Tour de France 2011: La resistenza di Voeckler - T-Blanc resta in giallo. Applausi per Hoogerland
- TOUR DE FRANCE 2011
- FDJ 2011
- Team Europcar 2011
- Arnold Jeannesson
- Bauke Mollema
- Jelle Vanendert
- Johnny Hoogerland
- José Joaquín Rojas Gil
- Jérôme Coppel
- Mark Cavendish
- Philippe Gilbert
- Pierre Rolland
- Rein Taaramäe
- Rigoberto Urán Urán
- Robert Gesink
- Roman Kreuziger
- Sylvain Chavanel
- Tejay Van Garderen
- Thomas Voeckler
- Uomini
Una delle tante cose belle del Tour de France, se non la più bella, almeno per quanto riguarda il lato strettamente agonistico, è il fascino innato e incondizionato che le maglie, tutte le maglie, hanno sui corridori e sul pubblico. Sulla maglia gialla si potrebbero scrivere libri di storie e battaglie, sul filo dei secondi, da parte di comprimari per indossare, anche per un solo giorno, il simbolo del primato; e delle lotte, dei pianti, dei sudori, delle fatiche per mantenerla quando i big ingranano. La pois, poi, è unica al mondo, e per conquistarla si lotta sulle salite che hanno fatto la storia di tutto il ciclismo (e quest'anno ancor di più, come avremo modo di vedere); ma anche la verde e la bianca sono simboli che restano poi tatuati a pelle, che identificano a vita un corridore (basti pensare a Zabel, ad esempio, che della maglia verde ha fatto una religione).
E così, quando i big latitano e non regalano particolari emozioni, il fascino del Tour ricade su questi piccoli eroi che di giorno in giorno lottano per un grammo di popolarità, con tenacia. E della tenacia ha fatto il suo modo di correre in bicicletta Thomas Voeckler, superlativo come non mai quest'anno; oggi, 14 luglio, nessun francese ha vinto la tappa ma la giornata è più che onorata, con T-Blanc che è riuscito a stare coi migliori fino alla fine, aiutato da uno strepitoso Rolland. Voeckler sta andando oltre le più rosee aspettative e, andando avanti con questo trend, vederlo nei primi 10 di questo Tour ormai sembra quasi certo e chissà, vederlo ancora in giallo sulle Alpi non è un sogno impossibile.
Per la pois, coi nuovi punteggi, gli outsider sono sfavoriti rispetto a scalatori puri e uomini di classifica. Ma la pois va onorata fino in fondo, anche se stai correndo con 33 punti di sutura alla gamba. Così Johnny Hoogerland, che in tanti martedì davano per spacciato, ha addirittura piazzato uno scatto sulla prima salita di giornata, la Hourquette d'Ancizan, pur di difendere il suo primato. Era palese che non si trattasse dell'Hoogerland dei giorni migliori, tant'è che non è riuscito a seguire il passo di Chavanel e Kreuziger, ma piuttosto che star lì a guardare Samuel Sánchez che gli sfilava la maglia (forse per sempre), Johnny ha preferito muoversi in prima persona, rischiando il fuorigiri. L'immagine di Hoogerland in lacrime domenica sul podio del Tour sarà una delle più belle che porteremo sempre nel nostro cuore di tifosi.
Che dire invece, della lotta per la maglia verde, come al solito incerta e quest'anno impreziosita negli sprint intermedi? Cavendish oggi ha preso il massimo del punteggio possibile (considerando che c'erano 6 fuggitivi), ma non può dormire sonni tranquilli con un Rojas e soprattutto con un Gilbert così. Il campione vallone ha stupito anche oggi, tenendo alla grande i migliori sul Tourmalet ed attaccando addirittura in discesa (un attacco che poi è servito a lanciare il sorprendente compagno Vanendert, con Philippe specchietto per le allodole); e nonostante tali fatiche, è arrivato 24° a soli 3'19" dal vincitore; fosse stato comodo nella pancia del gruppo, probabilmente oggi avrebbe preso anche qualche punticino all'arrivo (c'erano fino al 14°) e potrebbe senz'altro prenderne domani, se sull'Aubisque la corsa non dovesse animarsi particolarmente o se non dovessero arrivare fughe particolarmente numerose. Insomma, è la conferma che Cavendish ha adesso un rivale contro il quale su certi terreni non può lottare; il velocista dell'isola di Man dovrà allora dare il massimo sugli arrivi più agevoli, per tenersi la maglia verde.
Infine, parliamo della bianca; doveva essere un obiettivo facile per Robert Gesink, ma l'olandese ha alzato bandiera... bianca, appunto. E così la lotta si fa incertissima, visto che tutti gli altri favoriti della vigilia (Mollema, Kreuziger, Coppel, Van Garderen) deludono o vanno a mezzo gas. In questo marasma di delusioni sorride la FDJ col suo Arnold Jeannesson, 25 anni , che i più ricorderanno fare discrete prestazioni in salita al Giro 2009, suo primo GT. L'atleta parigino, 3° al Tour de l'Avenir 2008 dopo aver vinto la tappa di Guzet-Neige, oggi ha tenuto i migliori fino agli scatti di Fränk Schleck ed è riuscito a concludere ad una più che onorevole 12esima posizione, poco davanti a Rigoberto Uran, in questo momento il principale rivale, insieme all'estone Taaramäe, per la divisa del giovane più forte. Arnold aveva dato segnali di ottima forma in questa prima fase del Tour, partecipando a qualche sprint e mantenendosi ben messo in classifica, ma in pochi alla partenza di questa Boucle avrebbero scommesso sul suo primato. Se dovesse riuscire a mantenere il simbolo di miglior giovane fino a Parigi, Arnold vedrà il suo nome nell'albo d'oro a fianco a quelli di grandi come Jan Ullrich e Marco Pantani, solo per rimanere ai più recenti, e questo risultato potrebbe proiettarlo verso un futuro più radioso di quello da portaborracce che gli si stava prospettando. In bocca al lupo.