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Parigi-Roubaix 2011: Vansummerentime - Il quarto uomo Garmin approfitta dei tatticismi e fa bingo

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Johan Vansummeren, sorprendente e meritevole vincitore della Parigi-Roubaix 2011 © Bettiniphoto

Dopo la Milano-Sanremo e il Giro delle Fiandre, anche la Parigi-Roubaix ha un esito sorprendente: nessuno dei grandi nomi attesi al Vélodrome riesce a imporsi, ed è Johan Vansummeren, gigante di 30 anni che approfitta degli esasperati tatticismi altrui e, con una fuga (prima di gruppo, poi solitaria) di 80 km vince la più bella delle classiche monumento. Distanziati tutti gli altri, a partire da Cancellara secondo su Tjallingii, Rast, Bak e Ballan.

Sin da subito tante cadute
Prima ancora dell'inizio del pavé, le prime cadute mietono diverse vittime: ritirati subito Gusev e Dion, prima ancora che parta la fuga che caratterizzerà le fasi centrali della corsa. È Martin Elmiger l'iniziatore di tale azione, intorno al km 90 di gara. Al campione nazionale svizzero si accodato Boucher, Tjallingii, Engoulvent, Docker, Veilleux, Oliveira e Seubert. Il margine sul gruppo oscilla intorno al minuto, e a meno di 140 km dalla conclusione dal plotone emerge André Greipel, con De Kort e Stangelj. Boucher, compagno di squadra del tedesco, si ferma per dare una mano al suo capitano a rientrare sul primo drappello, e quando lì davanti gli 11 si ricompattano, il vantaggio inizia a crescere: tocca i 2' a 110 km dalla conclusione, dopo il settore 20 di pavé (Famars à Quérénaing).

Anche in assenza di fango, nel plotone le cadute si moltiplicano. Ne fanno le spese tra gli altri Beppu, Szeghalmi, Steegmans, Simon Clarke, mentre si segnalano anche varie forature (tra cui quelle di Chavanel e Goss).

Col 18 si chiude un quartetto di settori particolarmente insidiosi, tanto che dal gruppo di testa si staccano Oliveira e Engoulvent. Il francese rientra presto sui primi, mentre il portoghese viene assorbito da un drappello fuoriuscito in contropiede dal plotone con Marycz, Turgot e Luca Paolini. Quando anche Vanmarcke si aggrega al quartetto di immediati inseguitori, il vantaggio dei 10 dice 2'40" sui 5 e 3' sul gruppo: è il vantaggio massimo per gli attaccanti, ma il plotone sente odore di Arenberg, e riprende a pedalare con una certa lena. Tanto che sul pavé di Haveluy vengono ripresi i 5 corridori intercalati, e all'ingresso della Foresta il gap dai battistrada scende nuovamente a 2', malgrado nel plotone continuino a non mancare forature (Hincapie) e cadute (Haussler che tira giù diversi colleghi a causa di un cordolo in mezzo alla carreggiata).

Il setaccio della Foresta
Mentre Elmiger fa venire il sospetto che sia la maglia di campione nazionale svizzero a far andare forte nella Roubaix (l'anno scorso Cancellara vinse, stavolta Martin stacca i compagni di fuga - con l'eccezione di Tjallingii - ad Arenberg), gli occhi sono tutti puntati sul gruppo. Lars Boom pare avere una marcia in più, ma comunque i più forti, nella selezione naturale causata dal terribile settore, sono davanti. Il colpo di scena però è in agguato: nel bel mezzo della Foresta, Boonen ha un problema meccanico. È solo (anche perché impedisce quasi fisicamente a Steegmans di fermarsi per aspettarlo), deve attendere un paio di interminabili minuti prima di intravedere un'ammiraglia Quickstep che possa dargli una bici nuova. Due compagni lo aspettano all'uscita di Arenberg per provare a riportarlo sotto, ma l'impresa non è facile: gruppetto dopo gruppetto, Tom in prima persona prova a rimontare rispetto ai favoriti, ai quali naturalmente non par vero di aver perso così presto (a oltre 80 km dal traguardo) uno dei più attesi rivali.

Intanto, mentre i 10 di testa si ricompattano, Boom funge da catalizzatore per un secondo gruppetto, che si compone una volta usciti da Arenberg con nomi quali Guesdon (antico vincitore della Roubaix), Bak, Vansummeren, Roelandts, Cooke, Hayman e il nostro Manuel Quinziato. In pratica, tutte le squadre più forti mandano un uomo in avanscoperta. Tutte tranne la Quickstep, che, perso Boonen (all'uscita dal settore 15, a 78 km dal traguardo, il ritardo di Tom rispetto al gruppo Cancellara è ancora superiore al minuto), deve fare i conti anche con una foratura della seconda punta della squadra, ovvero Chavanel.

I 7 immediati inseguitori recuperano nettamente sui fuggitivi del mattino, ma Boom fora e si stacca. I suoi colleghi continuano comunque il loro egregio lavoro, e riprendono il gruppo Greipel ai -65: la situazione per la Omega Pharma, con entrambi i capitani (Greipel e Roelandts) più un gregario (Boucher) davanti, è particolarmente felice.

Boonen, è proprio nera
Infelicissima è invece la Roubaix 2011 di Boonen: nonostante il problema di Arenberg, Tom non si dà certo per vinto, e pur spendendo tanto, riesce a riavvicinare il gruppo dei più forti. Ma sul settore 14 di pavé, quando il distacco dal drappello Cancellara è inferiore al mezzo minuto, una nuova caduta coinvolge il campione di Mol: ancora una volta la sfortuna si accanisce su Boonen, che nell'occasione viene buttato giù da un corridore della Rabobank, in una caduta in cui sono coinvolti anche - tra gli altri - Leukemans (anche lui tra i più attesi oggi) e Thomas. Malgrado il parere contrario del direttore sportivo Peeters, Tom ha male al ginocchio e decide di ritirarsi.

E che per la Quickstep sia una giornata proprio nera, ce lo conferma un'ennesima caduta, protagonista Chavanel, che scivola in una curva a sinistra e finisce praticamente fuori gara.

Intanto il gruppo, dopo essersi frazionato sul settore 13 (Beuvry-la-Forêt), si rinfoltisce nuovamente a poco più di 60 km dalla conclusione. E anche se nel plotoncino di testa il lavoro di Boucher per i capitani della Omega Pharma è rilevante, dietro il ritmo si alza: O'Grady tira per Cancellara, e anche la BMC si porta in testa a collaborare. Il risultato è che il gap scende a 40" quando si affronta il settore numero 12 (Orchies), e un nuovo quartetto (formato da Leezer, Rast, Rasch e il giovane Degenkolb) emerge per andare a ricongiungersi con un drappello di testa che diventa sempre più corposo.

Ma il leitmotiv della giornata continua ad essere rappresentato dalle cadute, tantissime malgrado il bel tempo e il fondo stradale asciutto. A 57 km dalla conclusione, tocca a Pippo Pozzato e Peter Sagan (tra gli altri) andar giù: anche per loro, come per Boonen e Chavanel, di fatto la Roubaix finisce così, mentre i superstiti si approssimano alle fasi topiche della classica francese.

A Mons-en-Pévèle Cancellara rompe gli indugi
Dopo aver dato l'impressione di poter rientrare facilmente sulla doppia decina di corridori all'attacco, il gruppo si rilassa un'altra volta. Mentre Cancellara e soci demandano eventuali break ai settori di pavé degli ultimi 50 km, i fuggitivi tornano a guadagnare: 1'35" di vantaggio all'ingresso del settore 10, il tremendo Mons-en-Pévèle. Tanto per cambiare, sull'asfalto (forse a causa della polvere) continuano a cadere corridori in serie: vanno giù Oss e, ancora, Leukemans.

Sul settore di Mons finalmente entrano in scena i big (quelli rimasti in gara, perlomeno). Dapprima si muove Hushovd (già attivo a Orchies), ma poi è proprio il più atteso, Fabian Cancellara, a esprimere un forcing che spacca il gruppo. Lo svizzero se ne va fortissimo, inizialmente solo Flecha gli resta a ruota, ma subito il Campione del Mondo, in grande giornata, chiude sui due. Prima della fine del settore di pavé, anche Ballan riesce a entrare nel gruppetto: i 4 praticamente hanno fatto il vuoto.

Inizia una nuova Roubaix: è vero che i fuggitivi hanno sempre un minuto abbondante di margine, ma dal primo drappello si staccano i compagni di Hushovd (Vanmarcke e Rasch), che danno una grande mano agli inseguitori, mentre davanti sono Bak e un bravissimo Quinziato a forzare sul settore 9 (Mérignies à Avelin, a 43 km dal traguardo). È poi Stangelj ad avvantaggiarsi, intorno ai -40, prima del settore 8: nel gruppetto di Hushovd e Cancellara si continua a traccheggiare, e il distacco da Roelandts, Guesdon e soci torna a salire. +1'20" per la quindicina di superstiti quando si approccia il tratto di Pont-Thibaut, su cui va in scena il secondo attacco di Fabian: e ancora una volta, è Hushovd il più bravo a rispondere allo svizzero, mentre Ballan perde qualche decina di metri (ma rientra poco dopo), e Flecha si disperde più indietro. Quando il terzetto Fabian-Thor-Alessandro si lascia alle spalle il settore 8, il distacco è di 40" dal gruppetto di battistrada in cui Guesdon pare tornato agli splendori di 14 anni fa (quando vinse la Roubaix), tra i più attivi degli attaccanti, e in cui il non ancora 22enne Degenkolb, ben supportato dal compagno Bak, dà grande prova delle sue attitudini.

Un groviglio tattico
Tatticamente la corsa si evolve in maniera intrigante. Il più forte è Cancellara, ma non ha più compagni con sé, né tantomeno nel gruppo davanti. Invece Ballan può contare sull'aiuto del generosissimo Quinziato, e Hushovd ha in Vansummeren un notevole punto d'appoggio. Nel frattempo, né l'italiano né il norvegese aiutano Cancellara nell'inseguimento: nonostante ciò, sul settore 7 (Templeuve) il ritardo del terzetto di favoriti scende a 25", limato dal solo trenare del capitano Leopard.

Il quale però a poco più di 30 km al traguardo si stufa di portare in carrozza due simili avversari, incrocia le braccia, polemizza coi direttori sportivi rivali (i quali però hanno pur sempre davanti due uomini, i già citati Quinziato e Vansummeren), ma non ottiene collaborazione. In un lampo il margine dai battistrada risale da 25 a 40", e da dietro rientra il gruppetto di Flecha (che fino a poco prima aveva mezzo minuto di ritardo), senza che peraltro ciò cambi la situazione: nel gruppetto di Cancellara non si tira a dovere, e a questo punto gli uomini di testa (li ricapitoliamo a questo punto: Quinziato, Roelandts, Vansummeren, Bak, Degenkolb, Elmiger, Tjallingii, Leezer, Guesdon, Docker, Cooke, Rast e Stangelj) iniziano a crederci seriamente e tornano a collaborare. Il vantaggio all'uscita dal settore 6 (Cysoing à Bourghelles) è di nuovo a 1'40", e tra gli altri Elmiger e Degenkolb danno l'impressione di star bene.

Solo il rinnovato accordo tra gli inseguitori (con la Garmin di Hushovd che si decide a tirare con Rasch e Vanmarcke, rientrati con Flecha) permette agli inseguitori di tornare a rimontare, in un'altalena che non lascia fiato. E quando, ai 22 km, il margine torna al di sotto del minuto, ancora Bak prova l'attacco, in compagnia di Rast, Vansummeren e Tjallingii (quest'ultimo rientrato in un secondo momento): fondamentalmente, anche tra gli uomini di testa le energie residue sono quelle che sono, e la corsa è praticamente una prova a eliminazione. Nell'occasione, Quinziato viene ostacolato da una moto, e resta così intruppato nel secondo gruppetto, a metà strada tra il quartetto in avanscoperta e il gruppo di Cancellara, Hushovd, Ballan, Flecha, Boom, Leukemans, Eisel.

Carrefour indirizza, Gruson decide, Vansummeren esulta
Nel quartetto di testa Vansummeren è l'uomo più adatto a questi percorsi, e puntualmente sul Carrefour de l'Arbre, a 17 km dalla fine, attacca. Si avvantaggia una prima volta, ma Tjallingii riesce a chiudere su di lui. Sul successivo settore di Gruson, a -14, seconda sgasata, e stavolta il belga riesce a fare il vuoto.

Contemporaneamente, gli sviluppi del drappello dei favoriti sono imprevedibili: nel momento in cui il suo compagno di squadra si sta involando davanti, Hushovd decide di iniziare a giocarsi seriamente le sue carte, e dà una prima botta sul Carrefour. Flecha si stacca, Cancellara vede rosso e parte come una furia, ma l'ardore si spegne presto in un ingorgo causato da diverse moto dell'organizzazione che ostacolano la via allo svizzero.

Fabian ci riprova allora sul settore di Gruson, e stavolta riesce a staccare i vari Ballan, Boom e Leukemans, ma non Hushovd, che gli resta ancora una volta incollato al mozzo: ma i secondi che separano l'elvetico e il norvegese da Vansummeren sono ancora ben 50, mentre il gruppetto di Quinziato è a 25" dal battistrada. Non c'è più tanta strada per recuperare, e in queste condizioni la foga di Cancellara si esaurisce dopo poco. Rientrano tutti i big sul duo, e il nervosismo per una corsa praticamente sfuggita via è palpabile (Boom e Flecha quasi vengono alle mani).

Per un attimo ancora ai 10 km Tjallingii dà l'impressione di poter riavvicinare Vansummeren, ma è un'illusione che si spegne presto. Il belga ha letteralmente le ali ai piedi, ha l'occasione della vita e non se la può lasciare sfuggire. Tjallingii viene ripreso da Bak e Rast, poi ai 3500 metri è Cancellara, in un impeto di orgoglio e frustrazione, a partire forte e rientrare sul terzetto che insegue Vansummeren. Per Fabian, solo la consolazione del secondo posto finale, conquistato in volata su Tjallingii, Rast e Bak mentre Vansummeren festeggia già da 19", e Ballan, avvantaggiatosi a sua volta sul gruppetto di Flecha, coglie il sesto posto: per l'Italia un risultato in linea con le attese, ma tuttavia non disprezzabile, visti i chiari di luna.

Marco Grassi

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