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Tour of Beijing 2011: Martin fa brillare la sua prima iride - Tony vince a Pechino davanti a Millar | Cicloweb

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Tour of Beijing 2011: Martin fa brillare la sua prima iride - Tony vince a Pechino davanti a Millar

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Prima uscita e prima vittoria in maglia iridata per Tony Martin - Tourofbeijing.net

Ad un corridore che appena due settimana fa ha dominato la prova a cronometro dei Campionati del Mondo e che in tutta la stagione ne aveva vinte altre sei non poteva certo far paura una gara individuale contro il tempo di 11 km da fare però con una bicicletta tradizionale: alla sua prima uscita con addosso la maglia iridata Tony Martin non ha fallito ed è riuscito ad imporsi nella prima tappa del neonato Tour of Beijing, corsa subito inserita nel calendario del World Tour.

Questa vittoria la possiamo considerare anche come un altro segnale della grande maturità raggiunta dal ragazzo tedesco della HTC Highroad in questo 2011. Quando si vince una gara come il Campionato del Mondo, a cui si puntava tantissimo, è fisiologico un certo rilassamento e se a questo si aggiungono interviste e premiazioni varie si capisce come riuscire a mantenere a lungo quello stato di forma non sia poi così facile: a Martin, però, oramai non serve più essere al top per vincere una cronometro perché sa di potersi giocare il successo anche all'80% della condizione. Oggi neanche una pericolosa sbandata sulla rampa di partenza, che aveva subito fatto pensare alla maledizione della maglia iridata, è riuscita a rallentarlo.

Dal punto di vista del percorso questa prima tappa del Tour of Beijing non ha avuto molti spunti da offrire: si girava dentro al Parco Olimpico con partenza davanti al celembre Nido d'Uccello, lo stadio che nel 2008 ospitò le cerimonie olimpiche, per finire davanti allo stadio del nuoto ma tecnicamente il tracciato era parecchio facile e tutto si è trasformato quindi in un esercizio di pura forza; anche la risposta del pubblico è stata molto modesta per non dire quasi del tutto nulla. Tuttavia è stato interessante vedere come i vari corridori abbiamo scelto di adattarsi in modo diverso a questa cronometro disputata su bici normali: Tony Martin ha optato per tenere la mani sulla parte bassa del manubrio (come la maggior parte), David Millar invece ha tentato di simulare la classica posizione aerodinamica appoggiando gli avambracci sulla parte centrale del manubrio con i gomiti molto chiusi proprio come se avesse avuto le appendici.

Ed è stato proprio David Millar a far segnare il secondo miglior tempo con un distacco, però, di ben 17" che potrebbe anche non essere recuperato nelle prossime tappe: solo una tappa presenta qualche salita ma sulla carta non sembrano dislivelli tali da creare una grande selezione. Assieme a Millar segnaliamo anche la grande prova in blocco dei corridori britannici che dopo la straordinaria dimostrazione di forza e compattezza di Copenaghen dimostrano una volta di più quanto stia crescendo il movimento: oltre a Millar secondo si sono piazzati anche Alex Dowsett terzo a 24", Chris Froome quarto a 26" e Stephen Cumming quinto a 35" con questo quartetto che è stato anche per diversi minuti a comandare la classifica prima dell'arrivo del vincitore.

Tra gli altri corridori in gara una citazione è d'obbligo per un bravissimo Dario Cataldo che ha concluso in decima posizione a 43" da Martin: il corridore della Quick Step è stato di gran lunga il migliore degli italiani (Cunego 89° a 1'24") e adesso può aspirare anche ad un buon piazzamento nella classifica generale finale. Si sono comportati benino anche Lars Boom e Luis León Sánchez, rispettivamente 6° e 8°, mentre non hanno brillato forti corridori da corse a tappe come Brajkovic, Van den Broeck, Zubeldia o Antón; letteralmente disastroso invece l'altro Sánchez, Samuel, che tornava nella terra che nel 2008 gli aveva regalato la più grande gioia della sua carriera: partito per penultimo il corridore dell'Euskaltel si è visto raggiunto e superato da Tony Martin dopo appena 6 km e ha chiuso la sua prova in 133a posizione (su 147 partenti) con un ritardo di 1'57". Se l'obiettivo del campione olimpico in questo finale di stagione è di portare punti all'Euskaltel per tenere la licenza World Tour la strada intrapresa non è certo quella giusta.

Sebastiano Cipriani

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