Vuelta a España 2011: Sutton a la Playa, la bomba estalló - Buchi nel finale, Bennati va in maglia rossa
- VUELTA A ESPAÑA 2011
- HTC - Highroad 2011
- Leopard Trek 2011
- Omega Pharma - Lotto 2011
- Sky ProCycling 2011
- Adam Hansen
- Alessandro Petacchi
- Christopher Sutton
- Daniele Bennati
- Dario Cataldo
- Davide Viganò
- Enrico Gasparotto
- Jakob Fuglsang
- Jesús Rosendo Prado
- John Degenkolb
- Luca Paolini
- Marcel Kittel
- Mark Cavendish
- Matthew Harley Goss
- Matti Breschel
- Michele Scarponi
- Paul Martens
- Peter Sagan
- Steve Houanard
- Stuart O'Grady
- Tom Boonen
- Tyler Farrar
- Valerio Agnoli
- Vicente Reynés Mimó
- Vincenzo Nibali
- Uomini
La prima tappa in linea della Vuelta si doveva chiudere con una volata di gruppo a Playas de Orihuela (da una playa - quella di Benidorm ieri - all'altra, la corsa spagnola continua a fare intanto il pieno di turisti-bagnanti-tifosi, e va bene anche così), e invece è stato quasi uno sprint, ma in realtà un perfetto anticipo da parte di due corridori (Sutton e Reyes) che si sono inseriti davanti agli altri velocisti lanciati verso il traguardo; e intanto il gruppo, già provato dal vento e dalla forte andatura, si sfilacciava ingloriosamente su uno strappetto di 300 metri, provocando una serie di buchi che hanno cambiato volto alla classifica uscita dalla cronosquadre. In tutto ciò, l'Italia si ritrova con un suo corridore, Daniele Bennati, in testa alla classifica, mentre Nibali e Scarponi, i nostri uomini della generale, sono stati tra i più reattivi nel finale: quindi, anche a noi va bene così, e possiamo passare alla cronaca della tappa.
Il primo Gpm della Vuelta, l'Alto de Relleu dopo 28 km dalla partenza di La Nucía, lancia la fuga del giorno: è Jesús Rosendo a provarci, scatta ma poi viene superato da Paul Martens (prima maglia a pois), e sullo slancio i due se ne vanno coi sopraggiunti Houanard e Hansen. Nulla di preoccupante, il gruppo lascia fino a 5'50" al quartetto, ma dopo metà tappa l'inseguimento si fa serrato e il margine viene abbattuto.
Tanto che a 32 km dalla conclusione Hansen, visto che il vantaggio è in progressivo crollo (è prossimo al minuto), parte da solo in cerca d'avventura; ma non di gloria, visto che lui per primo sa che non avrà scampo, e in effetti il plotone non gliene dà e lo riprende, ultimo tra i fuggitivi, a 15 km dalla conclusione.
Il finale è velocissimo, la HTC (tra le cui fila si è già ritirato Matthew Goss) tira alla morte e per poco non fraziona un gruppo allungato come non mai sui lunghi rettilinei del litorale della Costa Blanca: il vento dal mare è presente, ma per fortuna di molti è a favore del gruppo, e non si creano ventagli. La Leopard, dal canto suo, dà una mano davanti, visto che ha in Bennati un possibile protagonista per l'accidentato finale.
Ma invece dell'aretino, quando si inforca lo striscione dell'ultimo km, è un altro Leopardo a muoversi, sempre italiano: Davide Viganò, che parte come una scheggia al triangolo rosso ma dura poco (e non era facile far meglio, vista la muta affamata che lo rincorreva). Evidentemente la squadra lussemburghese, piuttosto che organizzare un difficile treno, ha provato questo diversivo. Fatto sta che, esauritasi l'azione del brianzolo, è proprio un altro Leopard a tentare la sortita, O'Grady, ma appena approdato sullo strappetto dei 500 metri l'australiano rimbalza indietro.
A quel punto è Boonen a giocarsi il tutto per tutto, andando via di potenza, ma non riuscendo a fare la differenza: Bennati ne prende la ruota, e Sagan è ottimamente messo alle spalle del toscano (e ha a sua volta Petacchi a ruota). Ma sull'ultima curva a destra, ai 300 metri, sbuca dalla seconda fila Vicente Reynes, mandando all'aria i piani di tutti. Lo scatto dello spagnolo è notevole, e Chris Sutton è l'unico ad avere sufficiente lucidità (oltre che gambe) per agganciarsi al corridore della Omega Pharma. Sul rettilineo finale il britannico si volta a controllare che da dietro non rinvenga nessuno, e avuta conferma di ciò, si lancia in quella che è di fatto una volata a due, e brucia Reynes che sfoga con un pugno sul manubrio la rabbia per la vittoria sfumata di poco.
Nel resto del gruppo, è Kittel ad avere lo spunto migliore nel finale e ad andare a prendersi il terzo posto, davanti a Farrar, Breschel e Bennati, mentre l'Italia piazza in top ten anche Gasparotto (settimo) e Paolini (nono), con l'atteso Sagan che non va oltre l'undicesima piazza e con Petacchi che porta a casa solo il 13esimo posto. Non certo peggio di altri velocisti, staccatisi nel convulso finale sullo strappetto dei 500 metri, tanto che solo i primi 50 dell'ordine d'arrivo sono classificati col tempo del vincitore, e tutti gli altri pagano buchi più o meno ampi che coinvolgono anche qualche uomo di classifica: per fare un sommario elenco, Zubeldia ci rimette 10", Le Mével, Kashechkin, Machado, Wiggins, Kessiakoff, Luis León Sánchez pagano 13" (ma successivamente tali distacchi saranno annullati dalla giuria), Sastre e Freire 20, Haussler, Carrara e Cavendish (che ha detto che la HTC lavorava per portare Degenkolb in maglia) 1'01", Klöden e Tony Martin 1'18", Cataldo (che ha forato nel finale) 1'33", Phinney 1'40", Cancellara 1'52", Talansky 3'16".
Decisamente un bello sparpaglìo, che conduce a una classifica generale già rivoluzionata rispetto alla cronosquadre di ieri: in maglia rossa ritroviamo Bennati, unico Leopard - con Fuglsang - a rimanere "a pieni giri", e ovviamente detentore di una miglior classifica a punti, visto il piazzamento di oggi. L'aretino scavalca appunto Fuglsang, e alle loro spalle Sagan, Nibali e Agnoli restano a 4" di ritardo, mentre la generale necessariamente si allunga. Domani da Petrer a Totana 163 km non certo difficili, ma con un colletto nel finale (vetta a -13 km), l'Alto de la Santa, ci saranno velocisti che andranno (o ri-andranno) a gambe all'aria, e solo in pochi, della categoria, si salveranno. Per cui, indipendentemente da chi vincerà poi la tappa, il Bennati visto oggi potrebbe anche difendere la maglia rossa e presentarsi alla tappa di Sierra Nevada da leader della Vuelta.