Tour Down Under 2012: Fotofinish Greipel, ma Petacchi è lì - Terzo Hutarovich. Pavarin in fuga da lontano
- Tour Down Under 2012
- Lampre - ISD 2012
- Lotto Belisol Team 2012
- Orica - GreenEDGE 2012
- Rabobank Cycling Team 2012
- Sky ProCycling 2012
- Alessandro Petacchi
- André Greipel
- Daniele Bennati
- Eduard Vorganov
- Fabio Sabatini
- Frédéric Guesdon
- Jürgen Roelandts
- Manuel Belletti
- Marcello Pavarin
- Martin Kohler
- Matteo Montaguti
- Rohan Dennis
- William Clarke
- Yauheni Hutarovich
- Uomini
Non è che Alessandro Petacchi, abituato da secoli a dominare l'esordio costaetrusco di Donoratico, poteva pensare di scendere al caldo dell'Australia e mettere in crisi gerarchie solidamente perpetuatesi negli anni. Eppure stava per farcela, il grande AleJet, stava per riuscire a mettere il sale sulla coda del già scatenato Greipel d'Oceania, nella prima vera corsa dell'anno, coincidente con la prima tappa del sempre più classico Tour Down Under.
Nell'epilogo allo sprint di Clare, lo spezzino si è reso protagonista di un'ottima volata e ha portato al fotofinish il tedesco, che pure è in uno stato di forma visibilmente più avanzato rispetto al capitano della Lampre. Ma quel che s'è visto nella frazione d'apertura del TDU è un Petacchi che, a quanto par di capire, non ha nessuna intenzione di abdicare al ruolo di protagonista delle volate, e che inizia da qui, dagli antipodi, la rincorsa al sogno di un bis sanremese, per quella che sarebbe un'impresa difficilissima ma non impossibile.
Sotto un sole che spacca in quattro, 42°C d'allegria e un vento forte a spazzare la strada (raffiche fino a 40 km/h), il Down Under 2012 è partito con una fuga a 4, messasi in marcia subito dopo la partenza da Prospect. Ad animarla, lo svizzero Kohler (già maglia verde per qualche giorno all'ultimo Giro), il russo Vorganov, l'australiano (giovanissimo) Dennis e l'italiano Pavarin. Quest'ultimo è l'uomo che si è accollato la maggior parte del lavoro in testa, ma tale lavoro è stato ben ripagato da un vantaggio che, dopo pochi chilometri d'azione, si sostanziava già in 11' sul gruppo.
Un margine, quello del quartetto di testa, che ha riempito di convinzione i battistrada, mentre il plotone era alle prese con ventagli vari e poca voglia di inseguire (con la sola eccezione della GreenEDGE, che ha a lungo rullato in testa, pur senza fare sfracelli).
Ma se le intenzioni degli attaccanti (tra i quali Kohler si è aggiudicato i due sprint con abbuoni della tappa - 6" per lui - mentre Pavarin è scattato a conquistare il primo Gpm della corsa, e con esso la relativa maglia di migliore scalatore) erano più che buone, il vento, spesso contrario, si è frapposto malamente tra tanta ambizione e la realizzazione dei sogni di gloria. Sicché, se ai 50 km il vantaggio dei fuggitivi era ancora vicino agli 8', ai -40 tale vantaggio era già crollato a 4'. E la tendenza all'assottigliamento del margine non è stata invertita dal coraggioso tentativo solitario di Rohan Dennis, 22enne fresco bicampione australiano (sia in linea che a crono) della categoria Under23.
Il ragazzo, che corre il Down Under con la maglia della UniSA, è scattato a 18 km dalla conclusione, ha tentato di difendere coi denti un minutino, ma si è dovuto arrendere a 7 dal traguardo (gli altri tre erano stati ripresi ai -12). A quel punto l'attesa volata era praticamente realtà: restava da vedere soltanto chi si sarebbe imposto, anche se il maggiore indiziato era proprio Greipel, vincitore del Down Under Classic, domenica.
Con Sky e Lotto davanti già prima dei 5 km, e con Lampre e Rabobank a tentare di ridiscutere l'assegnazione di ruolo guida nella volata, abbiamo fatto in tempo ad assistere anche a un tentativo d'anticipo, ai 3 km, operato da William Clarke sulla salitella che contraddistingueva il finale; ma l'australiano (anch'egli in maglia UniSA) è stato ripreso ai 2 km, e a quel punto la volata era praticamente lanciata. Il treno Sky, come già domenica, non è stato in grado di gestire al meglio il finale, disperdendosi nell'ultimo chilometro (anche a causa di una caduta che ha rimescolato un po' di carte agli 800 metri e che potrebbe aver lasciato il segno sulle ossa di Montaguti, Roelandts e Guesdon).
Il testa a testa tra Greipel e Petacchi, con quest'ultimo soccombente, è valso l'ipotetico prezzo del biglietto per il tanto pubblico presente, e per ora nella sfida tra i due sprinter europei il capitano della Lotto s'è portato in vantaggio. Al terzo posto di giornata il bielorusso Hutarovich, a completare un podio di tutto rispetto (se parametrato, tra l'altro, a chi ne è rimasto fuori), quindi altra Italia, con Sabatini quarto e Bennati quinto, mentre Belletti ha chiuso al decimo posto. Domani la seconda tappa offrirà una subitanea chance di rivincita, a Stirling, su un traguardo che tira leggermente in su e che potrebbe chiamare all'azione gente che risponde al nome di Freire o Boasson Hagen o Goss. Ma Petacchi c'è, sta bene e ha dimostrato di potersela giocare. E, soprattutto, di averne la voglia.