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Tour de France 2011: Boasson Hagen, piove champagne - Pure Malori in copertina: splendida fuga

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Edvald Boasson Hagen vince a Lisieux davanti a Goss e Hushovd © BettiniphotoEdvald Boasson Hagen un paio d'anni fa lo consideravamo tutti uno dei nuovi crack del ciclismo; tappe vinte con spavalderia e potenza un po' ovunque (anche al Giro d'Italia), e una giovane età che ne faceva un potenziale punto di riferimento per il futuro. Poi una serie interminabile di problemi fisici ne hanno minato non poco il rendimento nella stagione e mezza fin qui vissuta in maglia Sky; ma una vittoria al Tour de France, possiamo dirlo, cancella tutto. E da oggi, dal traguardo di Lisieux, il 24enne norvegese può forse ripartire per una nuova fase della sua carriera. Così come entra in una nuova dimensione Adriano Malori, fin qui ottimo prospetto noto principalmente in Italia: con quanto mostrato oggi, il giovane emiliano ha fatto vedere a tutti di che pasta è fatto.

Tappa lunga, tempo piovoso, fuga che parte al km 6 (a 220 dal traguardo) con Lieuwe Westra (Vacansoleil) e Anthony Roux (FDJ), a cui si accodano presto Johnny Hoogerland (Vacansoleil pure lui), Leonardo Duque (Cofidis) e, finalmente, un italiano: per l'appunto Adriano Malori, portacolori della Lampre recentemente laureatosi Campione Italiano a cronometro. Non ce la fanno a rientrare invece Jeandesboz e Roelandts, che pure ci hanno provato.

Alcune ragioni a favore della fuga: il fatto che la tappa sia così lunga, il fatto che il quintetto arrivi a guadagnare fino a 11'45", e anche il fatto che, con due compagni di squadra su cinque attaccanti, uno dei due può spendere tutto in favore delle chance dell'altro. Ma con Hoogerland di mezzo, non tutto è così scontato: Johnny si innamora infatti del progetto maglia a pois, passa in testa (con tanto di scatto solitario ai piedi della salita) al primo traguardo Gpm davanti a Roux, a St-Michel-de-Montjoie (a 127 km dal traguardo), e poi, quando vede che al secondo Gpm (Bourg d'Ouilly, ai -70) il francese lo precede, capisce che quella maglia che al momento detiene virtualmente, potrebbe sfuggirgli se Roux lo battesse anche all'ultimo Gpm.

È così che, per non saper né leggere né scrivere, la Vacansoleil dà il via a Westra, che parte in contropiede a 60 dal traguardo, portandosi appresso il solo Malori, bravissimo a reagire all'affondo dell'olandese. In tal modo i punti Gpm non potranno mai finire a Roux, e la maglia a pois di Hoogerland è salva. Tanto che i tre staccati, considerando inutile insistere in un'azione ormai segnata, si fanno riprendere rapidamente.

L'azione è segnata perché, anche se non l'abbiamo scritto, il gruppo sin dai -120 km ha tenuto un'andatura veramente notevole: la Garmin, ma soprattutto la HTC (con un inserimento anche dei Movistar) hanno tirato a fondo, abbattendo il distacco: nel momento dello scatto di Westra, il margine è di appena 1'50". I due contrattaccanti guadagnano qualcosina, si riportano a +2'50" (anche perché il gruppo si placa un attimo quando riprende il più vicino dei 5 in classifica, ovvero Roux), ma ugualmente vedono scendere decisamente le possibilità di farcela: il gruppo riprende la rimonta, e - mentre perde per strada qualche ritardatario tra cui Sylvain Chavanel, e mentre vede Contador costretto a cambiare bici (con Navarro) per un guaio meccanico - si porta a 25" dalla coppia di testa.

A quel punto, quando mancano 19 km al traguardo, Malori rompe gli indugi e con una bella progressione si sbarazza di Westra e si invola: dopo 200 km di fuga, il giovane parmense trova ancora le energie per un numero alla Cancellara: non solo non si fa fagocitare dal gruppo, ma addirittura torna a guadagnare sugli inseguitori: Adriano riporta fino a 38" il vantaggio, e in gruppo capiscono che non sarà facilissimo riprenderlo.

Sono momenti abbastanza entusiasmanti per i tifosi del corridore della Lampre, che ai 7 km ha ancora 30" di vantaggio (mentre dal gruppo prova un allungo ancora Roux, infaticabile). È la Omega Pharma a dare un svolta, mettendo i suoi uomini in testa a beneficio di Gilbert che ha occhi cupidi nei confronti della salitella che porta al traguardo. Ai 4 km, quando Malori ha ancora poco più di 10" di vantaggio, cade Leipheimer, che perde il controllo della bici strusciando sul guardrail: alcuni compagni lo aspettano, ma a quel punto è impossibile per Levi evitare di perdere terreno prezioso (sarà 1'05" alla fine). Intanto l'impresa di Malori resta bella ma incompiuta: ripreso ai 2700 metri l'italiano, la tappa entra in un tiratissimo finale.

Su una rotonda ai 2.5 km scatta Vanendert, ed è Voeckler a riportarsi sul belga ai 2 km; ma Millar riporta sotto i Garmin e il resto del gruppo, e il tentativo è annullato ai 1200 metri. Cavendish, che ha già vinto uno sprint oggi (quello per il quinto posto al traguardo volante di Vassy, davanti a Rojas, Farrar, Renshaw, Gilbert e Petacchi), è assente dalle prime posizioni. Vinokourov prende la testa sotto il triangolo rosso dell'ultimo km, poi è Mollema a tentare una sortita, ma Geraint Thomas (sempre in maglia bianca) non gli lascia spazio, guidando benissimo Boasson Hagen; quest'ultimo, quando vede che da dietro parte Ciolek, scatta con tutta la forza che ha, ai 250 metri.

Hushovd è a ruota del connazionale, ma non riesce a superarlo; non ci riesce nemmeno Matthew Goss, che da centro strada ha trovato via libera forse con un attimo di ritardo. La tappa se la aggiudica così Edvald, davanti al vincitore della Sanremo e alla maglia gialla, confermatissima. Quarto Feillu (che gira e rigira, riuscirà a vincere prima o poi...), quindi Rojas, Vichot, Gilbert (che ha difeso per un solo punto la maglia verde da Rojas), Ciolek, Marcato (altro nono posto per l'Italia dopo Oss ieri) e Jeannesson. Da segnalare infine il fuori tempo massimo di Vasil Kiryienka, ottimo al Giro ma un po' giù di corda in Francia. Domani altra volata in programma, ma a Châteauroux tutto dovrebbe essere più facile per i velocisti, al termine di una delle tappe più facili di questo Tour.

Marco Grassi

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