Vuelta a España 2011: Wiggins sale, Scarponi scende - Nibali pienamente in gioco per la vittoria
- VUELTA A ESPAÑA 2011
- Movistar Team 2011
- Rabobank Cycling Team 2011
- Team RadioShack 2011
- Bauke Mollema
- Bradley Wiggins
- Carlos Sastre Candil
- Christopher Froome
- Daniel Martin
- Daniel Moreno Fernández
- Denis Menchov
- Eusebio Unzué
- Fabian Cancellara
- Fredrik Carl Wilhelm Kessiakoff
- Haimar Zubeldia Agirre
- Igor Antón Hernández
- Jakob Fuglsang
- Janez Brajkovic
- Joaquim Rodríguez Oliver
- Juan José Cobo Acebo
- Jurgen Van den Broeck
- Kevin Seeldraeyers
- Marzio Bruseghin
- Maxime Monfort
- Michele Scarponi
- Mikel Nieve Ituralde
- Nicolas Roche
- Robert Kiserlovski
- Sergio Pardilla Bellón
- Steven Kruijswijk
- Tiago Jose Pinto Machado
- Tony Martin
- Vincenzo Nibali
- Wouter Poels
- Uomini
Facciamo il giochino del chi sale e chi scende alla fine della prima settimana di Vuelta, nonché alla vigilia dell'importantissima cronometro di Salamanca? Sì, facciamolo, del resto dopo 9 tappe si può ben trarre un discreto bilancio delle forze in campo nella corsa spagnola, con un occhio gettato alla prova contro il tempo di domani.
Intanto partiamo da una considerazione: se il grande giro storicamente più nazionalizzato presenta solo 4 spagnoli nella top-10 e non più di 6 nella top-20, vuol dire che qualcosa si muove, a livello di partecipazione, nella penisola iberica. Tantopiù che, dopo l'odierna tappa di Béjar, abbiamo netta la sensazione che nessuno di loro possa sperare di occupare il gradino più alto del podio a Madrid. Se Dani Moreno (attualmente sesto) funge da luogotenente di Rodríguez e quindi tale ruolo gli tarpa le ali (ma potrebbe essere all'altezza dei più forti sulle tre settimane? La sua storia dice di no), il suo capitano JRO si è giocato oggi tutta la credibilità che si era costruito faticosamente tra Valdepeñas e Escorial.
Il catalano era in realtà il più accreditato della truppa spagnola, una volta appurato che Antón era lontano parente di quello visto un anno fa, e che Sastre ormai non fa testo per i giochi di classifica (i due occupano attualmente la 30esima e la 31esima posizione, a oltre 4' dalla maglia rossa). Ma per sperare, Rodríguez doveva arrivare con bel altro margine sugli avversari alla crono (in cui potrebbe perdere quei 5' senza batter ciglio...). Gli 8" che JRO ha su Nibali, ma anche i 59" su Wiggins, non gli garantiscono un bel niente. E recuperare sulle prossime montagne i 3-4 minuti che (se gli va bene) perderà domani è un'impresa fuori dalle possibilità del Joaquim visto oggi a La Covatilla. Tantopiù che nelle brevi (e spesso con una sola vera salita) tappe della Vuelta non è così facile guadagnare tanto, né tantomeno farlo contro non uno ma diversi avversari.
Gli altri spagnoli in classifica si chiamano Zubeldia (nono, stabile nel suo essere corridore di seconda fascia), Cobo (redivivo ad alti livelli ma non tagliato per vincere un grande giro; al momento è decimo), Nieve (15esimo, lui sì in crescita, ma anche parecchio incostante) e Pardilla (17esimo, può puntare alla top-10 ma sarà difficile sperare in qualcosa di più).
Un'altra caratura dimostrano invece i belgi in gara. Onestamente ci aspettavamo maggior brillantezza da Van den Broeck oggi, ma bisogna dire che il capitano della Omega Pharma è lì, quinto a 27" dalla vetta, e soprattutto pare avere margine: se dopo il riposo di martedì cresce quel tanto che basta, avrà terreno per attaccare e provare a riportare un grande giro in Belgio. Diremo di più, erano anni che un corridore proveniente da Fiandre o Vallonia non aveva così tante possibilità di primeggiare in un GT. Seeldraeyers, ottavo e sorprendente ma solo fino a un certo punto (in passato è stato anche maglia bianca al Giro d'Italia, quindi sa come si corre sulle tre settimane), ha ritrovato una brillantezza che non gli avremmo ascritto, e oggi è stato pure abbastanza attivo. Cresce insomma, così come cresce Maxime Monfort, 11esimo per ora e in attesa di fare una grande crono, magari per contendere i gradi di capitano della Leopard a un Fuglsang che invece pare un po' in calo, pur essendo ancora settimo in classifica.
Anche il danese potrà rilanciarsi nella prova contro il tempo di domani, ma finora in salita ha dimostrato di avere meno gas di altri concorrenti. Uno che invece sta facendo la corsa della vita - pur rimanendo sempre nelle pieghe della medesima, facendo perno su un'invidiabile regolarità - è Fredrik Kessiakoff, che giorno dopo giorno vede salire le sue quotazioni. Del resto, se non lo stacchi (non più di tanto, perlomeno) sulle montagne, e se nella crono si difende (come in effetti sarà), abbiamo trovato un altro pretendente al podio. L'unica incognita nel suo caso è se, nelle tre settimane, possa trovare una giornata no. Ma in realtà, come tutti sappiamo, questa Vuelta praticamente finirà domenica prossima, per il resto non ci saranno tappe in cui poter andare alla deriva. Occhio allo svedese, quindi, uno dei più solidi visti fin qui (e se Kiserlovski - fin qui molto opaco - gli dà una mano, le possibilità salgono ulteriormente).
Così come solido si sta dimostrando Bauke Mollema, non a caso maglia rossa dopo la tappa di oggi. L'olandese ha vinto la concorrenza interna di Kruijswijk (a cui del resto non si potevano chiedere miracoli, dopo il già buon Giro disputato), e troverà proprio nel compagno in Rabobank una spalla preziosa sugli arrivi in salita dei prossimi giorni. Non diciamo che Bauke possa vincere la corsa, più che altro perché ha diversi rivali temibili molto vicini, ma se domani non prende una vagonata di minuti ha tutte le possibilità di chiudere sul podio.
Possibilità che non sono certo precluse a qualche esponente della colonia britannico-irlandese presente nei quartieri alti della classifica. Wiggins ha dimostrato oggi di avere intenzioni serie, ha ancora 1' tondo da recuperare su Mollema, ma potremmo scommettere che domani sera staremo parlando in tutt'altri termini della sua situazione nella generale: Bradley può fare la differenza a crono (magari non vincere a Salamanca, visto che ci sono in gara un certo Cancellara e un certo Tony Martin), e oggi ha dimostrato di potersi non solo difendere in salita, ma di saper anche mettere alla frusta gli avversari. L'incognita per lui si chiama Angliru, una scalata probabilmente ancora troppo dura per le sue caratteristiche, ma Wiggo è un duraccio e metterlo da parte non sarà facile; tantopiù se il suo compagno e quasi-connazionale Froome (che viene in realtà dal Kenya anche se ha passaporto UK) continuerà ad aprirgli la strada come ha fatto oggi.
Daniel Martin, vincitore a La Covatilla dopo aver disputato una buona tappa a Sierra Nevada, non è a sua volta lontano (12esimo), ma sconterà più di altri la crono di domani, oltre ad essere a rischio incostanza, come abbiamo verificato nella frazione di Valdepeñas, in cui non fu brillantissimo. Di certo per ora sta andando molto meglio del cugino Nicolas Roche, 19esimo e non certo impressionante anche quando ha dato l'idea di poter essere più competitivo del solito.
Se Brajkovic e Machado, deludenti rispetto alle attese, proveranno a dare una mano a Zubeldia in casa RadioShack, e se il pur bravo Poels non ha ancora la caratura per lottare alla pari dei big se non occasionalmente, un discorso a parte lo merita Denis Menchov, partito male (pur se in linea con una stagione da dimenticare), ma che in questi ultimi due giorni ha mostrato qualche progresso. Il russo, oltre a sapere bene come si vince una Vuelta, è uno di quelli che avranno dalla loro la cronometro, quindi il 21esimo posto attuale (a 2'18" da Mollema) potrebbe trasformarsi domani sera in una posizione molto più promettente. Sì, il capitano della Geox è sicuramente in crescita: ma gli basterà? O il podio resterà il massimo traguardo a cui potrà ambire?
E sì, perché la novità della Vuelta 2011 è che sono in molti a puntare quantomeno a quel podio, tra quelli che abbiamo elencato ne contiamo senza fatica almeno sei o sette. Tanta grazia, oltre che tanto equilibrio. E a questi sei o sette dobbiamo aggiungere il campione uscente, Vincenzo Nibali, capofila di un'Italia che, nonostante non viva un periodo felicissimo nel ciclismo (principalmente nelle classiche, va detto), riesce a galleggiare nelle grandi corse a tappe.
E a galleggiare bene, se è vero che Nibali è lì, terzo, a un passo dalla roja: solo 9" separano il siciliano dalla vetta della classifica, e non sarebbe del tutto sorprendente se domani quella vetta venisse scalata da Vincenzo: il quale dovrà far meglio dei due che lo precedono (e dovrebbe riuscirci agevolmente), ma soprattutto dovrà guardarsi da quelli che lo seguono, su tutti Kessiakoff e Wiggins. In ogni caso, il capitano della Liquigas arriverà al giorno di riposo in una posizione comunque lusinghiera. Da mercoledì in poi, però, non dovrà accusare più passaggi a vuoto (vedi Escorial), e soprattutto dovrà crescere in efficacia nelle sue azioni in salita. Può farlo. In fondo oggi è stato tra i più convincenti, se togliamo l'ultimo chilometro, in cui si è un po' piantato perdendo qualche secondino.
Con tutt'altro umore, rispetto a Nibali, è invece uscito dalla frazione di Béjar Michele Scarponi. Addirittura all'attacco a metà salita, il marchigiano ha visto spegnersi la luce ai 3 km, quasi affondando (poco meno di 2' lasciati in quegli ultimi 3000 metri), sia nella tappa che in classifica. Il capitano della Lampre è 18esimo a 1'54" da Mollema, ma un istintivo come lui potrebbe pagare ulteriormente domani, a livello di morale. Purtroppo per il simpatico Michele, non pare profilarsi una nuova lotta tra lui e Nibali, dopo quella vista al Giro; ciò non vuol dire che Scarponi non possa ritagliarsi comunque delle soddisfazioni in qualche tappa, anzi forse per lui allontanarsi in classifica può significare non avere più grosse pressioni e poter correre più liberamente alla ricerca del risultato parziale.
Il terzo italiano in top-20 è Marzio Bruseghin, 16esimo e un po' ridimensionato dalle ultime due tappe, ma che potrebbe risalire diverse posizioni se domani farà una crono delle sue. Un posto nei 10 non è ancora precluso per il veneto della Movistar, ma sarà anche importante capire se Unzué riterrà più opportuno chiedere a Marzio di aiutare Pardilla, che in salita può forse dare qualcosa in più rispetto all'italiano.