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Giro del Trentino 2011: Duarte dà a tutti la Paganella - Fabio vince, Scarponi si difende bene

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Fabio Duarte batte Tiago Machado e Michele Scarponi sul traguardo di Fai della Paganella © BettiniphotoLa Molina di Ledro-Fai della Paganella era la tappa più dura di un Giro del Trentino di per sé durissimo, uno dei più duri di sempre con 3 arrivi in salita su 3 tappe in linea. Non ha deluso le attese, dando possibili indicazioni per il Giro d'Italia che proprio oggi svela i suoi protagonisti: RCS ha infatti diramato la lista degli iscritti alla corsa rosa 2011.

Cominciamo dal vincitore di tappa, ovvero quel Fabio Duarte che da inizio stagione anima ogni corsa alla quale partecipa: finalmente riesce a cogliere il primo successo in maglia Geox, battendo rivali tosti del calibro di Machado e Scarponi allo sprint dopo che gli stessi si sono dati battaglia sull'ascesa che porta a Fai, un paese di nemmeno mille anime al quale si arriva dopo un'ascesa con pendenze regolari al 7%. L'ideale, per testare la propria gamba in vista del Giro.

Si parte da Molina di Ledro con un piccolo intoppo: non prende il via Andreas Klöden, bloccato da problemi intestinali che probabilmente ne han condizionato il rendimento già ieri. Ad animare la tappa sono tre uomini: Stefano Borchi (De Rosa-Ceramica Flaminia), Adrian Honkisz (CCC) e Anthony Charteau (Europcar), titolare della maglia a pois all'ultimo Tour de France. I 3 raggiungono un vantaggio di 6'20" ed a sorpresa è Honkisz e non Charteau a passare in testa al Gpm di Andalo: come poi vedremo, il polacco conquisterà la maglia verde a fine tappa.

Dietro, alcuni outsider tentano la sortita nella prima ascesa verso Fai (la salita viene ripetuta 2 volte in circuito). Sono Alexandre Pliuschin (Katusha), detentore della maglia bianca, e Jarlinson Pantano (Colombia es Pasión) a muoversi, mentre il trio davanti si sgretola e prima Borchi, poi Charteau cedono al forcing di Honkisz che passa in vetta da solo. Miguel Ángel Rubiano (D'Angelo-Antenucci) si riporta sugli ultimi sortiti che però vengono ripresi dal gruppo, il quale giunge in vetta con 1'34" di ritardo dal primo dei fuggitivi, Honkisz. Pliuschin e i Colombia es Pasión non demordono: sono stavolta Héctor Paez Leon e Jahir Pérez a collaborare col russo, in discesa, riprendendo Charteau. Ma è un fuoco di paglia: tutti i fuggitivi mollano e ai -24 il gruppo è di nuovo compatto. Federico Rocchetti (De Rosa) tenta una breve fuga, ma non durerà più di 10 km e verrà ripreso ai piedi della seconda ascesa.

Sono i Liquigas a prendersi l'onere di comandare le azioni: Agnoli scatta, poi dopo 2 km di salita è Rujano (Androni Giocattoli) a saggiare la gamba, con gli Astana che tentano l'inseguimento. L'attacco sfilaccia il gruppo ed è proprio lo stesso Nibali ad accusarlo, staccandosi col compagno di Rujano, Sella. Il solito, generosissimo Pirazzi (Colnago) tenta di riportarsi invano su Rujano, è invece Scarponi a partire secco un'altra volta ai -5, superando il venezuelano.

Poco alla volta, l'Aquila di Filottrano porta via un gruppetto: ci sono Pozzovivo (Colnago), Duarte (Geox), Kiserlovski (Astana) e Machado (RadioShack), il rivale più vicino nella classifica generale, e a questi riescono a riagganciarsi Rujano e un pimpante Morabito (BMC), stranamente non presente nell'organico per il Giro nonostante la condizione dimostrata. Scarponi proprio non ne vuol sapere di portare tutti e 7 al traguardo e attacca ancora, col portoghese Machado che da buon rivale risponde in prima linea agli assalti. Il gruppetto arriva però integro al traguardo ed è il colombiano della Geox a spuntarla con uno scatto nel finale, un po' come successe nel suo mondiale Under 23 di Varese. Dietro di lui si piazza Machado e dietro ancora si forma un buco di 3" da Scarponi, piazzatosi terzo: tolti questi e 2" di abbuono in più, a Machado restano 7" di distacco. Morale della favola, anche domani il marchigiano dovrà sudare per portare a casa il giro del Trentino. È lotta serrata anche per il terzo gradino del podio, con Ascani che ha 33" di ritardo, Morabito 34", Pozzovivo 35": l'arrivo di Madonna di Campiglio, seppur non duro come quello di oggi, potrà offrire sufficiente selezione per cambiare il podio.

Nibali invece giunge sul traguardo ampiamente staccato, a 1'26" da Duarte: è probabile che il siciliano abbia cercato di salvare la gamba. Scarponi invece sembra proprio non interessarsi delle energie che spende, forse più interessato ad un Giro d'Italia all'arrembaggio che all'insegna del risparmio delle energie. Un altro punto interrogativo è Duarte: quale sarà il suo ruolo nella corsa rosa? Troppo esplosivo per fare il gregario, troppo incostante e scellerato (insomma, troppo "colombiano") per sostituirsi a Sastre e Menchov nella capitanatura, se i due totem di casa Geox dovessero confermare il trend negativo delle ultime settimane. L'impressione è che Gianetti lo lascerà battitore libero, magari verso quella maglia verde che manca a un colombiano dal 2003, anno del successo di Freddy Excelino González Martínez.

Nicola Stufano

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