GiroDonne 2011: Una coppia ormai inossidabile - Oggi è Emma Pooley davanti a Vos
- Giro d'Italia Internazionale Femminile WE 2011
- Diadora - Pasta Zara [Donne] 2011
- Garmin - Cervélo [Donne] 2011
- MCipollini - Giambenini [Donne] 2011
- Nederland Bloeit [Donne] 2011
- Team Valdarno [Donne] 2010
- Amanda Miller
- Claudia Häusler Lichtenberg
- Elena Berlato
- Emma Pooley
- Fabiana Luperini
- Jeroen Blijlevens
- Judith Arndt
- Mara Abbott
- Marianne Vos
- Ruth Corset
- Tatiana Antoshina
- Tatiana Guderzo
- Ciclismo femminile
E alla fine arriva Emma! Finalmente ecco la vittoria di Pooley. Finalmente perché siamo a fine Giro, o quasi. Finalmente perché dopo tanto attaccare ed essere attaccata (leggere alla voce "Mortirolo") riesce a mettersi alle spalle Marianne Vos. Stesso tempo sul traguardo, la maglia rosa e la Pooley vanno a braccetto ma senza darsi troppa confidenza.
Emma doveva provarci, la montagna è il suo terreno. La maglia rosa, recepiti i consigli mattutini di Blijlevens («Non ci sono squadre in grado di fare la corsa, stai coperta fino alla salita finale»), corre sulle ruote dell'inglese. Diadora - Pasta Zara e Garmin - Cervélo devono movimentare sin da subito le acque in gruppo. Settanta chilometri davanti, si parte in discesa, il percorso è molto nervoso, un continuo saliscendi da Teglio a Valdidentro, poco dopo Bormio. Lì inizia la salita finale che porta ai Laghi di Cancano passando per le suggestive Torri di Fraele.
Se ne vanno dopo trenta chilometri Fabiana Luperini (ieri era stata male prima del Mortirolo, non potendo dare il meglio di sé) e Claudia Häusler. Il gruppo della Maglia rosa lascia loro un vantaggio massimo di 1'22". Si arriva a Le Prese. Il nome potrebbe fa riferimento sia ad Emma Pooley nei confronti di Marianne Vos dopo il Mortirolo di ieri che ad un rientro del gruppo sulle fuggitive di spicco. Cambia la situazione così come, a Le Prese, nel 1987 una frana mutò la morfologia del territorio.
Proprio Vos e Pooley escono e vanno a recuperare terreno su Häusler e Luperini, creando poco dopo una situazione di gruppo compatto. Scappano ancora, sul Gpm che porta a Le Motte, Amanda Miller e Ruth Corset (ottima la prova dell'australiana, alla fine sarà terza), quest'ultima ripresa all'inizio della salita finale. Proprio sull'erta finale ci prova Emma Pooley. Cos'altro potrebbe fare Marianne Vos se non provare ad andarle dietro? Niente, e questo fa. La segue, le tiene le ruote, non dà cambi. Obiettivo: controllare l'avversaria, non staccarla.
Vanno su insieme e prendono subito un bel vantaggio sul gruppo, già ridotto ad una ventina di unità, che inizia a sgranarsi non troppo lentamente. Volano i minuti, volano le prime due della classe e della classifica. La salita procede regolare, qualche strappo sparso tra un tornante e l'altro ed un muro in località Pedenosso, 1200 metri dopo l'inizio dell'ascesa. Poche centinaia di metri ma sfiorano - se non superano - il 20% di pendenza.
Nuvole non rapide sopra lo splendido stadio naturale delle Torri di Fraele minacciano pioggia e mantengono la promessa. Poco prima che arrivino le prime atlete si riversa sugli ultimi chilometri il diluvio universale. Lo sterrato finale, un fondo compatto su uno sfondo da cartolina, diventa una fanghiglia che le atlete, già provate dalle fatiche di oggi e di ieri, non gradiranno.
Passa sopra e va la Pooley che conclude prima, alzando le braccia al cielo sotto gli occhi di Marianne Vos, sempre più sicura di mantenere la rosa sino alla fine (ora il vantaggio in classifica sulla Pooley è di 2'32"). Terza di tappa alle spalle delle due hors categorie è una bravissima Ruth Corset che, reduce dalla fuga, giunge sul traguardo a 1'29".
La Arndt chiude a 2'39" ed in generale ipoteca un podio, vincendo la battaglia contro la nostra Guderzo: la teutonica in classifica generale è davanti alla vicentina per 7" e, oltre ad una costanza che la rende quasi unica, ha dalla sua la cronometro finale «Domani ci proverò, vorrei un po' più discese in questo Giro», dirà la vicentina della MCipollini - Giambenini. Prima delle italiane sul traguardo proprio Tatiana Guderzo, giunta a 2'49" in compagnia della vecchia compagna del Team Valdarno, Tatiana Antoshina, ora portacolori della Gauss.
Mara Abbott conferma il non felice momento e le parole di stamane di Manel Lacambra («Ormai la maglia rosa è lontana, speriamo di vincere una tappa, o con Mara o con la Häusler, basta che vinca la squadra»). Pur ottenendo un settimo posto a 3'16" dalla vincitrice odierna in classifica paga ben 13'04", appostandosi in decima posizione. Troppo per la detentrice della Maglia rosa, anche se, alla luce della caduta di inizio Giugno, sin troppo positivo è anche il risultato ottenuto.
Decima sul traguardo, nonché sempre più maglia bianca, la nostra Elena Berlato, cui peraltro questa tappa piaceva molto. Nota più che positiva a favore della Campionessa Svedese Emma Johansson; oggi ottava a 4'12", in classifica stasera occupa addirittura la nona posizione, 23" davanti a Mara Abbott. I miglioramenti in salita erano noti ai più ma vederla così avanti su montagne tanto impegnative fa più che piacere.
Domani 110 km da Agliè a Ceresole Reale, con una lunga salita finale che incoronerà la vincitrice del Giro o darà spazio a chi, per un motivo o per l'altro, non ha ottenuto ciò che voleva da questa corsa a tappe tinta di rosa. Radiocorsa suggerisce di tener d'occhio una Luperini in crescendo e che vuol dare un vero perché al suo ritorno alle gare.