare il colpo in salita dopodomani al Mirador del Sol. Chi non potrà provare più niente in questo Tour de San Luis sono quelli che si son dovuti ritirare a causa di cadute oggi: tra gli altri, il cubano Alcolea, andato giù lungo la discesa dall'Alto de Nogolí e poi trasportato in ambulanza all'ospedale, e il cileno Almonacid, finito sull'asfalto in un capitombolo con Maxi Richeze a una trentina di km dal traguardo. Per entrambi sono da escludere conseguenze serie.