Giro d'Italia 2011: Diego Ulissi, il predestinato - Grande prova di maturità del toscano
Versione stampabile«Lo ammetto, oggi in fuga ho fatto il furbetto. Sono un giovane, ho ventun anni e siamo alla terza settimana, è normale che le forze siano poche e quindi ho collaborato poco per cercare di far risultato». Che Diego Ulissi sia un ragazzo di carattere si capisce già da queste sue dichiarazioni al Processo alla Tappa, concesse pur avendo gli occhi di tutto il mondo addosso, per quel che era successo pochi minuti prima.
Rispettoso dell'avversario ma convinto della correttezza delle proprie azioni, non fa fatica ad ammettere la sua corsa sparagnina sin dai primi chilometri così come non indugia a prendersi i meriti per la vittoria così prestigiosa, la seconda nella sua finora breve carriera tra i professionisti.
Già, perché Ulissi è già al secondo anno nella massima categoria (i suoi coetanei hanno ancora la possibilità di disputare il Campionato del Mondo Under23), e vi è arrivato con le stimmate del predestinato, con un contratto già firmato con la Lampre già subito dopo la vittoria del secondo mondiale da juniores.
Oggi Diego ha corso da atleta navigato, spendendo esattamente quanto le sue gambe gli hanno consentito e riservando le giuste forze per il finale. Sarebbero potute risultargli fatali le dolci pendenze del Passo dell'Aprica, più volte l'abbiamo visto arrancare in fondo al gruppetto, si è anche sfilato ad un certo punto, ma si è gestito alla grande ed è rientrato.
Ugualmente ostica, sulla carta, poteva essere la picchiata verso Tirano per lui che certe discese le ha sempre patite (vedasi l'ultima tappa della Parigi-Nizza persa da Voeckler o, per fare un passo più indietro, un Giro della Lunigiana Juniores poi vinto da Ratto). E invece no, se gli altri hanno forzato, lui è sempre rimasto lì, non ha perso mai più di qualche metro, aspettando che la strada tornasse piana.
E in un finale così, con tanti corridori a giocarsi il successo, quante volte si perde la corsa perché non si battezza il tentativo giusto, rimanendo tagliati fuori dai giochi? E anche lì Diego ha dimostrato di avere occhio, accodandosi subito a Bakelandts ai meno quattro, nell'azione poi risultata decisiva. Ma il capolavoro l'ha compiuto in volata, calcolando perfettamente i tempi, partendo dal centro e spostandosi gradatamente verso sinistra, proprio lì dove avrebbe voluto passare Visconti che però si è ritrovato, suo malgrado, chiuso dalle transenne.
Insomma, con una risposta a tutto tondo a quelli che parlavano di corridore finito prima di cominciare, spremuto oltremodo nelle categorie giovanili, Diego ha dimostrato con i fatti di meritare tutti gli elogi spesi in questi anni nei suoi confronti e proponendosi come uno dei maggiori talenti italiani della sua generazione (e non solo), potendo eccellere - a nostro modesto avviso - sia nelle corse di un giorno che, in prospettiva, anche nelle corse a tappe.