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Mondiali su strada Juniores 2011: Evitare la volata? Ci si può riuscire! - Ancora Francia con Lecuisinier. Marini 8°

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Lecuisinier porta in Francia il secondo oro di questa edizione iridata © BettiniphotoDopo la giornata di ieri ci si interrogava su come fosse possibile riuscire ad evitare l'epilogo allo sprint su un circuito come quello di Copenaghen, così poco selettivo da costituire quasi una pugnalata mortale per la fantasia, la voglia di rischiare, il coraggio nel metterci la faccia quando tutti o quasi inviterebbero alla prudenza. E invece ti accade che con una squadra forte, superiore numericamente, con la capacità di cogliere l'attimo per essere al posto giusto nel momento giusto e, naturalmente, con quel pizzico di fortuna che è sempre necessario in certi frangenti ecco che quel qualcosa di diverso può accadere. Sorride la Francia, che a livello giovanile continua a dominare la scena, risultando uno dei movimenti più floridi (se non il più florido) in assoluto portandosi a casa il secondo titolo mondiale in meno di 24 ore; sorride Pierre-Henri Lecuisinier, l'ennesimo nome da segnare sul taccuino di appassionati e addetti ai lavori che in veste di splendido stoccatore è andato a realizzare il suo bis memorabile, affiancando ora alla maglia blu stellata di campione europeo conquistata ad Offida anche quella iridata (l'ultimo a riuscire nella prestigiosa accoppiata nella categoria era stato proprio un transalpino: Johan Le Bon nel 2008), tanto più bravo a riuscirci, dal momento che, col ritorno alla formula originaria, la distanza che separa europeo e mondiale è stimata in quasi due mesi invece che da poche settimane.

Grandi meriti quindi ad una Francia che non a caso durante la stagione piazza i propri uomini in testa alle classifiche della Coppa delle Nazioni e che continua a forgiare atleti a tutto tondo (Lecuisinier nel proprio curriculum ha anche un titolo nazionale nel ciclocross), determinata alla ricerca del successo fin dal chilometro 0 e capace anche di confondere le idee ai propri avversari (non troppi riflettori su Senechal, vincitore della volata del gruppo, praticamente sempre nelle retrovie o nella pancia del gruppo il campione uscente Le Gac), anche grazie ad una superiorità numerica acquisita meritatamente sul campo grazie ai risultati ottenuti sul campo. Transalpini al settimo cielo, Italia invece al solito molto generosa (forse anche troppo in certi momenti) e che alla fine raccoglie meno di quanto effettivamente possa meritare, anche se poi come spesso accade un pizzico di buona sorte in più aiuterebbe senz'altro (Cigala costretto ad alzare bandiera bianca per un guaio meccanico, Bonifazio e Marini finiti a terra proprio all'inizio dell'ultimo giro con i nostri a tirare in testa al gruppo ed un Martinelli superlativo che non è riuscito ad avere da altre nazionali il sostegno e la collaborazione auspicata per rimescolare le carte ancor di più in vista del traguardo). Han fatto una buona figura nel complesso gli azzurrini di De Candido, anche se nel momento in cui la fuga principale era stata riassorbita e si è sviluppata un'azione più che pericolosa con due francesi, due belgi e due olandesi a due giri dalla conclusione uno dei nostri almeno sarebbe dovuto essere presente nell'azione, sgravando così proprio gli altri azzurri (già in evidenza nelle fasi precedenti) da un ulteriore oneroso inseguimento.

Non è bastato molto per capire le bellicose intenzioni transalpine e così, pronti-via, è stato proprio un francese (Gougeard) a promuovere immediatamente l'attacco, seguito dal danese Lund, dal belga Myngheer e da Alberto Bettiol, perfettamente ristabilito dopo i malanni che l'hanno costretto a saltare forzatamente la prova a cronometro di martedì scorso. Ancor più interessante si fa però la situazione dopo pochi chilometri: da dietro si stacca un gruppetto con altri tre francesi (Lecuisinier, Faussurier e Latour), un altro danese (Vinjebo), il tedesco Vasyliv, il norvegese Jacobsen, il britannico Holmes, l'austriaco Derler e l'estone Nisu. Un drappello di ben tredici contrattaccanti con ben quattro francesi a comporlo a fare subito una buona andatura (la media del primo giro è attorno ai 46 orari) e a guadagnare subito circa 40" nei confronti del gruppo. Il tentativo è inevitabilmente interessante, tanto che altri provano ad uscire in avanscoperta (tra questi anche il nostro Martinelli in compagnia di altri 4-5 atleti) per tentare l'aggancio, poichè lasciare troppo margine ad un'azione simile potrebbe compromettere fin da subito le sorti del mondiale ma già nel corso della seconda tornata il vantaggio si riduce drasticamente, anche perchè l'accordo in testa termina improvvisamente suggerendo a tutti di rialzarsi. O quasi. Chi infatti cerca ancora di dar più che mai linfa alla fuga è proprio il francese Gougeard, raggiunto poco dopo dal belga Myngheer col quale forma una coppia finalmente affiatata che gode del beneplacito del plotone. Il vantaggio dei due sale gradualmente e non scende mai sotto i 30-40 secondi di margine, tanto che il terzo ed il quarto giro procedono con un gruppo in fermento (in tanti provano a scattare senza però riuscire a prendere un margine importante per portar via il gruppetto) mentre gli azzurri si fanno notare nelle prime posizioni del gruppo (Andreetta e poi per un breve periodo anche Cigala e Bonifazio per esser vigili in caso di sviluppo di un'azione importante, quindi Bettiol che tenta di portar via un gruppetto ma senza esito). Mentre l'azione di Gougeard e Myngheer prosegue con buona costanza, l'Italia deve far fronte alla prima notizia negativa della giornata: quando ormai ci si appresta ad approcciare il quinto giro, Matteo Cigala rimane suo malgrado coinvolto in una caduta (senza però finire a terra) che danneggia seriamente una delle due ruote. Occorre quindi procedere alla sostituzione ma, non essendoci ammiraglia al seguito, non si può far altro che attendere il cambio ruote, che non riesce ad intervenire immediatamente. Risultato: tempo che trascorre, inseguimento al gruppo ormai vano con distacco nell'ordine di minuti e corsa pertanto finita alla sesta tornata, che priva i nostri di un'importante pedina sia per eventuali azioni sia soprattutto per il finale, dove l'atleta bresciano sarebbe stato fondamentale anche per il lavoro da svolgere nel finale (avrebbe dovuto essere l'ultimo uomo di Marini).

Il duo di testa intanto raggiunge il maggior vantaggio al km 64 (1'05" su un gruppo in cui fa capolino qualche maglia australiana) per poi continuare a viaggiare con un gap che si mantiene attorno ai 30 secondi. In questa fase è nuovamente Bettiol il più determinato degli azzurri a cercare di portar via l'azione per raggiungere la testa della corsa ma il toscano non trova collaborazione alcuna, tanto da rimanere per vari chilometri a bagnomaria tra fuggitivi e gruppo, venendo così riassorbito prima del nuovo passaggio (si è intanto giunti alla sesta tornata) sul traguardo. Ben più movimentato il settimo giro: all'inseguimento di Gougeard e Myngheer escono infatti prima il norvegese Hoelgaard, quindi un sempre attivo Davide Martinelli ed insieme danno vita ad un interessante drappello inseguitore composto anche dall'altro norvegese Jacobsen, dall'olandese Dijkshoorn, dall'australiano Watson, dallo sloveno Mohoric, dal britannico Dibben e poi anche dall'altro transalpino Legros, uscito nel frattempo dal gruppo. E' chiaro come l'avventura dei due battistrada, iniziata fin dal primo chilometro, sia destinata ormai a volgere al termine e così al km 94 (-32 al termine) vengono ripresi dal primo gruppo inseguitore ma con il plotone distante non più di una decina di secondi, che difatti torna compatto proprio in occasione del passaggio sul traguardo.

Mancando ancora vari chilometri al traguardo non è pensabile che la situazione di relativa calma possa durare e così, sotto l'impulso dei francesi che alzano sensibilmente il ritmo, si assiste al momento che finirà per rivelarsi decisivo: in testa scatta deciso Lecuisinier in prossimità dell'unico breve strappetto ad eccezione di quello posto sul traguardo e trascina con sè il compagno Guillaume Martin, gli olandesi Slik e Lammertink ed i belgi Degreve e Leemans. Si forma quindi un gruppetto di sei battistrada, pronti fin da subito a darsi cambi regolari, composto da due rappresentanti ciascuno di tre delle nazionali principali. Una situazione delicata in cui purtroppo nessun azzurro (Martinelli e Bettiol avevano già speso energie nei tentativi precedenti, Marini e Bonifazio continuano a restare coperti confidando nello sprint finale) riesce ad inserirsi nel tentativo, obbligando così a reagire in testa al gruppo per non far prendere troppo margine all'azione. Martinelli, Andreetta e Bettiol iniziano così ad orchestrare il trenino in testa al plotone per ricucire sui battistrada, che nel frattempo hanno preso un margine che si mantiene costante (27" al rilevamento posto ai -20 dal traguardo, 21" al suono della campana che preannuncia l'inizio dell'ultimo giro). Per quanto si sforzi, l'Italia non trova la collaborazione di altre nazionali e per di più deve far fronte ad una nuova situazione difficile: nell'affrontare una curva in discesa poco dopo il passaggio un corridore ceco finisce a terra (dopo la manovra di un tedesco che chiude troppo la traiettoria) e trascina con sè una decina di concorrenti, tra i quali vi sono anche Marini e Bonifazio, ovvero le due ruote veloci designate dal CT De Candido per la volata finale. Spariscono così momentaneamente le maglie azzurre dalla testa del gruppo mentre davanti i battistrada, che restano in 5 dopo che Slik perde il contatto sullo strappetto, continuano a mantenere un margine di circa 20 secondi.

Bettiol e Andreetta tornano in testa per un ultimo sforzo ma è Martinelli a prodursi in un ultimo eccezionale forcing in testa al plotone: le tirate del bresciano sono poderose e così il vantaggio di Lecuisinier, Lammertink, Martin, Leemans e Degreve passa dai 25" ai -5 chilometri a soli 13" un chilometro più avanti. E' qui che si assiste ad un altro momento chiave: Martinelli, ormai esausto, chiede la collaborazione ad altri team ma nè britannici, nè tedeschi, nè australiani subentrano sul momento all'azzurro, lasciando così che la Francia (presente con quattro uomini in testa al gruppo) e il Belgio possano rompere i cambi. Il margine di una decina di secondi si mantiene costante e quando l'accordo in testa sembra giungere alla fine è proprio il Belgio a tentare il colpo per evitare la soluzione allo sprint: a un chilometro e mezzo dall'arrivo scatta infatti Leemans guadagnando subito un buon margine, che obbliga la Francia (con un generosissimo Martin) a ricucire per evitare che il belga giunga solo al traguardo. Viene superato anche il triangolo rosso e la situazione è incerta come non mai: Leemans continua nella sua azione, che però si va inevitabilmente ad appesantire con l'avvicinamento all'ultimo strappo; Martin dà le ultime trenate per favorire il recupero di Lecuisinier mentre  da dietro il gruppo è ormai vicinissimo, sotto l'impulso australiano che però appare tardivo. Così ai 200 metri si consuma l'epilogo: Leemans viene ormai riassorbito, Lammertink lancia la volata ma con troppo poca convinzione ed è così Lecuisinier a partire a palla di cannone. Il campione europeo scava immediatamente un margine importante e va a conquistare a braccia alzate il titolo mondiale, davanti a Degreve e Lammertink. Poco più indietro, ad appena 3", l'altro francese Senechal si aggiudica la volata del gruppo mettendosi alle spalle il figlio d'arte Rick Zabel (che dalla prossima stagione farà parte della Rabobank Continental), il russo Ivlev e il norvegese Hoelgaard. L'ottavo posto di Nicolas Marini suggella invece la prova azzurra, generosa ma contrassegnata inevitabilmente ancora dal rammarico e che lascia il medagliere fermo ancora a quota zero. L'olandese Godrie e il danese Plesner completano le prime dieci posizioni mentre in 13esima posizione termina Niccolò Bonifazio, l'altro uomo azzurro di riferimento.

Si chiude così con la Marsigliese ancora a risuonare sul podio mentre molti iniziano ad interrogarsi: si può veramente riuscire ad anticipare lo sprint? In una categoria come quella degli juniores l'andamento di gara può sicuramente riuscire a favorire soluzioni del genere, anche se comunque continua ad apparire molto difficile riuscire a sfuggire dalle grinfie del gruppo (basti notare l'esiguo vantaggio al traguardo). La conclusione in volata continua quindi ad essere la più probabile ma dopo questa mattinata non si può che dire: "Mai dire mai!"

Vivian Ghianni

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