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Tour of Austria 2011: CronoGrabsch non tradisce - Bert vince la tappa, Kessiakoff sempre leader | Cicloweb

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Tour of Austria 2011: CronoGrabsch non tradisce - Bert vince la tappa, Kessiakoff sempre leader

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Bert Grabsch festeggia la vittoria nella crono di Podersdorf © www.oesterreich-rundfahrt.atdal nostro inviato

 

La settima tappa del Giro d'Austria, una cronometro di 30.1 km disputata a Podersdorf, era chiamata a dare un'importata rimescolata nelle posizioni d'avanguardia della classifica generale: togliendo Kessiakoff, infatti, tutti i contendenti per un posto sul podio erano molto vicini in classifica e avevano anche tutti caratteristiche abbastanza diverse uno dall'altro. Sulle sponde bollenti del lago Neusiedler, temperatura superiore (e non di poco) ai trenta gradi, abbiamo assistito in effetti ad una doppia lotta: una per il successo di tappa con gli specilisti di queste prove come favoriti, l'altra tra gli uomoni ben posizionati nella generale visto che, potenzialmente, poteva ancora succedere di tutto.

La vittoria parziale è andata, come facilmente pronosticabile, al tedesco Bert Grabsch, vincitore due settimane fa del titolo nazionale davanti al compagno di squadra Tony Martin. Proprio quella vittoria era stata il segno che il corridore della HTC Highroad si trovava in ottime condizioni di forma: il 36enne iridato di Varese 2008 si è mangiato il percorso ad una media superiore ai 52 km/h. Una vittoria che non sorprende noi e non sorprende neanche lo stesso corridore: «Sapevo di stare bene - ha dichiarato - ed ero venuto qui al Giro d'Austria proprio con l'obiettivo di vincere questa cronometro. In ogni caso non è stato affatto facile perché venivamo da tappe impegnative e con tante montagne che mi sono costate tanto in termini di energie; il vento ha disturbato un po' ma non troppo perché l'abbiamo sempre trovato laterale, il caldo invece è stato davvero asfissiante oggi».

Con una tale gamba che sembra non sentire la catena verrebbe da chiedersi come mai non sia ora al Tour de France ad aiutare la squadra nelle tappe di pianura. È lui stesso però ha confermato come l'idea di preferire l'Austria alla Francia sia stata presa in comune accordo con lo staff della squadra: «Dopo il campionato nazionale abbiamo optato per questa soluzione in modo che potessi avere un piccolo periodo di stop dopo questa corsa per poi puntare a fare bene sia alla Vuelta che al Campionato del Mondo a Copenhagen». Una decisione che sembra molto ragionevole visto che quest'anno tra la Grande Boucle e la massima gara a tappe spagnola c'è una settimana in meno di riposo rispetto alle scorse stagioni.

Alle spalle di Grabsch troviamo tre giovani di belle speranze ma che già adesso sono tra i migliori al mondo della specialista: a 22" è arrivato il 23enne (compiuti ieri) neozelandese Jesse Sergent (RadioShack), a 32" Patrick Gretsch (24 anni) e a 46" il talento americano Taylor Phinney in maglia BMC e appena 21enne; per tutti, però, c'è da essere soddisfatti. Forse ci si poteva aspettare qualcosina in più da Manuele Boaro, secondo al campionato italiano e oggi 24° a 2'11"da Grabsch (vanno comunque considerati 30" di penalità - a lui come a tutti i Saxo - per non aver montato bene sulla bici il trasponder): il neoprofessionista della Saxo Bank esce comunque da questo Giro d'Austria in modo positivo, con due lunghe fughe nelle tappe altimetricamente più impegnative e con tanto lavoro fatto per i compagni di squadra.

Oltre alla classifica di tappa, però, era importante anche guardare la lotta tra gli uomini in lotta per il successo finale della corsa. Fredrik Kessiakoff si è dimostrato una volta di più il corridore più forte in gara, non limitandosi a correre in difesa ma facendo registrare addirittura il quinto tempo assoluto a 55" dal vincitore. Una condizione super e le motivazioni che porta il vestire una maglia di leader hanno portato a questa grande prestazione dello svedese dell'Astana che domani potrà affrontare l'ultima tappa come una sorta di passerella per le strade di Vienna visto che il vantaggio di 2'28" sul primo inseguitore lo dovrebbe mettere molto al sicuro.

Alla vigilia ci si aspettava un grande rimescolamento in classifica dopo questa frazione ed è effettivamente stato così. A farne le spese sono stati soprattutto i corridori italiani, molto svantaggiati da questa cronometro per le loro caratteristiche fisiche: Mauro Santambrogio è si è visto addirittura preso e passato da Kessiakoff (4'11" il ritardo finale da Grabsch) che era partito due minuti dopo lui ed in classifica è passato dalla seconda alla sesta posizione; una posizione persa anche per Morris Possoni (ora è settimo) mentre ne perde tre Alessandro Bisolti (da ottavo a undicesimo). Per tutti e tre la prova di oggi può essere molto importante in prospettiva futura visto che poche volte in carriera si sono trovati a dover affrontare cronometro lunghe con un obiettivo di classifica.

Ad avvantaggiarsi, invece, sono stati soprattutto il ceco Leopold Konig (NetApp) e Carlos Sastre (Geox) che adesso sono rispettivamente secondo e terzo nella generale: il primo era stata una grande sorpresa già sul Kitzbüheler Horn e può aver trovato qui in Austria un punto di svolta per la carriera; Sastre invece s'è confermato una volta di più uno di quei corridori che più passano le gare e le tappe riesce a trovare una condizione sempre migliore. In recupero, ma non abbastanza per il podio, anche Rohregger e Menchov: l'austriaco della Leopard è stato anche particolarmente sfortunato perché ha avuto un problema al trasponder pochi istanti prima del via che l'ha deconcentrato e l'ha obbligato anche a correre senza riferimenti cronometrici intermedi; in più Rohregger ha condito il tutto con una penalità di 20" (che vanno sommati ai 30" per la questione trasponder) per aver tagliato una curva delimitata da alcuni birilli.

Sebastiano Cipriani

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