Tour of Turkey 2011: Castello di Cotone? Ale al fulmicotone! - Uno strepitoso Petacchi su Huzarski
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dal nostro inviato
Le prime tre tappe di questo Tour of Turkey non erano state particolarmente felici per Alessandro Petacchi: ottavo posto con penalità a Istanbul, poi secondo e quarto nei due giorni successivi; qualcuno a questo punto avrebbe potuto pensare ad una piccola crisi o ad una condizione che a dieci giorni dall'inizio del Giro d'Italia non è ancora ottimale ma il velocista spezzino ha dato oggi una grande risposta vincendo l'impegnativa tappa di Pamukkale, posto bellissimo il cui nome significa, alla lettera, Castello di Cotone: le secolari sedimentazioni di calcare (nella zona sono attive delle rinomate terme) hanno infatti reso la salita uno scenario quasi fiabesco, col pendio della salita che pare una cascata di ghiaccio, oppure - per l'appunto - un castello di cotone.
Una vittoria, quella di Petacchi, ottenuta tra l'altro su un arrivo in leggera salita sul quale solo gli uomini più in forma potevano rendere al meglio. AleJet quindi dimostra di esserci ed in un Giro duro come quello di quest'anno potrà essere protagonista in molte tappe visto, con ogni probabilità, non è mai andato forte in salite come adesso: gli allenamenti sull'Etna assieme a Scarponi stanno dando i suoi frutti e se forse, e lo dice anche lui stesso, gli sono costati qualcosa in termini di potenza allo sprint, sicuramente gli daranno la possibilità di arrivare più fresco di altri nei finali di alcune tappe.
Per Alessandro Petacchi questa è la terza vittoria al Giro di Turchia (ma le prime due, del 2008, gli sono state tolte per la vicenda salbutamolo) e la seconda in questo 2011: oltre ad AleJet, però, può sorridore molto anche la Lampre-ISD che sembra non curarsi affatto di tutte le voci che riguardano le varie indagini antidoping e continua a vincere, mettendo in evidenza anche una splendida compattezza del gruppo che, qui in Turchia, sta lavorando ogni giorno in maniera praticamente perfetta.
Per la prima volta in questa edizione sul Tour of Turkey fa capolino la pioggia e la frazione, che altimetricamente era già la più impegnativa, diventa devastante. I primi chilometri della tappa di oggi ricalcano esattamente gli ultimi della tappa di ieri, percorsi però al contrario: quindi pronti via e subito si sale regalando agli attaccanti un trampolino ideale per andare in fuga. Nei primi 40 chilometri il ritmo è molto elevato e sono tanti quelli che provano a guadagnare terreno e c'è fin dall'inizio una grande selezione da dietro: il colombiano Villegas (poi sarà costretto al ritiro) transita per primo al Gpm di Kizilagac regolando un gruppetto di una ventina di uomini, ma poco staccato passa anche Petacchi che poi riesce a rientrare subito appena inizia il primo tratto di discesa. In questi frangenti la situazione si stabilizza e in testa rimane appena una cinquantina di uomini: tutti gli altri fanno gruppetto e il loro ritardo cresce rapidamente fino a raggiungere la mezz'ora. L'asfalto bagnato e non in perfette condizioni spinge molti corridori a voler rischiare il meno possibile e per questo tra i ritardatari nessuno si danna per tornare sotto: il leader della corsa Manuel Belletti, ad esempio, si ritira per un po' di febbre e per non compromettere l'avvicinamento al Giro; con lui si fermano anche altri italiani, Ginanni, Solari, Grendene, Viviani (caduto) e Frapporti (febbre pure per lui).
Intorno a metà percorso, dal primo gruppo fuoriescono otto corridori che quindi diventano i protagonisti della fuga del giorno: si tratta di Dyachenko e Zeits dell'Astana, Mourey e Pinot della FDJ, Peterson della Garmin, Wurf della Liquigas, Fouchard della Cofidis e Bertogliati del Team Type 1; questi otto corridori arrivano a guardare una margine di circa 2'15" sugli inseguitori a poco più di 50 km dall'arrivo. A circa 15 km dall'arrivo, però, nell'ultimo tratto in salita i fuggitivi cominciano a scattare ed il francese Julien Fouchard riesce a staccare tutti ed involarsi da solo verso il traguardo. Gli inseguitori però, spinti da un Aitor Pérez (ottimo anche Kostyuk per la Lampre) davvero inesauribile si riavvicinano fino a meno di quaranta secondi e appena inizia la lunga discesa dal gruppo parte Svein Tuft che con una posizione tanto aerodinamica quanto pericolosa riesce a guadagnare almeno una decina di secondi senza mai dare una pedalata.
Il canadese della Spidertech fa valere le sue grandi doti da passista e, mentre tutti gli altri ex fuggitivi vengono ripresi, lui continua nella sua azione e riesce a riportarsi su Fouchard a 24 km dall'arrivo. Grazie soprattutto alle veementi tirate di Tuft il ritardo degli inseguitori torna a salire e tocca il 1'14" a 17 km dall'arrivo: i corridori della Lampre, anche oggi di gran lunga i più attivi nel cercare di arrivare allo sprint, capiscono che non possono fare tutto da soli e chiedono ad ampi gesti una aiuto anche alle altre formazioni: NetApp e Astana rispondono presente ma la tappa è stata molto dispendiosa per tutti, anche per coloro rimasti in gruppo, ed inoltre altri due uomini della Cofidis si sono portati nelle prime posizioni a spezzare i cambi. Il vantaggio della coppia al comando inizia a scendere solo ai meno dieci chilometri, quando tra gli inseguitori si mettono a lavorare anche i corridori della FDJ: la squadra francese lavora per Sulzberger che con l'abbuono conquistato ieri è in lotta per una posizione importante in classifica generale.
Negli ultimi quattro chilometri Fouchard prova un paio di volte a staccare Tuft ed il vantaggio, che già era sceso sotto al minuto, crolla in modo inesorabile: le chance di arrivare al traguardo se ne vanno praticamente tutte in questi istanti anche perché con il finale in leggera salita un margine di una decina di secondi non può bastare. Tuft e Fouchard vengono ripresi all'interno dell'ultimo chilometro e qui cominciano gli scatti di chi vuole provare ad anticipare lo sprint: Efimkin e Huzarski partono lunghi, quest'ultimo forse con l'intento di tirare la volata a Del Nero che però non lo segue; la progressione di Huzarski crea un bel gap ma il corridore polacco si pianta un po' negli ultimi metri e commette il gravissimo errore di voltarsi a 50 metri dal traguardo. In questo momento Huzarski vede alle sue spalle la sagoma di Petacchi lanciata in una volata impetuosa: la differenza di velocità tra i due è enorme e Alessandro, pur conquistanto la testa a 20 metri dall'arrivo riesce ad alzare le braccia con grande tranquillità.
Il grande numero di Petacchi, che s'era messo a ruota dei FDJ battezzando Sulzberger come il più pericoloso, viene certificato anche dalla giuria che mette 1" di ritardo tra i primi due ed il terzo arrivato, il russo Alexander Efimkin. Ancora una volta buona prova del giovane lituano Navardauskas, quarto, mentre in quinta posizione troviamo Rubens Bertogliati che nonostante la lunga fuga ha ancora trovato energie per sprintare. Tra gli italiani vanno segnalate le belle prove di Riccardo Chiarini e Francesco Bellotti (ma nel primo gruppo c'erano anche Noé, Bisolti e Boaro), rispettivamente settimo e tredicesimo al traguardo: il corridore dell'Androni adesso è terzo in classifica generale a 7" dalla vetta mentre il portacolori della Liquigas è fuori dai primi dieci solo a causa di una penalizzazione di 20" subita proprio nella tappa di oggi. Il nuovo leader ora è Bartosz Huzarski che guida con 3" di vantaggio su Sulzberger e 7" su un gruppetto di tredici corridori: classifica cortissima che nei prossimi giorni si potrebbe giocare proprio con gli abbuoni. Qualche piccolo rammarico per Petacchi che senza la penalizzazione del primo giorno sarebbe in testa con 10" di vantaggio: lui però non ci pensa tanto visto che ha in programma di lasciare la Turchia con un giorno d'anticipo per poter raggiungere Torino con un po' di calma.