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Liegi-Bastogne-Liegi 2011: Piccoli bagliori da parte di Nibali - Le pagelle: Astana un po' sfortunata

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Philippe Gilbert - 9
Non riceve il massimo dei voti nonostante la tripletta. È un mostro di talento ma, obiettivamente, nessuno si è frapposto tra Gilbert e la vittoria quest'oggi. Da mesi ripete che vuole vincere la Liegi. La vince. Realizza il suo sogno dimostrandosi ancora un corridore di un altro pianeta. Sulla Roche aux Faucons tiene senza patemi il passo di Andy e Fränk, stacca temporaneamente Andy con una sparata sul Saint-Nicolas, sulla salita di Ans sale quasi in surplace. Potrebbe affondare in ogni momento ma aspetta solo gli ultimi 200 metri per andarsi a prendere la grande Classica che ancora mancava nel suo palmarès.

Andy & Fränk Schleck - 5
Come buttare alle ortiche una situazione di corsa potenzialmente vincente. Insieme hanno il merito di scremare il gruppo all'inizio della Roche aux Faucons. Si ritrovano in superiorità numerica contro l'uomo da battere, non sfruttano la situazione, portando Gilbert al traguardo di Ans. Se dopo non averlo staccato sulla Roche aux Faucons paiono incapaci di attuare un piano B, dopo l'affondo dello stesso Gilbert sul Saint-Nicolas sembrano addirittura intimoriti. Andy si stacca e rientra poco dopo mentre Fränk dà cambi regolari, come attendendo di piazzare uno scatto che non ha in canna. Un suicidio tattico, insomma, e l'inchino che Fränk rivolge a Philippe sul podio fotografa gli ultimi 20 km di gara. Non è così che si vincono le corse.

Alexandre Vinokourov - n.g.
Era tutto perfetto o quasi. Il kazako, alla sua ultima partecipazione alla Doyenne, aveva mandato in avanscoperta Kessiakoff, dopo un paio di chilometri, e successivamente il nostro Gasparotto (voto 7,5 per la lunga fuga, suggellata dallo scollinamento per primo sulla Redoute). Teste di ponte svelatesi vane allorché il leader dell'Astana è incorso in un guaio meccanico ai piedi della Roche aux Faucons. Certo è che, al momento dell'attacco degli Schleck, Vino non era stato in grado di accodarsi.

Roman Kreuziger - 7
Arrivato in Belgio dopo aver vinto l'ultima tappa del Giro del Trentino, il ceco si trasforma di punto in bianco da luogotenente di lusso di Vinokourov a prima punta dell'Astana. Conduce l'inseguimento al terzetto di testa e nel finale si porta a meno di 40" dai primi. Il suo quarto posto è un ottimo segnale in prospettiva Giro d'Italia.

Vincenzo Nibali - 7
Dopo un Giro del Trentino senza acuti, il messinese dimostra che la gamba per il Giro è quella giusta. Certo, non riesce a stare dietro all'accelerazione degli Schleck, ma nel finale con Chris Anker Sorensen e Rigoberto Urán (voto 7 ad entrambi per la buona prova) conduce una vera cronometro all'inseguimento del tempo perduto. Conclude ottavo, migliore degli italiani. Sa che il bello deve ancora venire, l'appuntamento è fissato nelle ultime settimane di Maggio.

Greg Van Avermaet - 7.5
Se ne va insieme ad un nutrito gruppo sull'Haute Levée. Sulla Roche aux Faucons è l'ultimo ad essere raggiunto dai fratelli Leopard e da Gilbert. Mentre Gasparotto, sfinito, si arrende, Greg non demorde e tiene il loro ritmo - pur senza dare cambi, com'è nella logica delle cose - sino al Saint-Nicolas, dove alza bandiera bianca (ma al traguardo conquista comunque un egregio settimo posto). Dopo la fucilata esibita sul Poggio e le buone prove nelle precedenti Classiche, lo aspettiamo di nuovo qui tra 12 mesi a lottare per posizioni più prestigiose.

Team Katusha - 5
Provano ad agitare le acque dapprima con uno scatto di Giampaolo Caruso (che proprio alla Liegi esordì, nel 2010, con la casacca del team russo), quindi con Di Luca, al ritorno su queste strade. Restano sorpresi dall'attacco degli Schleck. Non ci sono le pendenze adatte a Purito Rodríguez (voto 4, mai davvero in gara), mentre dopo la Roche aux Faucons chi prova a rincorrere, aiutato da Antón, è Kolobnev (voto 6, prestazione discreta, ma da lui ci si aspetta ben altro).

Tejay Van Garderen - 7
Diciottesimo alla prima Liegi della sua giovane carriera, lo statunitense dell'HTC-Highroad è ora chiamato a riconfermarsi su questo tipo di corse in linea ed a trovare i suoi limiti nelle gare a tappe. Il futuro è tutto dalla sua parte.

Damiano Cunego - 6 
Il Piccolo Princiope non va oltre la sufficienza. Più volte ha espresso il desiderio di vincere la Decana, veniva dalla sfortunata caduta della Freccia Vallone. Conclude 16esimo, secondo degli italiani e nel primo gruppo inseguitore. Non dà mai l'impressione di poter compiere un'azione decisiva.

Samuel Sánchez - 5.5
Dopo la bella Freccia Vallone ci si aspettava molto di più dall'asturiano. Né lui né Antón (voto 6 per averci provato con Kolobnev) sono risultati incisivi.

Leopard Trek - 4
Intenzionati alla vigilia ad isolare Gilbert per non permettergli di arrivare in carrozza al traguardo, in gara fanno l'opposto. Non mandano nessun corridore potenzialmente pericoloso in fuga, aiutano per grandi tratti l'Omega Pharma nell'inseguimento dei fuggitivi, scandiscono il ritmo sulla Redoute ed a Sprimont. Ci si aspetta l'affondo finale da parte di uno o più Schleck sulla Roche aux Faucons. Arriva, ma il team lussemburghese non aveva calcolato che Philippe potesse tenere il ritmo dei fratelloni. Ipotesi possibile, se non probabile, quando si scorta a lungo il favorito della vigilia.

Omega Pharma-Lotto - 10 
La squadra con l'uomo più forte per le corse di un giorno gestisce la corsa al meglio, come già aveva fatto in occasione di Amstel e Freccia. Controlla la fuga del mattino senza lasciare che il vantaggio salga troppo, insegue i contrattaccanti guidati da Ten Dam e Gasparotto cercando di gestire la situazione. Quando la squadra inizia a disgregarsi è Van den Broeck (voto 7) a farsi carico dell'inseguimento. Certo Gilbert ad oggi è l'uomo mercato, il più forte e corteggiato, ma nel ricordare la sua impresa dell'ultima settimana il vallone non ha potuto dimenticare una menzione speciale per la squadra.

Francesco Sulas

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