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Giro d'Italia 2012: Acquarone spiega le sue ragioni - RCS sul blog: ma non convince del tutto

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Il Direttore Generale di RCS, Michele Acquarone - Foto bicibg.it

Michele Acquarone è un giovane 39enne sanremese. Direttore Generale di RCS, ha assunto maggiori poteri dopo l'uscita di scena di Angelo Zomegnan. Ventiquattr'ore dopo aver comunicato le wild card per le corse RCS - soprattutto per il Giro - applausi o improperi sono perciò indirizzati o meglio, cantati, proprio al sanremese. Che in quanto giovane, ama il confronto con il suo pubblico sul web.

Twitta e ritwitta, ha persino un blog ("un blog all’insegna della trasparenza per raccontarvi il dietro le quinte del lavoro dell’organizzatore") in cui l'ammiraglio rosa - così si definisce sulle sue pagine web - dà spiegazioni all'uomo della strada. E dopo l'invito della NetApp in luogo dell'Acqua & Sapone al Giro d'Italia Acquarone, da buon ammiraglio, ha comunicato criteri di selezione delle wild card nonché opinioni, rimpianti e desideri per il futuro.

Acquarone ed il suo team avevano "studiato un metodo che potremmo definire innovativo e democratico" nella scelta delle wild card: niente di più, niente di meno che un dossier che le squadre dovevano consegnare ad RCS entro il 31 dicembre. All'interno andavano elencate "etica e qualità sportiva del team; attività di marketing già in essere ed eventuali attività dedicate create ad hoc per i nostri eventi, risonanza mediatica prevista", annunciava l'ammiraglio rosa il 23 dicembre scorso. Insomma, conosciamoci meglio.

Balzava all'occhio anche al profano come le "qualità sportive" emergessero soltanto in uno dei quattro punti elencati. Giustamente una struttura per essere solida deve poggiare su basi ben resistenti. Pareva che il marketing prevalesse su qualsiasi classifica, infatti così era e così è.

Vediamo perciò le spiegazioni di Acquarone che parte subito in quarta, precisando che esiste un calendario World Tour per le squadre ProTour ed uno continentale per le formazioni di seconda fascia. Le wild card "dovrebbero essere un extra".

Il fatto che ci siano ProTour costrette a presentarsi alle corse RCS e Professional che "minacciano di lasciare il ciclismo perché hanno ricevuto 'solo' tre wildcard e sono escluse dal Giro d’Italia" (riferimento più limpido all'Acqua & Sapone non ci poteva essere) gli fa pensare che "sia necessario un chiarimento nelle sedi opportune". Giustissimo, ma la visibilità (e quindi il ritorno economico) che dà il Giro non lo potrà dare mai nessun circuito continentale. Ma prima di tirare le conclusioni andiamo avanti.

Sgomberato il campo dai problemi di fondo di cui sopra, l'ammiraglio rosa ci porta con sé nel backstage, insieme a Mauro Vegni (Responsabile tecnico sportivo), Marco Gobbi Pansana (Responsabile marketing) e Pier Bergonzi. Acquarone ci confida che da un punto di vista prettamente tecnico Vegni ha apprezzato Farnese Vini, Colnago - Csf Inox, Androni Giocattoli ed Acqua & Sapone mentre la tanto decantata Europcar nemmeno l'ha presentata, una propria candidatura (al dossier richiesto la formazione di Bernadeau ha inviato ad RCS Sport una misera email).

Dov'è il problema per i quattro inviti, dunque? Nel fatto che, dal punto di vista del marketing, Gobbi Pansana è stato convinto da NetApp (e s'è visto), TeamType1 e Farnese Vini. Bergonzi ha perorato la causa del ciclismo italiano, in cerca di giovani talenti e della resurrezione dopo un anno disastroso. La Farnese ha convinto tutti ed Acquarone augura "a questo progetto di poter diventare stabilmente la terza realtà del ciclismo italiano".

Ma il coup de théâtre arriva poche righe sotto. "Il Giro d’Italia di fatto assegnava 3 wildcard visto che un posto andava di diritto all’Androni Giocattoli (accordo con Federciclismo per vittoria coppa Italia)". È lo stesso Acquarone che ad inizio dicembre, dalle pagine di Bicisport, auspicava inviti al Giro per squadre estere e non dava per scontato nemmeno il posto spettante alla banda di Gianni Savio ("So che c'era un accordo tra Angelo Zomegnan e Renato Di Rocco ma non ho trovato nulla di scritto", dichiarava allora)? Cambiamenti di idea repentini o lettura in tutta fretta dell'articolo 9 del Regolamento Campionato italiano a squadre ("La Squadra Campione d’Italia avrà il diritto-dovere di partecipare, a seguito di un esplicito accordo tra F.C.I., CCP-Lega e R.C.S. Sport spa, alla manifestazione “Giro d’Italia 2012")?

Tant'è che gli Androni faranno parte della carovana rosa. Insieme a loro, com'è noto, "Farnese e Colnago (tecnico-sportivo) e la NetApp (marketing)". Chi avrà storto il naso all'ultima parola (o all'ultima squadra) è accontentato con spiegazioni supplementari. La NetApp è stata invitata in quanto "può dare al Giro un grande boost in termini di promozione e comunicazione sul mercato tedesco e non solo". Come volevasi dimostrare, con buona pace dei pur bravi Benedetti, König e Brändle (tre nomi a caso che forse Acquarone imparerà a conoscere da qui a maggio).

Ma il capolavoro, quello che hanno in testa gli appassionati, e non soltanto da ieri pomeriggio, arriva ancora dopo: "La vera scommessa è sul piano sportivo, la NetApp riuscirà a ben figurare in una corsa dura ed impegnativa come il Giro? Denk ci assicura che faranno un grande Giro e noi gli abbiamo dato fiducia". Ben detto, ammiraglio! Verranno a correre come Dio comanda, questi tedeschi, o a fare soltanto i turisti? Augurandoci che la prima ipotesi sia quella esatta, pensiamo che Ralph Denk non possa certo essere testimone attendibile quando parla della sua squadra. Trovate in gruppo un team manager che, in vista di un invito ad una grande corsa a tappe, avrebbe risposto: 'Verremo di sicuro ma a prendere un po' di sole e fare la gamba'. Altamente improbabile.

Vista l'opportunità avuta, i NetApp ci metteranno l'anima ed anche di più e se l'ammiraglio dovesse chieder loro di smontare e rimontare partenze ed arrivi, forse sarebbero disposti a fare anche quello, con un invito in tasca. NetApp o non NetApp, c'è da dire che Acquarone pare davvero soddisfatto della risposta dei teutonici ed anzi, rimane un po' con l'amaro in bocca per non poter vedere al via del Giro (ma saranno a Sanremo e Lombardia) i ragazzi del Project 1t4i (Kittel e Degenkolb su tutti). È questo uno dei tre rimpianti dell'ammiraglio rosa (gli altri due sono aver escluso il TeamType1, "la squadra più penalizzata dalle decisioni di ieri. Avrei voluto poter fare di più per veicolare il suo messaggio nobile di speranza e di vita" ed aver impedito a Garzelli di chiudere la carriera al Giro).

Se 1t4i ha stupito piacevolmente Acquarone, si è deciso di dare una possibilità anche alla Colombia Coldeportes (oltre che all'Androni di Rujano ed all'Acqua & Sapone di Betancur) "affinché i corridori sudamericani possano dimostrare tutto il proprio valore nelle nostre corse World Tour".

Il terrore, se così si può definire, veniva dalla Cina più che dalla Germania. Così Acquarone il 23 dicembre "intimoriva" gli appassionati europei: "Parlando di nuove opportunità per il ciclismo perché non considerare anche [...] la Champion System che nel 2012 porterà la Cina e i suoi corridori nella famiglia del grande ciclismo?". L'ammiraglio rosa oggi si risponde da solo: "Cina: il progetto della Champion System non ci ha convinto né dal punto di vista sportivo né di marketing. Più che una scommessa è sembrato un azzardo. Rimandati al prossimo anno". Sospiro di sollievo? Nemmeno per sogno! La Chjampion System è sì un azzardo, che però riproporranno, se ce ne sarà possibilità, nel 2013, attenzione.

Dolenti note - oltre che dai cinesi che non convincono - anche da Francia, Belgio e Spagna, "non pervenuti. Evidentemente i loro obiettivi (purtroppo?) sono altrove". Finalmente, come appena sbarcato da Marte, ce ne siamo accorti! I Paesi che ciclisticamente contano non se lo filano proprio, il Giro, preferendo chi il Tour, chi la Vuelta. Qualcuno pure il Tour of California, ma questo è un altro discorso.

E l'Italia? Ammiraglio, ci illumini! Detto, fatto: "L'Italia sta sfornando ottimi giovani talenti ma manca di grande progettualità ed RCS Sport con le sue wildcard non può e non deve continuare ad essere la cura di tutti i mali (il caso Geox ci deve far ben riflettere)".

Punto primo: nell'arco di due paragrafi Acquarone si è già scordato di quella "Farnese che tra tutte le candidate è quella che ha presentato il progetto complessivamente migliore in termini di commitment, atleti e marketing"? Forse la include tra le squadre britanniche (la squadra di Scinto è affiliata infatti in Gran Bretagna), se l'Italia manca di progettualità. Punto secondo: se il caso Geox deve far riflettere (invitata al Giro 2011 ma non al Tour, a fine stagione è comunque uscita dal ciclismo) e invogliare le Professional italiane ad avere una loro progettualità, obiettivi ben definiti nel calendario continentale e le wild card come un extra, riesce impossibile immaginare la gioia di Enio Barbarossa, Presidente di Acqua & Sapone, nell'apprendere che la squadra su cui ha investito da dodici anni a questa parte non godrà di alcun ritorno economico senza l'invito al Giro.

Giovane, gran comunicatore, adesso anche blogger, Acquarone va premiato per il fatto di voler condividere le sue decisioni con pubblico, appassionati, lettori, addetti ai lavori. Se la decisione di escludere dalla corsa rosa l'Acqua & Sapone per una Professional tedesca da un lato può far storcere il naso (o lasciare il ciclismo, dipende dai punti di vista), d'altra parte questa potrebbe essere una mossa (speriamo vincente) di Acquarone per far sì che le Professional della nostra penisola acquisiscano una loro progettualità, andando ben oltre la speranza nell'invito al Giro.

Non solo di Italia parla però Acquarone, perché è vero che l'apertura alla Cina è in standby ma quella verso la Germania è assolutamente netta. Da buon sanremese, l'ammiraglio rosa è affezionato alle nuove proposte. Anche al Giro.

Francesco Sulas

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