Giro dell'Emilia 2011: Carlos Betancuor di leone - Impresa del giovane colombiano sul San Luca
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dal nostro inviato
Appena due giorni dopo la bella vittoria di Enrico Battaglin alla Coppa Sabatini, un altro 21enne (per pochi giorni: ne compirà 22 giovedì 13) sale alla ribalta in maniera impetuosa al Giro dell'Emilia: viene dalla Colombia, veste la maglia rossa dell'Acqua&Sapone, è un ottimo scalatore (vincitore del GiroBio 2010) e si chiama Carlos Alberto Betancur.
Il giovane sudamericano, già visto al Giro d'Italia quest'anno, si è imposto in cima alla salita bolognese di San Luca facendo il vuoto, talmente tanto vuoto che qualcuno, dietro, se l'è completamente perso: Bauke Mollema, per la precisione, che ha vinto la volata del secondo posto impegnandosi come se fosse valida per il primo; ed esultando di conseguenza, prendendosi lui, oggi, l'affettuosa pernacchietta che a Peccioli era toccata a Urán (battuto sul San Luca proprio dall'olandese nello sprint per il secondo posto, ma rimasto negli annali per la sua sballata esultanza al penultimo giro della recentissima Sabatini).
Per trovare il primo degli italiani bisogna scendere dal podio, ai cui piedi si trova Davide Rebellin, 40 anni e non sentirli (anche se dal capitano della Miche ci si aspettava che riuscisse ad agguantare uno dei primi tre posti).
La fuga del giorno era stata animata da Denifl, Laganà, Solari, Zhdanov e il bolognese Ricci Bitti, bravi a mettere insieme 8'26" di vantaggio massimo (al km 47) prima che la Liquigas operasse per il ricongiungimento, puntualmente avvenuto tra il primo e il secondo passaggio sul San Luca (ultimo a mollare, Denifl).
Una volta annullata l'azione dei 5, la corsa è entrata nel vivo, già priva peraltro di una serie di personaggi che erano attesi o per quanto fatto vedere ultimamente (Cobo, per dire, vincitore della Vuelta, s'è staccato alla prima tornata del circuito finale), o per quanto mostrato in passato in questa corsa (o in gare simili): deludente Di Luca, ma non è più una novità, quest'anno; deludente Wegmann, anche lui staccato al primo giro del San Luca; e giù di corda (quindi in linea con una stagione disgraziata) Pierrick Fédrigo, out al secondo giro.
Al terzo giro del circuito finale Gianluca Brambilla, già bene in vista alla Sabatini, ha tentato ancora una volta l'azione personale. E la cosa gli è riuscita anche benino, se è vero che il corridore della Colnago è rimasto davanti per un intero giro (con meno di 20" di margine sui primi inseguitori), prima di essere raggiunto da Zaugg, Kiserlovski e Betancur.
Nell'ultima tornata un Brambilla rimasto senza fiato e Kiserlovski hanno perso terreno dai due compagni d'azione, mentre il gruppo (in cui Visconti era andato in difficoltà), malgrado la presenza di diversi Liquigas, non riusciva a chiudere prima dell'ultimo approccio al San Luca.
E lì, all'inizio della scalata finale, Betancur ha piazzato il suo velenosissimo colpo di coda: staccato Zaugg, il colombiano ha tenuto alla stragrande, conservando un mezzo minuto di margine sui resti del plotone (in cui Nibali si è fatto vedere meglio di Basso), e difendendosi sia sulle rampe durissime (curva delle Orfanelle) che sui tratti in cui le pendenze spianavano.
Un Carlos Alberto veramente al meglio delle proprie possibilità, quello che ha tagliato il traguardo in splendida solitudine (prima vittoria da pro' per lui), lasciandosi alle spalle i già citati Mollema, Urán e Rebellin, e poi Niemiec, Joaquim Rodríguez (meglio del compagno Moreno, solo 14esimo), Chiarini, Pozzovivo, Zaugg e Nibali a completare la top ten.
Di sicuro una corsa in cui sarà stato utile prendere appunti per il futuro, quella di oggi, vista la bella gioventù esibita (età media del podio: 23.6 periodico). Anche se non si può comunque negare che il depressivo Mondiale di Copenhagen, col suo percorso piatto, abbia fatto sì che molti dei protagonisti di questo tipo di gare (un nome su tutti? Evans!) mollassero prima del tempo, lasciando così spazio a questi bei comprimari.