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Vuelta a España 2011: JRO, a Valdepeñas ne valeva la pena - Sparata di Rodríguez, fuorigiri di Nibali

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Joaquim Rodríguez può essere raggiante per il successo di Valdepeñas de Jaén © BettiniphotoJoaquim Rodríguez ribadisce con forza di avere grandi ambizioni per questa Vuelta a España: a Valdepeñas de Jaén brucia tutti i rivali, dà una severa lezione a Nibali (che tenta di reagire ma finisce con la lingua di fuori) e guadagna (poco ma buono) terreno in classifica, ricavando anche un notevole dividendo di fiducia e autostima. Il suo compagno Moreno, dal canto suo, dopo aver aiutato il capitano sulla rampa finale, sfiora la conquista della maglia rossa: l'avesse conquistata, la Katusha (già vincitrice ieri con lo stesso Moreno) starebbe vivendo una sorta di apoteosi, dopo le tante (giustificate) critiche per gli scarsi risultati ottenuti quest'anno. Tra l'altro, oltre che vincente, la formazione russa si sta dimostrando anche molto solida, con Moreno che è quasi più di una spalla per JRO, e con un Karpets che sta dando l'anima (come non gli vedevamo fare da diverso tempo) nel ruolo di gregario di lusso.

L'avvio di tappa è tutto un attacca e contrattacca, tutti tentano di evadere, e da un'azione di 25 uomini (tra cui Paolini, Malacarne e Gavazzi), emerge Michael Albasini, che resta con Slagter sull'Alto de Valdepeñas (primo passaggio, al km 67); prima della cima, sui due rinviene Taaramäe (che passa per primo al Gpm), e sulla discesa rientrano anche Sagan, Fröhlinger, Malacarne, Palomares e Madrazo. Mentre García Acosta, veterano della Vuelta, è costretto al ritiro da una caduta, il gruppetto dei fuggitivi non riesce a guadagnare troppo, il gruppo tiene a tiro gli attaccanti (mai più di 1'20" di distacco), e allora Albasini, che ne ha più dei colleghi, se ne va via da solo a 88 km dal traguardo.

Il gruppo allora molla un po', il margine aumenta, lo svizzero arriva ad avere quasi 2' sugli ex compagni di fuga, e una ventina di secondi in più sul gruppo. Ai -63 Fröhlinger e Madrazo si mettono in caccia di Albasini, e ai -40 completano l'inseguimento. Si tratta comunque di un'azione destinata a rimanere velleitaria, e malgrado i tentativi di Madrazo di provare un contrattacco, il gruppo tirato dalla Katusha rinviene e poco prima dell'Alto de Valdepeñas (secondo passaggio) riprende tutti i fuggitivi.

A quel punto inizia un'altra corsa: sulla salita ci prova prima Dyachenko, poi con maggiore intensità David Moncoutié, che a 11 km dal traguardo (e a 3 dal Gpm) scatta e si invola. In vetta il francese passa con 34" sul gruppo tirato dalla Liquigas (che come ieri si assume la responsabilità di fare la corsa nel momento decisivo) e dal solito Karpets. Per un transalpino all'attacco, ce n'è un altro in difficoltà: la maglia rossa Chavanel soffre in coda al plotone (da cui già in tanti si sono staccati) anche se poi in discesa riesce a salvarsi.

Sulla picchiata che precede lo strappo dell'arrivo, Moncoutié riesce a difendere ottimamente gli oltre 30" di vantaggio, un margine con cui si presenta ai 3 km conclusivi. Ai -2 il gruppo recupera qualcosina, restano 25" per il corridore della Cofidis che però nel chilometro successivo perde altri 10" e capisce che non arriverà al traguardo a braccia alzate.

L'ultimo chilometro è durissimo, Moncoutié viene fagocitato dal gruppo in accelerazione sulla rampa più tosta (24%!), e agli 800 metri è la Katusha a rompere gli indugi, con Moreno che fa un grande ritmo per Joaquim Rodríguez. Sulle prime Nibali è lesto a rispondere (con Poels unico degli altri a reagire), ma quando Purito scatta, ai 650 metri, Nibali deve alzare bandiera bianca. Poels prova a rispondere ma Rodríguez ha troppa voglia di vincere per afflosciarsi sul più bello, e al traguardo può esultare con 4" sull'olandese, 5" su Dani Moreno, 7" su Mollema che anticipa il gruppetto (a 8") comprendente Scarponi, Zubeldia, Fuglsang, Roche, Van den Broeck e Kessiakoff. Nibali è lì, a 11" con Pardilla, Nieve, Menchov, Bakelandts e LL Sánchez. Bruseghin e Wiggins pagano 20" a JRO, Daniel Martin 29", Siutsou, Sastre, Moncoutié, Capecchi e Chavanel 31". Antón perde altro terreno, chiudendo a 57" dal vincitore di tappa.

La classifica che ne consegue vede Chavanel ancora in rosso: il francese si è gestito alla grande nel finale, e ha salvato il primo posto nella generale per soli 9" su Moreno; quindi Rodríguez si installa in terza posizione (a 23"), Fuglsang è quarto a 26", Nibali quinto a 33". Ma come già detto ieri, al di là di piccoli spostamenti, la classifica dei big resta apertissima a ogni evoluzione. Una classifica (dei big) da cui possiamo forse eliminare Antón, che con 3'10" dalla maglia rossa e con troppi avversari davanti a sé, avrà bisogno di una vera impresa in montagna per rientrare a pieno titolo nella contesa. L'Italia, visto che si disputava la quinta tappa, ne esce con una bella progressione del 5 (Nibali quinto, Bruse decimo, Scarponi 15esimo), ma quel che più conta è notare come i nostri atleti paiano in crescita di condizione (indipendentemente dal fatto che Nibali abbia pagato un piccolo fuorigiri tentando di tenere JRO).

Domani da Úbeda a Córdoba il terreno pare invitante per i fugaioli, una salita da non sottovalutare nel finale potrebbe togliere ai team dei velocisti la voglia di inseguire. Sarà comunque difficile che qualche uomo di classifica provi qualcosa su quell'Alto del Catorce por ciento (si chiama così), ma di sicuro sarà interessante capire come potrebbe cambiare ancora volto la generale in caso di fuga in porto composta da uomini non lontanissimi dalle prime posizioni.

Marco Grassi

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