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Vuelta a España 2011: Liquigas, genio e follia - Attaccano in 4, Sagan vince, Agnoli toglie l'abbuono a Nibali | Cicloweb

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Vuelta a España 2011: Liquigas, genio e follia - Attaccano in 4, Sagan vince, Agnoli toglie l'abbuono a Nibali

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Peter Sagan esulta a Córdoba, mentre Agnoli si rende conto di aver tolto 8" di abbuono a Nibali © Bettiniphoto

L'ennesimo giorno in teoria interlocutorio, l'ennesimo finale scoppiettante di una Vuelta fin qui molto spettacolare (a parte il passaggio a vuoto di Sierra Nevada); e l'ennesima conferma che Vincenzo Nibali non è in Spagna per scaldare un sellino (già caldo di suo viste le temperature: anche oggi 35°C e via andare). Certo, il capolavoro orchestrato - come vedremo - dalla Liquigas a Córdoba è un po' rovinato da un clamoroso errore di Agnoli nel finale, ma il successo di Peter Sagan - il primo per il giovane slovacco in un grande giro - addolcirà i toni (rabbiosi subito dopo il traguardo) in casa biancoverde in attesa di frazioni più decisive.

La tappa parte con la caduta e il conseguente ritiro di Breschel nel tratto neutralizzato (prima del km 0, quindi); e dopo oltre un'ora di tentativi inesauribili (in una fuga si muove addirittura la maglia rossa Chavanel; in un'altra Purito Rodríguez...), con una media di 50 km/h e con frazionamenti del gruppo (in uno di questi restano coinvolti anche Nibali, Wiggins e Menchov, che però rientrano in fretta sui migliori), parte finalmente la fuga del giorno, al km 60: ad avvantaggiarsi sono Saramotins, Palomares (già in fuga ieri), Kohler e Doi.

Il gruppo non si preoccupa più di tanto del quartetto, che arriva ad avere 8'11" di vantaggio massimo a 91 km dal traguardo, dopodiché Quickstep, Garmin, Liquigas e Leopard si danno il cambio in testa al plotone e il distacco scende. In particolare, un Cancellara vogliosissimo si sciroppa chilometri di trenate (dai -50 ai -40 in pratica c'è sempre lui al comando, a ritmi vertiginosi) mettendo in fila indiana il gruppo. Ma è l'intera Leopard a provare seriamente a far qualcosa, annullando la fuga a 27 km dal traguardo (l'ultimo superstite è Kohler) e continuando a tenere alto il ritmo sulla salita del Catorce por ciento (che svetta a poco più di 20 km dalla conclusione). L'obiettivo è far fuori qualche velocista avversario di Bennati, il risultato è che, tra i tanti staccati, ancora Igor Antón soffre parecchio (anche se si salva).

A 22 km dalla fine, Moncoutié esce in cerca di nuovi punti validi per il Gpm, e su di lui si portano prima Tony Martin, poi anche De La Fuente e Seeldraeyers. Il terreno dopo il traguardo del Catorce por ciento è abbastanza accidentato, e quindi per un po' i quattro contrattaccanti (con un Martin sugli scudi) sognano di fare effettivamente il vuoto: passano da un vantaggio massimo di 26" (ai -15), ma poi il lavoro combinato di Leopard e Liquigas in discesa annulla il distacco, e a 8 km dal traguardo l'avanguardia del gruppo (incredibilmente frazionato dall'alto ritmo tenuto in discesa da gente del calibro di Vincenzo Nibali) riprende Moncoutié e soci.

Ma l'opera dei verdi di Amadio non finisce così: Nibali insiste e insiste, e a fine discesa si isolano 4 uomini della Liquigas in testa con Lastras: Nibali, Sagan, Capecchi e Agnoli improvvisano una sorta di cronosquadre ai 5 km, un'azione fantastica dal punto di vista tattico. Joaquim Rodríguez, l'inesauribile Tony Martin e la maglia rossa Chavanel tentano in tutti i modi di inseguire alle spalle degli scatenati battistrada, ma la prestazione di Nibali e soci è insistente ed efficace. Addirittura all'ultimo km pare che Agnoli faccia il buco a Sagan e lo stesso Vincenzo, ma Lastras chiude e si va alla volata a 5. Una volata senza storia per la vittoria dello slovacco, ma che ne ha tantissima per le posizioni di rincalzo.

Lastras, lungi dall'arrendersi prima del tempo, fa il suo sprint e la cosa gli riesce pure abbastanza bene (tanto che Pablo è secondo); ma al terzo posto, laddove tutti si aspetterebbero che Nibali prendesse l'abbuono di 8", si piazza Agnoli, autore di un errore gravissimo (ma tira i freni, ragazzo!). Nibali, quarto e arrabbiatissimo, conquista comunque buoni secondi su tutti i rivali di classifica: il primo gruppetto inseguitore giunge a 17" e comprende nell'ordine Fuglsang, JRO, Bruseghin, Moncoutié, Chavanel, Tony Martin, Nieve, Cobo, Seeldraeyers e Scarponi. Tutti gli altri uomini di classifica arrivano a 23", e nella generale Chavanel conserva ancora la maglia rossa, con 15" su Moreno e 16" su Nibali (che sarebbe secondo senza l'errore di Agnoli al traguardo). JRO è a 23", Fuglsang a 25", poi via via tutti gli altri, tutta gente su cui il messinese guadagna comunque un altro po' di spazio.

Ora nei 20 l'Italia ha 4 uomini (Bruseghin è decimo a 52" da Chavanel, Scarponi - sempre reattivo - 13esimo a 57", Capecchi 19esimo a 1'25"), ma quel che più conta, Nibali, il nostro principale esponente sulle strade di Spagna, ha dimostrato - abbuono o non abbuono - di avere tutte le possibilità per ripetere la grande vittoria del 2010.

Domani difficilmente rivedremo all'opera gli uomini di classifica, visto che a Talavera de la Reina sono attesi gli sprinter; ma già da sabato, sull'Escorial, la lotta tra i big della generale tornerà a farsi rovente. E noi siamo qui che scalpitiamo nell'attesa.

Marco Grassi

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