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Parigi-Roubaix 2011: Sudore, fatica e pietre roventi - Cancellara ancora favorito. Boonen-Chavanel, che gioco sarà?

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Il grande favorito Fabian Cancellara in ricognizione sul pavé della Parigi-Roubaix © BettiniphotoL'Europa è investita dall'alta pressione, fa caldo un po' dappertutto a ovest dell'ex Cortina di Ferro, e le Fiandre non fanno eccezione. Se il bel tempo domenica scorsa è stato praticamente una sorpresa alla Ronde van Vlaanderen, per la Parigi-Roubaix è stra-annunciato. Niente fango quindi, ma non è detto che il gran caldo fuori stagione (specie a quelle latitudini) non svolga ugualmente una funzione rilevante nell'indirizzare la corsa in un modo o nell'altro.

Tanto pavé, 51 chilometri abbondanti suddivisi in 27 settori, la Foresta di Arenberg prevista un po' più vicina al traguardo rispetto al solito, e il consueto manipolo di grandi specialisti delle pietre pronti a darsi battaglia sui 256 km della più bella (secondo molti) classica del ciclismo.

Fabian Cancellara, ancora una volta primo dei favoriti, ha commentato i nuovi settori di pavé inseriti sul tracciato intorno ad Arenberg, e la sua è la posizione del vecchio marinaio rotto già a tutte le esperienze: «Non credo che la sostanza della Roubaix cambi con un nuovo settore in più o in meno, tantopiù che abbiamo provato il Millonfosse-Bousiginies e non mi è parso troppo lungo e difficile o particolarmente sconnesso. Tutto dipenderà, come al solito, da come si metterà la corsa, e se ci sarà un gruppo di favoriti già selezionato abbastanza presto: per lo spettacolo, sarebbe sicuramente una situazione positiva». E lui naturalmente non potrà mancare da quell'eventuale drappello di big: «Sicuramente non sono l'unico che vuol vincerla... tutti sperano di essere là davanti, di avere la giornata perfetta e di approfittare di qualche momento di defaillance degli avversari. Ma tra il sogno e la realtà c'è poi una grande differenza. Prima del Fiandre non si faceva che il mio nome, ora tutti hanno visto che ci sono anche altri corridori in grado di vincere: c'è una BMC molto forte, c'è una Quickstep che domenica scorsa ha fatto bene. Insomma, una corsa dura come il Fiandre ha chiarito le idee sulle forze in campo, abbiamo visto chi è in grado di far cosa nei momenti importanti, e penso anche al lunghissimo sprint di Boonen all'arrivo di Meerbeke».

Cancellara ci tiene anche a gettare acqua sul fuoco di possibili polemiche con il principale rivale, Boonen. Polemiche scaturite peraltro da sue frasi riportate nei giorni scorsi dalla stampa internazionale (dal Corriere della Sera all'Équipe), tra le quali particolarmente brillante era stata «al Fiandre ho preferito fare terzo piuttosto che veder vincere Boonen». Frase che, passata alla revisione del politically correct, diventa ora «Ho preferito mettere in salvo almeno un posto sul podio piuttosto che far rientrare corridori forti come Boonen da dietro». Il riferimento è comunque alla volata lanciata - di fatto - da Fabian all'avversario Nuyens, proprio nel momento in cui il capitano della Quickstep dava l'impressione di poter rientrare sul terzetto di testa con una lunghissima volata. L'importante è comunque che «io rispetto Tom, come persona e come corridore».

Sylvain Chavanel e Tom Boonen, qui all'ultima Milano-Sanremo con Philippe Gilbert © BettiniphotoE infine una piccola sorpresa, la possibilità - adombrata dall'elvetico - di saltare in futuro la Roubaix per provare a vincere la Liegi. Un po' come fa Gilbert, che salta direttamente dal Fiandre alle Ardenne: «La Roubaix ti toglie tanto, anche se io non potrò riposare troppo dopo la corsa, visto che dovrò svolgere degli allenamenti in chiave Amstel Gold Race, che sarà la mia ultima gara prima di una breve pausa. Non escludo di provare a saltarla l'anno prossimo, dipenderà anche dal risultato di domenica... Di sicuro è impossibile far bene a Roubaix e Liegi nella stessa stagione. Il ciclismo attuale è così, necessita di grande specializzazione, non puoi fare tutto perché fare tutto è oggi come oggi impossibile».

Non potrà fare tutto, ma di sicuro tutto quel che potrà fare lo proverà Tom Boonen, che a due anni di distanza dall'ultimo successo "monumentale" vuol lasciarsi alle spalle un periodo fatto di tanti grandi e piccoli problemi. Ultimo dei quali la doppia caduta di mercoledì alla Scheldeprijs: «Dopo la ricognizione di venerdì sul percorso della Roubaix, sono più fiducioso riguardo alla mia condizione in seguito alle cadute di mercoledì. Certo, sarebbe stato meglio non cadere, anche perché mi resta comunque qualche ferita e un po' di dolore. Ma c'è ancora tempo, fino a domenica, per rimettermi completamente e raggiungere il 100%». Importantissime le dinamiche interne alla Quickstep, dopo le grandi polemiche intorno al comportamento in gara di Tom e Sylvain Chavanel al Fiandre, gara in cui il francese ha fatto un po' da sé, senza badare fino in fondo a correre in appoggio del suo capitano. Per Boonen tutto è magnifico: «Sarà un'altra battaglia, ma il nostro team è pronto. Abbiamo in squadra ottimi corridori, e un Chavanel in gran forma, che diventa uno dei favoriti per la Roubaix dopo quanto mostrato domenica scorsa». I rivali, sempre quelli: «Cancellara un po' sopra tutti gli altri, ma vedo almeno 8 corridori in grado di vincere».

Sylvain Chavanel, proprio lui, l'homo novus in casa Quickstep, conferma il roseo tratteggio fatto da Boonen della situazione all'interno della squadra: «Dopo il Fiandre ho riposato molto e non ho letto giornali. Vorrei rimarcare che non c'è alcuna polemica con Boonen. Ho anche commesso un errore nello sprint, ho ancora rimpianti per la volata persa con Nuyens, ma riuscire a vincere la Roubaix potrebbe ricompensarmi». Anche se è un corridore ormai più che maturo, Thor Hushovd impegnato sui pavé fiamminghi © BettiniphotoChavanel veste ancora i panni dell'apprendista: «Mancavo di esperienza in queste corse del Nord, mentre Tom le conosce molto bene. Mi dà tanti consigli, ho un sacco da imparare da lui». Non può mancare un'analisi delle sue possibilità nella classica del pavé: «Il fatto che alla nostra conferenza stampa ci siano stati molti più giornalisti francesi rispetto a quella pre-Fiandre può dire qualcosa sulle aspettative. Immagino sia importante per i media francesi. Spero di fare davvero bene e non ho intenzione di nascondermi. Amo questa corsa e voglio raccogliere i frutti della mia ottima forma».

Se la Roubaix è nei pensieri di parecchi corridori del gruppo (per tutti valga il Campione del Mondo Thor Hushovd: «Questa è la corsa più bella, sogno di vincerla e spero di farcela anche grazie alla spinta che mi dà la maglia iridata»), c'è chi sarà - o dovrebbe essere - in prima linea nella lotta per il successo (o almeno per il podio), e invece rischierà di avere ben altri pensieri per la testa. Parliamo di Alessandro Ballan, che è inseguito dagli stessi fantasmi che l'anno scorso gli impedirono di disputare proprio la Roubaix, allorché fu sospeso dalla BMC in quanto coinvolto in un'inchiesta antidoping. Ora che quell'inchiesta è giunta a conclusione, e il corridore (che nel frattempo da mesi è stato reintegrato nel roster rossonero) dovrebbe essere presto raggiunto da un rinvio a giudizio (stando alle anticipazioni provenienti dalla procura di Mantova), la squadra americana non prende iniziative e schiererà regolarmente l'iridato 2008 a Compiègne, sede di partenza della corsa. Per Jim Ochowitz, gran capo della BMC, non sussistono ancora elementi certi perché il team proceda in qualche modo contro Ballan. Anche perché si tratta di fatti «relativi a quando il corridore era nella Lampre, quindi noi non ne siamo minimamente coinvolti».

(Dichiarazioni condensate da comunicati stampa e CyclingNews.com)

Marco Grassi

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