Criterium del Delfinato 2011: John ribatte un (Degen)kolb - Ancora il tedeschino sugli scudi. EBH secondo
- Critérium du Dauphiné 2011
- HTC - Highroad 2011
- Sky ProCycling 2011
- Team Garmin - Cervélo 2011
- Adriano Malori
- Bradley Wiggins
- David Zabriskie
- Edvald Boasson Hagen
- Geraint Thomas
- John Degenkolb
- Juan José Haedo
- Julian Dean
- Jérémy Roy
- Marco Bandiera
- Tomas Vaitkus
- Tony Martin
- Tyler Farrar
- William Bonnet
- Uomini
Forse in un filotto così la HTC non ci sperava nemmeno. Eppure da tre giorni l'enclave tedesca del team anglosassone va puntualmente a segno: dopo Degenkolb a Lione martedì, e Tony Martin ieri nella crono di Grenoble, oggi a Mâcon è andato a segno di nuovo Degenkolb, in quella che è stata l'ultima volata di questo Delfinato.
Una volata prima di cui avevamo assistito a una fuga lunga un giorno, ad opera di Adriano Malori (già bravo nella crono ieri) e Jérémy Roy, partiti dopo appena 4 km di gara e ripresi ad appena 2000 metri dalla conclusione, dopo circa 168 km di azione a due. Il fatto che il gruppo, pilotato dalla Sky della maglia gialla Wiggins, non abbia lasciato agli attaccanti che un margine massimo di 4'25" (toccato intorno al km 60), dovrebbe essere preso dal giovane parmigiano come una sorta di riconoscimento delle sue qualità (certo, anche di quelle di Roy): conoscendo l'attitudine da passista dei due, il plotone non ha più di tanto lasciato fare, e ha preferito tenere il gap su livelli controllabili, a lungo tra i 3 e i 4'.
Malori e Roy ci hanno messo del loro, resistendo bene, tanto che a 30 km dal traguardo il vantaggio era ancora di 3', malgrado la Garmin stesse lavorando ormai da tempo in maniera convinta (a beneficio di uno sprint di Farrar). È intervenuta a quel punto la HTC a dare una sferzata al gruppo, grazie alla quale nel giro di 5 km sono stati recuperati 30", e nel giro di altri 7 il distacco è stato condotto a 2'. A quel punto la Garmin ha messo i pezzi da 90 a tirare (un nome su tutti: Zabriskie), e come possiamo non giustificare i fuggitivi se, contrastati attivamente da due team che fanno faville nelle cronosquadre, hanno visto il resto del frutto del loro lavoro sfumare in pochi chilometri ancora?
1'30" ai 15 km, 1' ai 12, e altri 10 km, col gruppo ormai saldamente in controllo, per annullare definitivamente la fuga. Dopodiché non c'è stato nemmeno il tempo di rifiatare, che subito si era in zona sprint. La Sky ha messo Thomas a fare il ritmo dai -1000 ai -500, con un Boasson Hagen evidentemente desideroso di centrare un risultato importante dopo le sfortune dei giorni scorsi e il terzo posto a cronometro ieri; ma per vincere bisognava fare i conti intanto con la Garmin: ai 500 metri è stato infatti Julian Dean a prendere la testa del gruppo, il problema per lui è che non aveva a ruota il capitano Farrar, bensì proprio Edvald il norvegese, mentre l'americano era intruppato in seconda fila.
E ancor più che con i Garmin, i conti bisognava farli con quel John lì, quello che a Lione ci aveva regalato un numero d'alta scuola, e che oggi ha dimostrato di non temere nemmeno le volate più affollate, e di saperle affrontare da solo in maniera efficace e spettacolare. Ancora ai 300 metri, Degenkolb (il John di cui si parla) era in nona posizione; Haedo, che ha dimostrato d'aver capito tutto della corsa e delle forze in campo, ne curava la ruota, quando il tedeschino è partito secco.
Ai 200 metri, Dean si è spostato da destra verso centro strada, lasciando campo a EBH, ma nel frattempo andando a ostacolare con la sua manovra di rinculo proprio il sopraggiungente Degenkolb, che ha dovuto ulteriormente scartare a sinistra, allargando il raggio d'azione (e allungando un po' il percorso, diciamo di un quarto di pedalata). Nonostante ciò, il corridore della HTC ha continuato a esplodere la sua forsennata potenza, e nulla ha potuto Boasson Hagen contro la nuova strepitosa rimonta del 22enne di Gera, che ha bruciato lo scandinavo (secondo) e trascinando al terzo posto di tappa Haedo, che era sempre lì alla sua ruota.
Quarto Vaitkus, che aveva scommesso invece sulla ruota di EBH, quinto il semprepresente della FDJ Bonnet, sesto un Farrar che non è praticamente riuscito a sprintare, settimo un buon Marco Bandiera, che in questo Delfinato si era già fatto vedere - anche lui come Degenkolb - a Lione.
In classifica non cambia niente, Wiggins è sempre in maglia gialla con vantaggi tra il minuto e i 2' su Evans, Brajkovic e Vinokourov. Inizierà domani la tre giorni dell'assalto alla diligenza britannica, visto che sulle tante salite di questo trittico di tappe finale, qualcuno potrebbe riuscire a detronizzare Bradley: forse non già domani (tappa lunga e mossa e arrivo in quota a Les Gets, ma pendenze non da mal di testa), ma sabato e domenica, su salite di crescente difficoltà e prestigio (si chiude con Glandon-La Toussuire) la battaglia dovrebbe infuriare, con tutto quel che ne conseguirà in termini di classifica generale.