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Amstel Gold Race 2011: Italia ben sotto la sufficienza - Le pagelle: buon Andy

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Damiano Cunego, miglior italiano, è solo 15° © BettiniphotoPhilippe Gilbert - 10
Quando un campione vince con così tanta autorevolezza c'è poco da fare se non alzarsi in piedi e applaudire. Gilbert ha vinto ancora una volta alla sua maniera, con un'accelerazione micidiale che molto ricordava proprio quella che l'anno scorso gli diede la vittoria qui sul Cauberg. Oggi, però, ci ha stupito soprattutto la lucidità e la freddezza di Philippe negli ultimi 30 km: con questa condizione è strano infatti non vederlo mai rispondere agli attacchi ma il vallone sapeva che sarebbe stato fondamentale tenersi dei compagni di squadra vicino; nei momenti più caldi poi è lui stesso a mettersi a tirare nei punti giusti per far rifiatare chi lo stava aiutando.

Joaquim Rodríguez - 8
Il Cauberg non ha quelle pendenze estreme che a lui piacciono tanto e questo motivo forse lo spinge ad attaccare nel tratto sì più duro ma comunque un po' troppo distante dalla linea d'arrivo: quando la strada spiana negli ultimi 200 metri, infatti, Joaquim non riesce a rilanciare ma difficilmente oggi avrebbe potuto ottenere più del secondo posto. Ci aveva provato anche sul Keutenberg facendo capire di essere lui il più in forma della Katusha: alla Freccia sarà da tenere d'occhio perché una bella classica in carriera prima o poi la vincerà.

Simon Gerrans - 7.5
Nelle classiche delle Ardenne spesso aveva fatto prestazioni più che discrete ma mai si era spinto in alto come oggi. Sugli strappi si fa vedere sempre nelle prime posizioni del gruppo pur rimanendo sempre molto coperto: corre con grande attenzione e anche sul Cauberg si gestisce con astuzia tenendo le cartucce migliori per gli ultimi metri.  

Jakob Fuglsang - 7
La corsa della Leopard è condizionata senza dubbio dalla caduta che ha tagliato fuori dai giochi Fabian Cancellara e Frank Schleck: il danese sarebbe stato un gregario importantissimo negli ultimi chilometri ed è bravissimo a focalizzarsi subito su un altro obiettivo appena la situazione cambia. In futuro potrebbe anche reclamare un po' più di spazio nelle corse di un giorno più impegnative.   

Alexander Kolobnev - 6.5
Condotta di gara forse un po' troppo timida per il campione russo che sembra non essere ancora al 100% della forma. Sull'Eyserbosweg prova un allungo che fa staccare diversi uomini dal gruppo di testa ma nei chilometri successivi rimane quasi sempre passivo, forse per aspettare lo sprint sul Cauberg: alla fine, però, non riesce a seguire neanche il ritmo del compagno di squadra Joaquim e termina solo quinto. Discreta anche la prova di Danilo Di Luca che, finché le gambe glielo consentono resta assieme ai migliori: queste sono le sue corse ma negli ultimi 15 km l'acido lattico ha avuto la meglio della grinta.

Oscar Freire - 6.5
Da quando l'arrivo è posto in cima al Cauberg, Oscarito non si era mai comportato così bene all'Amstel: come suo solito, non si fa mai vedere per 259 km ma, anche in salita, non perde mai un metro dai migliori ed all'ultimo chilometri deve aver fatto venire i brividi a molti. Lo scatto violento di Joaquim Rodríguez fa iniziare una sorta di lunghissima volata finale: per Freire è troppo lunga altrimenti avrebbe potuto puntare anche ad una posizione sul podio. Il sesto posto, comunque, non è affatto da buttare via. 

Björn Leukemans - 6
Dopo aver visto la grande prestazione offerta dagli uomini della Vacansoleil alla Freccia del Brabante ci saremmo aspettati di vedere la formazione olandese attiva con molti scatti già ad una cinquantina di chilometri dall'arrivo: la tattica stavolta è più conservativa ma nel gruppo ci testa ci sono comunque due uomini, Leukemans e Johnny Hoogerland. Alla fine Leukemans non va oltre il settimo posto (eguagliato il suo miglior risultato in questa corsa) ma tra quelli davanti è l'unico che una settimana fa era sul pavé. 

Robert Gesink - 5
Il voto lo possiamo estendere anche a tutta la Rabobank che oggi, nella corsa di casa, ha fatto veramente troppo poco per provare seriamente a vincere: dopo un forcing a 90 km dall'arrivo e due scattini di Luis León Sánchez e Carlos Barredo gli orange si sono messi a ruota senza più prendere l'iniziativa. Nel finale addirittura erano in tre davanti e nessuno ha provato né ad attaccare, né a tirare per ricucire su Andy Schleck. Il percorso era forse troppo facile per Gesink (che potrà fare sicuramente meglio alla Freccia) ma lo si poteva rendere duro con una corsa più aggressiva.

Damiano Cunego - 5
È il migliore degli italiani ma questa è solo una giustificazione parziale: all'arrivo è 15° a 1'39" da Philippe Gilbert. Il corridore della Lampre si comporta molto bene fino per circa 250 km ma è costretto ad alzare bandiera bianca dopo le accelerazioni del gruppo sul Keutenberg, l'ultimo strappo prima del Cauberg. Sicuramente tutte le voci sulla squadra non lo aiutano a stare tranquillo ma già mercoledì avrà la possibilità di rifarsi visto che sul muro di Huy ha spesso fatto bene (due volte terzo e una volta quinto nelle ultime tre edizioni).

Andy Schleck - 7.5
L'Andy del 2011 in formato classiche sembra stare anche meglio rispetto agli anni scorsi e ne è prova il fatto che in gruppo si muove con grande tranquillità e non rimanendo sempre nelle ultime posizioni come spesso gli accade quando non vuol fare la corsa. Sul falsopiano che segue il Keutenberg (ai meno 12 km) attacca ma nessuno prova a seguirlo: la sua azione è decisa ma il vantaggio non supera mai i 10" e sulle prime rampe del Cauberg viene ripreso. Dopo tante volte in cui l'abbiamo criticato per il suo atteggiamento passivo adesso dobbiamo fargli i complimenti perché è stato l'unico a provare a fare davvero qualcosa per battere Gilbert. 

Jelle Vanendert - 8
In fase di presentazione della corsa avevamo espresso qualche dubbio sulla solidità della Omega Pharma che poteva essere il punto debole di Philippe Gilbert. Niente di più sbagliato perché Vanendert e Jurgen Van Den Broeck sono protagonisti di una gara sontuosa dando tutto per il proprio capitano e risultando decisivi per l'esito della corsa.

Samuel Sánchez - 4
L'asturiano è la delusione più grande della corsa di oggi, non si vede mai e dobbiamo scorrere l'ordine d'arrivo fino al 56° posto (2'46" di ritardo) per leggere il suo nome. La settimana scorsa battagliava fianco a fianco con Purito sugli strappi della Vuelta al País Vasco, oggi la differenza tra i due è stata impietosa: va detto anche che l'Amstel è difficilissima quando si ha il vizio di correre spesso nelle retrovie del gruppo.

Pierpaolo De Negri - 6.5
Giovanni Visconti, come prevedibile dopo l'influenza dei giorni scorsi, è arrivato molto staccato ma la Farnese Vini può consolarsi parzialmente con l'ottima prestazione di Pierpaolo De Negri protagonista di una lunghissima fuga in compagnia di Simone Ponzi, Thomas Degand e Albert Timmer: De Negri e Degand vengono poi ripresi da Barredo e Ghyselinck e sono gli ultimi a cedere (e unici poi a finire la gara) del quartetto iniziale.

Sebastiano Cipriani

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