Giro d'Italia 2011: Tra i favoriti comanda Nibali - 2" a Scarponi, 8" a Contador
- GIRO D'ITALIA 2011
- HTC - Highroad 2011
- Liquigas - Cannondale 2011
- Team RadioShack 2011
- Alberto Contador Velasco
- Carlos Sastre Candil
- Christophe Le Mével
- David Arroyo Duran
- Denis Menchov
- Domenico Pozzovivo
- Emanuele Sella
- Francis De Greef
- Igor Antón Hernández
- Joaquim Rodríguez Oliver
- Kanstantsin Siutsou
- Marco Pinotti
- Matteo Carrara
- Michele Scarponi
- Roman Kreuziger
- Stefano Garzelli
- Thomas Lövkvist
- Tiago Jose Pinto Machado
- Vincenzo Nibali
- Uomini
Oltre al Giro d'Italia è iniziato anche il Giro nel Giro: cioè quella speciale corsa che si crea nella mente di ognuno scorgendo ogni giorno - almeno fino alle prime grandi montagne - la classifica generale al termine di ogni tappa. Come si è piazzato quel capitano? Quanto ha perso quel big? Quanto ha guadagnato quel favorito rispetto a quell'altro contendente?
Si inizia già stasera, prendendo come punti di riferimento non tanto Pinotti - seppur maglia rosa - e Siutsou, naturalmente avvantaggiati dal successo della HTC-Highroad, ma partendo da Vincenzo Nibali, 3° a 22" con la sua Liquigas-Cannondale e termine di paragone per capire come sono andati bene i corridori più accreditati, o comunque arrivati a Torino con ambizioni battagliere, per il successo finale in quel di Milano.
Marco Pinotti (HTC) 20'59" -- -22"
Kanstantsin Siutsou (HTC) 20'59" -- -22"
Tiago Machado (RadioShack) 21'09" -- -12"
Vincenzo Nibali (Liquigas) 21'21" -- 0
Francis De Greef (Omega Pharma) 21'21" -- 0
Christophe Le Mével (Garmin) 21'23" -- +2"
Michele Scarponi (Lampre) 21'23" -- +2"
Steven Kruijswijk (Rabobank) 21'25" -- +4"
Alberto Contador (Saxo Bank) 21'29" -- +8"
Matteo Carrara (Vacansoleil) 21'36" -- +15"
Johnny Hoogerland (Vacansoleil) 21'36" -- +15"
Thomas Lövkvist (Sky) 21'36" -- +15"
David Arroyo (Movistar) 21'37" -- +16"
Emanuele Sella (Androni Giocattoli) 21'38" -- +17"
Roman Kreuziger (Astana) 21'49" -- +28"
Denis Menchov (Geox) 21'52" -- +31"
Carlos Sastre (Geox) 21'52" -- +31"
Domenico Pozzovivo (Colnago) 22'01" -- +40"
Joaquím Rodríguez (Katusha) 22'03" -- +42"
Stefano Garzelli (Acqua e Sapone) 22'06" -- +45"
Mikel Nieve (Euskaltel) 22'12" -- +51"
Igor Antón (Euskaltel) 22'12" -- +51"
In pratica è il portoghese Tiago Machado - 3° all'ultimo Giro del Trentino - a poter sorridere maggiormente stasera, anche perché ha una squadra formata da corridori come Popovych e Deignan che in salita potrebbero aiutarlo non poco. Dai 21'21" di Nibali, come si può vedere, non c'è comunque niente di irrimediabile. Lo stesso Igor Antón - o Nieve (11esimo alla scorsa Vuelta) - ha 51 secondi da recuperare che, con le tante salite in programma, non sono certamente un muro insormontabile.
Però psicologicamente la pesantezza di una prova sbagliata si sentirà, e se lo stesso Antón - ma anche Garzelli e Pozzovivo, con l'Acqua e Sapone e la Colnago visibilmente non adatte alla prova - se ne farà una ragione, lo stesso non faranno i Joaquím Rodríguez (42" per la Katusha sono davvero molti, anche se Di Luca, Caruso e Moreno sono sicuramente più abili in salita), ma soprattutto Menchov e Sastre, che con la Geox hanno pagato 31" in un fondamentale dove non dovevano perdere molto, anzi, forse addirittura guadagnare qualcosina sui diretti rivali: ma sincronizzare per una cronosquadre una squadra nuova, si sa, non è cosa semplicissima.
Storceranno il naso anche Kreuziger (28" con l'Astana sono un po' troppi) e Contador, che deve rincorrere non solo Nibali, ma anche Scarponi, autore con la sua Lampre-ISD di una prova davvero gagliarda con Petacchi, Spilak, Ulissi, Hondo e Niemiec che si sono superati. Sarà invece più che contento Emanuele Sella, che contiene il distacco dal siciliano in 17" nonostante una squadra formata da scalatori come Rujano, Serpa, Jackson Rodríguez e Ochoa, ma in cui De Marchi, Ferrari e lo stesso Serpa (che ha un passato molto buono in pista) hanno dato un grosso contributo alla causa.
Arroyo, Lövkvist, Carrara, Hoogerland, Kruijswijk, Le Mével e De Greef sono gli altri capitani che completano il quadro, anche se non dovrebbero essere corridori da top-5: ma si sa, lo scorso anno Arroyo fu bravo e furbo ad inserirsi nel fugone verso L'Aquila e poi seppe resistere sul podio fino a Verona. Chissà dunque che le varie elucubrazioni sin qui presentate non siano totalmente sballate. Su una cosa possiamo sicuramente sbilanciarci: sono incomplete. Il bello del ciclismo è che spunta sempre fuori una sorpresa che nessuno si aspetta.