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Giro di Svizzera 2011: Freire da punta, Bozic la spunta - Marcato ripreso sulla linea d'arrivo

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Borut Bozic, vincitore della tappa di Tobel-Tägerschen su Oscar Freire © www.rtvslo.siI tanti appassionati che attendevano una sfida Cavendish-Greipel, l'un contro l'altro armati in quel di Tobel-Tägerschen, saranno rimasti delusi; ma non è che l'assenza della grande disputa fra i due ex compagni di squadra e tuttora rivali dello sprint abbia privato la quinta tappa del Giro di Svizzera 2011 di un finale acceso e appassionante.

La frazione, come ogni giorno accade, aveva visto in azione una fuga da lontano, per la precisione dal km 2; ma i quattro componenti della medesima (Jan Barta, Manuele Boaro, Alessandro Bazzana e Daniel Sesma) pur essendo passati da un vantaggio massimo di 10' (già al km 27), hanno intuito presto che il loro destino non era composto né da rose né da fiori. Infatti subito la Omega Pharma di Greipel aveva iniziato a lavoricchiare in testa al gruppo per ridurre il gap, e quando anche la HTC, e poi la Liquigas e la Sky si sono messe a collaborare, ai coraggiosi di giornata non è rimasto che spartirsi in qualche modo i traguardi volanti: uno sprint a Barta, uno a Bazzana, mentre i primi tre traguardi Gpm se li è presi Sesma.

A 33 km dalla conclusione Bazzana ha tentato una sortita (in quel momento il vantaggio era già sotto i 3'), e quando sull'ultimo Gpm di giornata (vetta a 26 km dal traguardo) Barta ha preso a sua volta la via dell'azione solitaria, di fatto abbiamo avuto la certificazione che la fuga finiva lì. Il ceco è rimasto da solo per una decina di chilometri, prima che il gruppo prendesse pure lui e iniziasse a organizzarsi in vista del volatone.

Un'azione estemporanea di Pérez Moreno ha creato ulteriore movimento tra i -7 e i -5, ma ai 4 km il treno HTC (privo del povero Peter Velits, che era caduto sbucciandosi maglia e torace) ha preso decisamente in mano le operazioni. La lotta tra i team dei velocisti si è accesa ancor di più quando ai 2 km sono stati gli Euskaltel (per Koldo Fernández) a imporre il loro ritmo, ma poi ai 1500 metri, con la Quickstep passata al comando, tutto è andato a monte: un buco intorno alla trentesima posizione del plotone ha mandato all'aria i piani di molti, e mentre Tom Boonen tentava addirittura un'evasione anticipata quando mancava un chilometro al traguardo, molti dei velocisti restavano intruppati nel tentativo di ricucire rispetto ai primissimi.

Preso Boonen, è toccato a Marco Marcato provare a far saltare il banco: partito come una scheggia ai 700 metri, l'italiano della Vacansoleil (già terzo ieri) ci ha pure creduto, e parecchio: la disorganizzazione che regnava in testa al gruppo imponeva infatti agli sprinter più avanzati di far da sé per chiudere il buco sul veneto, e Oscarito Freire non si è fatto pregare, così come Peter Sagan: uno da un lato, uno dall'altro, i due hanno avvicinato sensibilmente l'evaso, ed è stato lo spagnolo a dare il colpo di grazia ai sogni di Marcato, prendendolo nel mirino a 50 metri dalla linea d'arrivo (poi un giorno parleremo di tutte le volte che, per un motivo o per l'altro, al povero Marco sfuggono per un nonnulla delle belle vittorie).

A quel punto, però, sarebbe stato troppo per la Vacansoleil rimanere a mani vuote. Ecco allora che Bozic, fin lì bravissimo alla ruota di Freire, è uscito prepotentemente proprio mentre Marcato veniva affiancato: e con uno spunto irresistibile, lo sloveno ha messo la sua ruota davanti a tutte le altre, a partire da quelle dello stesso Freire e di Sagan. Al quarto posto - a testimoniare la natura bizzarra di questa volata - un uomo di classifica come Van Garderen, mentre Rojas s'è preso la quinta piazza e un Marcato sconfortato, smettendo di pedalare, ha chiuso in sesta posizione.

In classifica, ancora una volta, non cambia niente, e ciò è tutto di buono per il leader Damiano Cunego, che ha un giorno in meno davanti a sé in cui difendere la maglia gialla: è vero che mancano ancora 4 tappe, ed è quindi sempre bene vivere alla giornata, ma il traguardo di Schaffhausen è un po' più vicino per il veronese. Il quale però non dovrà distrarsi, e anzi sarà chiamato a mettercela tutta sin da domani, visto che sul traguardo in salita di Triesenberg, nello sconfinamento in Liechtenstein previsto per la sesta tappa, il capitano della Lampre dovrà guardarsi dai prevedibili attacchi di quelli che lo seguono nella generale: su tutti Soler, ma anche i Rabobank (Mollema con a supporto il prezioso Ten Dam e soprattutto Kruijswijk, tutti e tre nella top ten), lo scalpitante Van Garderen, i Leopardi Schleck (Fränk) e Fuglsang, e due vecchie volpi come Di Luca e Leipheimer.

Marco Grassi

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