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Giro d'Italia 2012: Hoogerland svanì, Contador AC/DC - E arriva un video minatorio di McQuaid... | Cicloweb

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Giro d'Italia 2012: Hoogerland svanì, Contador AC/DC - E arriva un video minatorio di McQuaid...

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Non poteva mancare Luca Alò alla cerimonia di presentazione del Giro d'Italia 2012 © BettiniphotoNon pecchiamo di sentimentalismo se diciamo che il momento più bello della cerimonia di presentazione del Giro d'Italia 2012 è stato anche quello più malinconico. Il ricordo di Wouter Weylandt, in avvio, sulle struggenti note di The long and winding road dei Beatles, ha anticipato la kermesse vera e propria, che si è svolta, dopo la sigla, su binari più consueti ad una festa quale tutto sommato resta questa manifestazione.

Diciamo "tutto sommato" perché il motivo centrale della cerimonia, ovvero il disvelamento del percorso della prossima corsa rosa, aveva perso senso una volta che nei giorni scorsi tutto era già venuto alla conoscenza generale (per una "falla" nel sito... per il Tour è stata la stessa cosa... ciclismo terra di hacker o di marketing spinto?). Insomma, era un po' come reggere il ritmo di un giallo di cui tutti conoscevano il nome dell'assassino, ma c'era comunque un bel contorno e lo spettacolo è stato anche gradevole, nonché impreziosito da sublimi punte di kitsch.

La prima vetta dello show è stata la presentazione dei tanti corridori ospiti: il primo a essere chiamato sul palco è stato il giovane-non-ancora-prof Battaglin, che aveva l'espressione di chi si stava maledicendo per non aver finto un attacco di febbre gialla pur di non essere lì presente, vittima di una timidezza che lo stroncava. Ma nulla in confronto al rovello del povero Johnny Hoogerland, che per ore dietro le quinte era rimasto immobile, attanagliato dal celebre dilemma morettiano («Mi si nota di più se entro in scena vestito solo di filo spinato, o se me la svigno alla chetichella?»), sciogliendo infine la riserva in favore della seconda opzione: a nulla sono valse le invocazioni di Bulba&Deste (al secolo Auro Bulbarelli e Alessandra De Stefano, cerimonieri-presentatori), il mitico Johnny Hoo non si è fatto vivo. È stato poi visto in serata in una brasserie di Melegnano, mentre arrostiva con lo sguardo un cinghiale albino.

La sfilata dei corridori giù dalla scalinata ha preceduto il saluto di Andrea Monti (direttore della Gazzetta) e di Paolo Garimberti (presidente della Rai), e poi il momento più macabro del pomeriggio: non potendo essere presente in solido (si sa che lui ama molto il liquido, in tutti i sensi), Pat McQuaid, numero 1 dell'UCI, ha mandato un videomessaggio, mutuato chiaramente dallo stile di Osama Bin Laden (al cui spirito democratico il Nostro si ispira) e girato tra l'altro in una grotta afghana (i McQ sono in zona per valutare la possibilità di una nuova gara a tappe del World Tour). Pat, reggendo in mano un kalashnikov, ha lanciato il suo messaggio di minacce: «Il futuro del Giro dipende da quel che faremo noi». Il gelo sceso in sala è stato spezzato da flebili applausi dettati solo dal terrore (era all'uopo presente Vittorio Adorni che guardava in cagnesco chiunque non dimostrasse platealmente il suo appoggio all'UCI).

Ma alla festa mancava ancora qualcuno: il campione uscente del Giro, Alberto Contador. Il quale, dovendo riportare indietro il Trofeo della corsa, ha preteso un ingresso in scena degno di Hulk Hogan o quantomeno di Valeria Marini: e Alberto non poteva non venire accontentato. Infilato in un gabbiotto coperto da un panno, e issato fino all'altezza di 18 piani, il madrileno è stato al momento opportuno calato al centro dello studio mentre la musica degli AC/DC ha inondato all'improvviso la sala causando il blocco dei pacemaker di 12 campioni del passato presenti tra il pubblico.

Alberto non ha lasciato nulla al caso. Evidentemente passato in mattinata dal fabbro che gli ha scolpito le sopracciglia, il campione spagnolo non ha nemmeno trascurato di tenere l'auricolare fisso nell'orecchio: in collegamento c'era Riis col compito di suggerirgli le cose da dire e pure i passi di danza, nell'eventualità che Zandegù gli chiedesse di ballare insieme la sua immortale "El Contador".

Nonostante la preparazione, Alberto è andato un po' in difficoltà dovendo trovare una scusa per giustificare la sua mancata partecipazione al prossimo Giro, e visto che nemmeno rilasciare nei dintorni delle puzzette gli è servito per allontanare da sé le domande, alla fine ha promesso qualcosa come: «Verrò al Giro, probabilmente da spettatore, uno dei prossimi lustri».

Intanto un dramma a tinte fosche coglieva Michele Acquarone, direttore genereale di RCS Sport, obbligato da ragioni di protocollo a ringraziare Angelo Zomegnan (che, stando a voci di corridoio, in futuro sarà stalinianamente cancellato da tutte le vecchie foto della stessa RCS Sport). E ancora di peggio succedeva quando alcuni corridori ospiti (per la precisione Cavendish, Boasson Hagen e Cobo) si accorgevano della presenza di Giuliano Pisapia in platea, e fuggivano via a mettere al sicuro le proprie auto.

Per il resto, tutto nella norma, con la polemichetta di Bartoletti sul superfluo trasferimento danese, l'occhio meno vivace del solito di Sgarbozza (da cui ci aspettavamo almeno un sommario elenco dei 63-64 favoriti del Giro 2012, e che diamine!), e la moscezza generalizzata dei corridori, tra i quali il solo Scarponi ha provato a ravvivare il clima, in un ennesimo siparietto col compagno di bevute Nibali.

Gran finale con omaggio alla Danimarca, rappresentata dal ministro per le esportazioni di Copenhagen, incidentalmente anche cantante pop/disco/boh, tal Malene Mortensen, che ha interpretato la canzone ufficiale della prossima corsa rosa, intitolata "Beautiful Italy", un pezzo ballabile che ci riporta direttamente al 1988, e per il quale Ivana Spagna ha già annunciato denuncia per plagio.

Marco Grassi

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