Coppa delle Nazioni 2011: Italia, proprio un finale amAru - Fabio cade, la corsa va a Georg Preidler
- Toscana - Terra di Ciclismo - Coppa delle Nazioni 2011
- Tyrol Team 2011
- Alexander Foliforov
- Alexey Lutsenko
- Amaro Manuel Antunes
- Arvin Moazzemi Godarzi
- Bob Jungels
- Christopher Juul Jensen
- David De La Cruz Melgarejo
- Eliot Lietaer
- Enrico Battaglin
- Fabio Aru
- Gavin Mannion
- Georg Preidler
- Jan Hirt
- Jan Polanc
- José Isidro Maciel Gonçalves
- Lawrence Warbasse
- Matvey Zubov
- Miras Bederbekov
- Romain Bardet
- Roman Dronin
- Salvatore Puccio
- Sonny Colbrelli
- Sébastien Reichenbach
- Tim Wellens
- Tosh Van der Sande
- Tsgabu Gebremaryam Grmay
- Yannick Mayer
- Pianeta giovani
dal nostro inviato
Appare persino riduttivo utilizzare aggettivi come incredibile, inatteso, sorprendente per una conclusione di gara come quella di oggi. Perché il finale della Toscana-Terre di Ciclismo, conclusosi a Gaiole in Chianti dopo aver affrontato le ormai note Strade Bianche è un qualcosa di più unico che raro. Più delle parole dicono tutto le lacrime di Fabio Aru, la sua corsa disperata a piedi negli ultimi cento metri per non perdere posizioni dopo essere rimasto coinvolto in una caduta quando ormai la vittoria era cosa fatta.
Invece nulla di tutto questo, solo tanta amarezza ed una beffa atroce per i colori azzurri; di contro esulta l'Austria con Georg Preidler, professionista nel piccolo Tyrol Team Continental, che coglie la prima grande affermazione della sua carriera beneficiando del miglior piazzamento sulla linea del traguardo. Preidler, che ha saputo cogliere il momento impegnandosi nel colpo di reni, è difatti terminato 18esimo mentre Aru, classificato al 33esimo posto dopo la caduta, ha mantenuto lo stesso tempo dell'austriaco ma gli è stata fatale una posizione di troppo nella somma di piazzamenti generale di tutti e cinque i giorni di gara, somma che fino a questa mattina aveva premiato il bravo atleta sardo.
Inevitabile, una volta tagliato il traguardo ed ufficializzato dopo circa mezz'ora il verdetto dei giudici, ipotizzare col senno di poi quel che sarebbe potuto accadere: Battaglin che si ferma per far passare il compagno, lo statunitense Mannion che evita di superare Aru proprio sul traguardo, il cambio che non si rompe nella caduta e permette allo stesso Aru di rimontare in sella e perdere molte meno posizioni... Congetture, mere congetture che se vogliamo lasciano il tempo che trovano in quanto il verdetto impietoso per i colori italiani è già bello che compiuto e nessuno può modificarlo e tali congetture non rendono comunque onore alla vittoria di Preidler, che in tutto questo non ha nessuna colpa.
Con un simile ambaradan nei metri finali di questa quinta ed ultima tappa, il cui esito ha vagamente ricordato il finale thrilling del GiroBio 2009, quando il colombiano Sarmiento soffiò proprio sul traguardo di Gaiole in Chianti la maglia di leader a Manuele Caddeo, passa quasi totalmente in secondo piano l'affermazione del portoghese Amaro Antunes, impostosi in una volata a due sullo svizzero Reichenbach. La gara non ha riservato emozioni per i primi 80 chilometri, poi sull'ascesa verso il Gpm di 1a categoria di Badia Coltibuono è il lussemburghese Jungels, sempre molto attivo nel corso di queste giornate, ad allungare seguito dal portoghese Gonçalves (primo in vetta), il belga Wellens, lo sloveno Polanc ed il ceco Hirt. Pochi sono però i secondi guadagnati dal quintetto, che difatti viene ripreso prima dell'inizio del primo tratto sterrato, quando la Danimarca inizia a farsi vedere decisamente in testa al gruppo. Il perché è presto detto: ad allungare è Christopher Juul-Jensen , inseguito per una decina di chilometri dall'iraniano Moazemi (in gara con la selezione mista UCI) mentre il gruppo si è inevitabilmente frazionato (una trentina gli uomini a comporre il primo drappello inseguitore).
I tratti sterrati si susseguono e Juul-Jensen mantiene dapprima una ventina di secondi sul kazako Bederbekov, poi viene raggiunto dallo stesso (Moazemi nel frattempo viene riassorbito da dietro) mentre il gruppo insegue a circa venti secondi il nuovo duo di testa, e mentre nelle file italiane la sfortuna colpisce Colbrelli che rompe la bici e resta attardato.
L'avventura di Juul-Jensen e Bederbekov si conclude ai -15 dall'arrivo ma dopo un chilometro parte l'azione che si rivelerà decisiva: allungano Reichenbach e Antunes, che affrontano così in testa l'ultimo tratto di sterrato. La posizione in classifica del portoghese (staccato di 1'23" dal leader Aru) costringe il gruppo a non concedere troppo margine alla coppia di testa che vede ridurre progressivamente il proprio vantaggio (da 21" a 13"), anche grazie all'impulso dell'Italia e dello stesso Aru, che si impegna in prima persona in testa al plotone per chiudere.
Sui battistrada riesce a riportarsi in occasione dell'ultimo Gpm, situato a 6 chilometri dall'arrivo, anche il russo Foliforov, costretto però ad alzare bandiera bianca dopo circa 2 chilometri a causa di una caduta. La decina di secondi guadagnata da Antunes e Reichenbach consente alla coppia di giungere con sicurezza sul traguardo dove il portoghese coglie la sua prima affermazione stagionale (da juniores è stato campione nazionale lusitano sia in linea che a cronometro mentre da dilettante il suo successo più rilevante è una tappa alla Vuelta Palencia 2008). A 5" lo statunitense Warbasse coglie la terza piazza davanti ad un sempre convincente Salvatore Puccio, ma a tenere banco è la caduta verificatasi negli ultimi 100 metri di gara e che ha coinvolto tra gli altri anche lo spagnolo David De La Cruz, terzo della generale e riuscito comunque a mantenere la sua posizione mentre Puccio è quarto anche nella generale finale con 28" di ritardo, appena uno in più dello spagnolo.
Lutsenko, Wellens, Zubov, Dronin, Lietaer e Van Der Sande completano la top-ten odierna mentre le altre classifiche premiano il belga Wellens (vincitore dei Gpm), l'etiope Gebremaryam, vera rivelazione della gara (alla fine quinto classificato assoluto a 45" ma primo degli Under 21), il tedesco Mayer (primo nella classifica dei Traguardi Volanti) ed il nostro Salvatore Puccio che con 58 punti fa sua la classifica a punti.
La classifica generale della Coppa delle Nazioni vede ancora in testa la Francia (che piazza Bardet in sesta posizione nella generale finale), chiamata a difendere nuovamente la sua leadership dal 2 al 5 giugno in Canada
a Ville Saguenay mentre per gli appassionati l'appuntamento dopo questa più che positiva esperienza organizzativa, coordinata da Giancarlo Brocci, è per lunedì 25 aprile con l'attesissimo Gran Premio Liberazione a Roma.