Tour de France 2011: L'aurea maturità di T-Blanc - Voeckler leader 7 anni dopo il suo capolavoro in giallo
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- Thomas Voeckler
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Dovremmo parlare di Vinokourov, sì. Ma a diverse ore dall'incidente che potrebbe mettere la parola fine alla carriera del campione kazako, non ce la sentiamo ancora di prendere in considerazione questa ipotesi. Non vogliamo credere possibile che sia finita così, contro quell'albero... certo, riprendersi da una frattura al femore non sarà cosa immediata... la stagione finirà... Tornerà, non tornerà il grande Alex? Farà davvero le Olimpiadi del 2012? Chiuderà qui? No, non ci possiamo pensare. Rinviamo.
Possiamo invece pensare alle parole giuste per incensare una volta di più un altro dei nostri beniamini, Thomas Voeckler, che oggi ha vissuto una giornata da protagonista, come tante volte gli è già successo, o forse anche più che tante altre volte. Il bel mondo del pedale lo conobbe nel 2004, ma lui era già dall'anno prima che si faceva vedere in corse di secondo piano, a volte vincendole pure (5 successi per lui nel 2003). Ma indubbiamente fu in quel 2004, in quel Tour, che Voeckler divenne personaggio. Prese la maglia gialla con una fuga bidone nella quinta tappa, doveva tenerla fino alle montagne e invece ci mise tale e tanta tenacia che riuscì a superare i Pirenei ancora vestito di giallo: certo, con un vantaggio che da 9'35" (nel giorno della conquista della testa della classifica) si era ridotto a miseri 22", ma con una platea sterminata di tifosi conquistati con quella difesa a denti stretti (e lingua di fuori).
Se quella fu l'impresa della giovinezza sfrontata, quello di oggi possiamo ben definirlo il capolavoro della maturità di T-Blanc. Il quale in questi 7 anni è cresciuto molto, passando da romantico corridore d'assaltato a consapevole striker che riesce a mettere a segno i suoi colpi con matematica puntualità. Certo, ha attraversato anche stagioni più complicate (probabilmente schiacciato, nel primo post-2004, da troppe attese), ma negli ultimi 2 anni è veramente entrato in una dimensione invidiabile.
Due tappe vinte alla Boucle nel 2009 e nel 2010, a Perpignan (prima d'allora non ci era mai riuscito) e a Bagnères-de-Luchon, e una presenza viva anche al Giro (due secondi posti negli stessi anni, ad Anagni e a Porto Recanati); il titolo di campione nazionale (ri)vinto nel 2010; e poi questo strepitoso 2011, la sua migliore stagione, all'età di 32 anni. Un avvio d'anno scoppiettante, vinti l'Haut Var e la Cholet-Pays de Loire, e tappe al Mediterraneo, alla Parigi-Nizza (ben due!), al Trentino e alla 4 Giorni di Dunkerque (di cui si è anche aggiudicato la classifica finale).
Poi pausetta, e rieccolo sgambettare in gruppo tra Delfinato (terzo in una tappa) e campionato nazionale francese (terzo anche lì, sfuggita di poco la riconferma in maglia trois-couleurs), prima di questo Tour della consacrazione. Quando stamattina è partito per la fuga, era senz'altro mentalizzato alla classifica dei Gpm, tanto è vero che è scattato proprio per anticipare il gruppo e prendersi il primo traguardo di montagn(ett)a odierno. Ma da lì è partita una fuga che il plotone ha tenuto sotto controllo fino alle cadute del Pas de Peyrol, per poi lasciarle spazio (troppo, visto chi c'era davanti).
Thomas non ci ha messo molto a capire la situazione: se sul secondo e sul terzo Gpm ha conteso a Hoogerland i passaggi sotto lo striscione, subito dopo ha compreso che in realtà, più che un avversario per i pois, gli serviva un alleato per aumentare e poi difendere quel margine sul gruppo, un margine che significava per l'appunto maglia gialla. E allora ha trovato l'accordo con l'olandese per spartirsi le due maglie, dimostrando una volta di più sagacia tattica e capacità di interpretare le varie situazioni di gara, adattandosi ai vari sviluppi della corsa. E a tutto ciò non poteva ovviamente mancare quel surplus di impegno à la Voeckler, quel suo mettersi in testa al terzetto rimasto davanti nel finale e tirare lui, solo lui, sempre lui. Ci sarà tempo per riposare.
La maglia gialla, che premia ancora una volta uno dei migliori corridori in attività (ognuno lotta per il massimo che può ottenere), finisce sulle spalle di un atleta talmente innamorato del proprio lavoro, e soprattutto del proprio modo di svolgerlo, che ancora pochi giorni fa così si giustificava per l'ennesimo scatto su una salitella vicina all'arrivo: «Se non attacchiamo e non proviamo a dare spettacolo, poi non rimetteranno più questi strappetti prima del traguardo».
Ora Voeckler in classifica ha 1'49" su LL Sánchez e 2'26" su Evans (e poi poco di più sugli altri big a seguire). Domani recupererà, e poi se non si distrae dovrebbe tenere la maglia fino ai Pirenei, per poi magari perderla a Luz Ardiden. Ma possiamo essere certi che nel primo tappone di montagna del Tour, il tenace T-Blanc tornerà ad essere quello che nel 2004, da quelle parti, partorì quel capolavoro di resistenza e abnegazione. E che l'alsaziano proverà a ripetere quel capolavoro, possiamo giurarci.