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Interviste Azzurre: Oscar, e se fosse un Golden Globe? - Gatto: «Noi bene, ma il mio favorito è Freire»

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Oscar Gatto © BettiniphotoMancano una manciata di giorni alla partenza della Nazionale Azzurra verso il mondiale di Copenhagen. Tra i partenti ci sarà anche Oscar Gatto, velocista della Farnese-Neri, alla sua prima convocazione. A lui ci siamo affidati per fare una previsione di quello che si vedrà in corsa, senza tralasciare un bilancio della sua stagione e uno sguardo sul futuro.

Oscar, stai per partire per il tuo primo mondiale, come ti senti?
«Mi sento bene e con la giusta tensione addosso...».

Paolo Bettini sembra aver dato un taglio decisamente giovane alla squadra.
«Mi piacciono molto le scelte che ha fatto, perché ha puntato su uomini forti e con l'anagrafe dalla loro, cosa molto positiva soprattutto in questo periodo, senza tralasciare però atleti di esperienza come Matteo Tosatto e Luca Paolini, che nella loro lunga carriera in Nazionale hanno sempre ben figurato».

Il ct vi ha già affidato un ruolo?
«Ancora no. Per quanto mi riguarda Paolo mi ha chiamato e mi ha detto che ero tra gli 11, per tutte le altre decisioni ha rimandato a quando saremo in Danimarca».

Cosa ti aspetti di poter fare?
«Intanto mi auguro di poter correre. Non ci dovrebbero essere problemi, ma si sa, gli imprevisti possono sempre capitare...».

L'Italia, dopo tanti anni, non sarà inserita tra le favoritissime.
«No, ma credo che invece si possa fare molto bene, abbiamo diversi atleti che possono dire la loro anche entrando nelle fughe e finalizzare con lo spunto vincente sul traguardo».

Si è parlato anche di un Daniele Bennati come capitano.
«Sì, lui sicuramente è uno degli uomini migliori della squadra. L'ho visto alla Vuelta e andava davvero forte, quindi credo che se ne avrà l'occasione, non deluderà di certo».

Chi è il tuo favorito?
«In assoluto direi Oscar Freire, perché ha sbagliato la Sanremo e uno come lui se sbaglia una corsa importante, la seconda che fa al 90% la vince; e poi direi Philippe Gilbert, perché si adatta a tutti i tipi di percorsi, duri o facili che siano. Comunque determinanti saranno le condizioni climatiche, il tempo può davvero essere fondamentale per l'andamento di una corsa».

Facendo un bilancio della tua stagione, si può dire che è andata in crescendo; che valutazione ti dai?
«È andato tutto molto bene, sono soddisfatto, ho vinto all'inizio, a metà e anche ultimamente, quindi anche se non dovessi vincere più per quest'anno mi sento di darmi un giudizio positivo. Spero comunque di rimanere tra i protagonisti di fine stagione».

La splendida vittoria di Gatto a Tropea davanti a Contador © BettiniphotoRitornando all'ormai celebre tappa di Tropea del Giro d'Italia, ti aspettavi di  vedere proprio Alberto Contador al tuo inseguimento?
«No, lui proprio non me lo aspettavo, alla fine però è stata una bella fortuna perché ha dato risalto alla mia vittoria e ora tutti si ricordano di quella tappa».

Che cosa hai provato quando hai tagliato quel traguardo?
«Ancora adesso mi risulta difficile descriverlo, è stato un miscuglio di emozioni. Quella è stata una giornata veramente perfetta. Mi sentivo bene e ho colto il momento migliore per partire, andavo via facile, ma avevo il cuore in gola perché vedevo che il gruppo stava rinvenendo. Avevo paura che di lì a poco tutto si sarebbe vanificato, ma fortunatamente è andata bene».

In occasioni del genere, quand'è che si realizza cosa si è fatto?
«Alla sera, quando si va a dormire ci si rende conto, prima è impossibile perché tra interviste, tutti che ti chiamano, il cellulare che suona, sei immerso nella confusione...».

Hai partecipato al Giro di Padania, come ti è sembrato il percorso di questa nuova corsa?
«In generale è stato un bel giro, forse però era meglio invece che fare tutte volate e un tappone impegnativo, magari inserire una tappa di media durezza».

Come giudichi tutti i disordini che si sono verificati? I fautori delle proteste se la sono presa con voi perché partecipando ad una corsa che porta echi politici, è come se aveste dato una vostra opinione...
«Intanto colgo l'occasione per fare i complimenti agli organizzatori, hanno davvero fatto di tutto per garantirci la massima sicurezza, posizionandosi in tutti i punti più pericolosi. Verso chi protestava invece non ho parole, ci sono altri modi per protestare. Ora come ora saltano un sacco di corse, quindi se ce ne sono di nuove è una buona cosa. Chi era lì a protestare era meglio che si trovasse qualcos'altro da fare. Il 70% dei partenti era straniero e non sapeva neppure cosa fosse la Padania, per quanto riguarda gli italiani, invece, eravamo tutti lì a fare il nostro lavoro, per noi non esisteva alcun discorso politico».

Si è tornati a parlare delle radioline che nel 2012 saranno ancora utilizzabili nelle corse più importanti, qual è il tuo pensiero?
«Sono assolutamente a favore, perché se c'è un pericolo sul percorso, il direttore di corsa chiama le ammiraglie che ci possono avvisare e poi se no a cosa servono i direttori sportivi, solo a guidare la macchina? Credo poi che i vantaggi in corsa, ad esempio nel caso delle cronometro, siano minimi. Siamo ciclisti professionisti, radio o non radio, sappiamo fare il nostro lavoro anche senza suggeritore».

Dopo il Mondiale cosa farai?
«Prima corsa il Trofeo Pantani e poi il Giro del Piemonte e il Lombardia perché ci tengo a far bene fino alla fine».

Giovanni Visconti a fine stagione lascerà la Farnese per andare alla Movistar. Ti trovavi bene con quello che è stato per tanto tempo il leader del team?
«Con Giovanni ho sempre avuto un bellissimo rapporto, abbiamo corso nella stessa squadra per tre anni e sono molto dispiaciuto che non prosegua ancora con noi, però se ha ritenuto opportuno fare questa scelta, è giusto che vada per la sua strada».

Dall'anno prossimo allora il capitano sarai tu?
«Avrò certamente più responsabilità, ma questo non mi spaventa anzi mi dà ancora più carica e motivazione».

Un'ultima domanda. Mario Cipollini collabora con la tua squadra, com'è lavorare con un ex atleta di quella caratura?
«Da quest'anno non è più così presente, però posso dire che negli anni scorsi mi ha dato tanti consigli tecnici sulla bici, visto che quella che utilizziamo è stata in parte progettata da lui, oltre a delle dritte su come impostare la volata, piccoli dettagli che magari sembrano cose da nulla, ma che poi in realtà possono garantire la vittoria».

Chiara Rainis

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