Giro d'Italia 2012: What's NetApp? L'ospite tedesco - Nella squadra anche il nostro Cesare Benedetti
Appena letto l'annuncio di RCS Sport con le formazioni invitate al Giro d'Italia in molti si saranno sicuramente stropicciati gli occhi nel leggere il nome del Team NetApp: reazione comprensibile, anche perché la squadra tedesca non è certamente tra le più conosciute e blasonate e nel suo organico non ha campioni dal palmarès sconfinato. E allora andiamo a conoscere meglio questi ragazzi della NetApp perché da qui a maggio dovremmo cercare di abituarci bene a quelle maglie bianche, verdi e blu che vedremo in azione al Giro.
Innanzitutto incominciamo con un po' di storia perché il Team NetApp è giovanissimo eppure sta facendo enormi passi in avanti anno dopo anno: la squadra ha esordito nella categoria Continental solo nel 2010 sotto la guida del team manager Ralph Denk, 38enne bavarese da sempre legato al mondo delle due ruote. È bastata appena una stagione e subito è arrivata la promozione nella categoria Professional diventando quindi la squadra professionistica tedesca a più alto livello: la rinascita del movimento teutonico cerca quindi di passare da qui anche perché la grande ambizione di Denk è quella di riuscire un giorno ad entrare tra le squadre World Tour. L'invito al Giro d'Italia è il primo passo deciso in questa direzione.
Ad affiancare Denk nella gestione della squadra troviamo poi in ammiraglia due vecchie conoscenze del ciclismo tedesco, entrambe legate all'Italia in un certo senso: si tratta si Jens Heppner ed Enrico Poitschke. Heppner, classe '64, è ben conosciuto dagli appassionati perché nel 2002, quando militava nella Telekom, conquistò la maglia rosa al termine della tappa con arrivo a Varazze e riuscì a difendere la sua prima posizione per ben dieci giorni, fino al tappone di Corvara in Badia; Poitschke invece ha corso per tre stagioni nel Team Milram, quando questo era registrato proprio in Italia.
Un minimo di Italia c'è poi anche tra i corridori perché nell'organico figura anche il trentino di Rovereto Cesare Benedetti che si prepara ad affrontare la sua terza stagione da professionista. Benedetti è un corridore abbastanza completo che nel 2009 ha vestito per quattro tappe la maglia di capoclassifica al Giro Bio per poi passare qualche mese alla Liquigas come stagista: a quel punto è arrivata l'offerta della NetApp per il 2010 e allora via in Germania con il terzo posto di tappa al Tour of Britain 2011 (dietro a Hushovd e Boom) come miglior risultato. Probabilmente sarà uno dei più motivati a presentarsi al meglio al via del Giro e potrebbe cercare di mettersi in mostra cercando qualche fuga da lontano.
Oltre all'Italia tra i 17 corridori del Team NetApp sono rappresentate ben altre otto nazioni a formare un gruppo davvero eterogeneo: i più numerosi sono ovviamente i tedeschi (sei) ma ci sono anche due austriaci, due cechi, due svizzeri, uno sloveno, un polacco, un belga ed uno statunitense. Come già detto non ci sono grandi campioni ma non stiamo neanche parlando di un gruppo che riesce a malapena a finire le gare. Per una corsa a tappe lunga ed impegnativa come il Giro d'Italia più corridore più interessante è senza dubbio il 24enne ceco Leopold König, scalatore che è reduce dalla sua miglior stagione in carriera: König ha raggiunto il suo top al Giro d'Austria terminando in seconda posizione (davanti a Menchov, Sastre e Rohregger) e poi ha allungato il suo ottimo stato di forma arrivando terzo al Tour de l'Ain e quinto al Tour of Britain. Un ragazzo che a poco più di 23 anni riesce a classificarsi terzo su una salita terribilmente dura come il Kitzbüheler Horn qualche numero deve averlo per forza: quel giorno Leopold mise in mostra anche tutta la sua ambizione e determinazione.
Un corridore sempre abbastanza completo è l'altro ceco del gruppo, Jan Barta: lui di anni ne ha 27 e rispetto a König è meno scalatore ma molto più forte a cronometro. Non dimentichiamo poi del forte passista Bartosz Huzarski, uno che quando è in giornata si difende molto bene anche in salita: il polacco ha compiuto 31 anni a ottobre e nel 2011 s'è piazzato settimo al Tour de Pologne. È molto curiosa invece la storia del tedesco André Schulze, velocista di 37 anni: Schulze ha girato un po' tutto il mondo, vincendo sprint in Europa, in Asia e in Africa, a volta anche battendo dei grossi calibri; adesso, se verrà convocato, potrebbe disputare per la prima volta una corsa a tappe di tre settimane e potrebbe anche riuscire ad ottenere qualche risultato dignitoso.
Alcuni prospetti decisamente interessanti ci sono anche tra i tanti giovani della squadra. Dalla Geox è arrivato l'austriaco Matthias Brändle che a 22 anni è già riuscito a portare a termine un Giro d'Italia e una Vuelta a España mettendo anche nel suo palmarès un titolo nazionale a cronometro tra gli élite; austriaco poi è anche il 23enne Daniel Schorn, corridore abbastanza rapido negli arrivi a ranghi compatti. Da seguire sono anche lo sloveno Blaz Jarc ed il coraggioso tedesco Timon Seubert, uno che cerca sempre di farsi vedere in fuga almeno una volta in tutte le corse a tappe a cui partecipa. L'ultima stellina della squadra è il belga Jérôme Baugnies che in due anni alla Topsport Vlaanderen ha potuto fare molta esperienza anche in corse importanti: sui percorsi vallonati si trova molto a proprio agio e lo dimostrano il terzo posto alla Tre Valli 2010 e il secondo a Francoforte nel 2011.
L'organico (completato da Cozza, Dietziker, Eichler, Hollenstein, Schillinger e Schwarzmann) quindi non è poi tanto male anche se molti potrebbero essere al loro esordio in una corsa di tre settimane e può esserci qualche incognita sulla tenuta. In conclusione dobbiamo ancora dare spazio ad un'iniziativa benefica del Team NetApp che non durerà solamente nel periodo del Giro d'Italia ma per tutta la stagione: sulle maglie, infatti, vedremo il logo di "Right to Play", un'organizzazione umanitaria che usa proprio lo sport per migliorare gli standard di salute, vita e sicurezza dei bambini e delle comunità nelle aree più disagiate del mondo: dietro alla partecipazione della NetApp ci sono molto probabilmente i dollari di una grande compagnia americana, ma almeno la squadra non è solo quello.
