Criterium del Delfinato 2011: Martin-Wiggins, festa per due - Crono al tedesco, Bradley spodesta Vino
- Critérium du Dauphiné 2011
- HTC - Highroad 2011
- Sky ProCycling 2011
- Team Garmin - Cervélo 2011
- Adriano Malori
- Alexandre Vinokourov
- Ben Hermans
- Bradley Wiggins
- Cadel Evans
- Christophe Riblon
- David Zabriskie
- Edvald Boasson Hagen
- Geraint Thomas
- Ivan Basso
- Janez Brajkovic
- John Degenkolb
- Jurgen Van den Broeck
- Jérôme Coppel
- Robert Gesink
- Rui Alberto Faria da Costa
- Tony Martin
- Tyler Farrar
- Uomini
La potremmo definire la cronometro dei campioni nazionali: non capita in effetti tutti i giorni che i primi quattro classificati di una prova contro il tempo in una gara a tappe indossino la maglia di miglior specialista del proprio paese. A Grenoble, nella frazione che ritroveremo pari pari al prossimo Tour de France, sono stati Tony Martin, Bradley Wiggins, Edvald Boasson Hagen e David Zabriskie a occupare le prime quattro posizioni di giornata: rispettivamente parliamo dei campione nazionali a crono di Germania, Gran Bretagna, Norvegia e Stati Uniti.
Una tappa, quella di Grenoble, svoltasi parzialmente sotto la pioggia (specie nella parte centrale, con la salita di Saint-Martin d'Uriage a svettare a 15 km dal traguardo, avvolta da lacrimose nubi), che ha premiato il fior fiore dei cronoman mondiali (se escludiamo Cancellara, che non è in gara), a partire da quel Tony Martin che ha fatto segnare il tempo di 55'28", a quasi 46 km/h di media, risultato giustificato per l'appunto dai lunghi tratti di strada bagnata. Quando ha gareggiato il tedesco, quasi due ore e mezza prima degli uomini di classifica, in testa alla graduatoria provvisoria c'era Adriano Malori, autore di una buona prestazione (57'31", tempo valevole per il 12esimo finale).
E ne ha trovata parecchia, di pioggia, Martin: nonostante ciò, il crono fissato dal corridore della HTC è risultato inavvicinabile anche da chi, successivamente, ha potuto giovarsi di condizioni atmosferiche ben più clementi (con la strada molto meno bagnata), anche se probabilmente pure il vento, cambiato dopo il primo pomeriggio, ha influenzato le prestazioni dei corridori di classifica.
Quelli che hanno gareggiato in condizioni molto simili a quelle di Martin, gli sono comunque finiti dietro: è il caso di Zabriskie, staccato di 58" dal tedesco, e di Boasson, che ha pagato 43". Dopodiché, lunghissima sequela di atleti che non hanno minimamente impensierito la leadership di Tony, fino ad arrivare ai più forti del Delfinato: Brajkovic ha chiuso al quinto posto (a 1'17"), Evans al sesto (a 1'20"), il leader Vinokourov al 14esimo (a 2'18"), Van den Broeck al 17esimo (a 2'39"), Gesink al 23esimo (a 2'48").
Molto meglio di questi ultimi, Bradley Wiggins, terz'ultimo a prendere il via (in quanto terzo in classifica), e capace di tampinare da vicino Martin sin dall'inizio. Se al primo intertempo, dopo 15 km, il britannico pagava 21" al tedesco (Zabriskie era tra i due, a 17" dal primo), al secondo rilevamento cronometrico il corridore della Sky ha operato l'aggancio sull'avversario: per entrambi tempo di 39'29" (Zabriskie terzo a 35" dai due): il passaggio di Bradley in cima alla salita di Saint-Martin d'Uriage lasciava presagire un finale palpitante, ma la rincorsa è finita lì, visto che in discesa Wiggins ha affrontato diverse curve con troppa cautela, finendo col perdere almeno 20" in quel frangente, e non riuscendo più a recuperare nell'ultimo tratto: alla fine 11" il ritardo del britannico, che però si consola ampiamente con la maglia gialla strappata a Vinokourov.
Non sarà facile difenderla fino alla fine, ma nemmeno impossibile, visto che in classifica Wiggo ha 1'11" su Evans, 1'21" su Brajkovic e 1'56" su Vinokourov. Immaginando che la generale venga sfrondata da qui a domenica da corridori meno adatti alle salite (Thomas, Rui Costa, Riblon, Hermans, tutti autori di una discreta crono oggi), oltre ai citati non rimane che Van den Broeck (al momento settimo a 2'28" da Wiggins) a poter recitare un ruolo da protagonista nelle frazioni alpine che attendono il gruppo, mentre si attende qualcosa di buono anche dalla giovane speranza francese Coppel, bravino oggi (13esimo di tappa, è decimo in classifica).
In casa Italia, detto sopra del bravo Malori, si sperava in un segnale da parte di Basso. Il quale l'ha mandato, questo segnale: ma completamente negativo. Il varesino ha chiuso al 135esimo posto la tappa, a 6'16" da Martin. Va senz'altro detto che Ivan non ha rischiato nulla sull'asfalto bagnato di Grenoble, memore della sua recente caduta sull'Etna, e soprattutto dell'obiettivo centrale della sua stagione, quel Tour de France che non può certo sacrificare per guadagnare 20 posizioni al Delfinato. Nonostante queste considerazioni, bisogna ammettere che il Basso di questi tempi non resta particolarmente negli occhi. Facile che continui a nascondersi anche per il resto della settimana, ma se in almeno una delle due tappe decisive, sabato e domenica, terrà le ruote dei migliori, i suoi tanti tifosi sospireranno di sollievo (e di speranza).
Domani ci sarà strada per i velocisti, dopo la splendida affermazione di Degenkolb ieri. La Garmin terrà la corsa controllata in vista dello sprint di Farrar (e la Sky non dovrà solo lavorare per la maglia gialla Wiggins, visto che ha un Thomas che scalpita e che può fare una gran volata): per tentativi di fuga da lontano, ripassare venerdì.