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Vuelta al País Vasco 2011: Freire-Gavazzi, che gelida manina - Óscar declassato, vittoria all'italiano | Cicloweb

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Vuelta al País Vasco 2011: Freire-Gavazzi, che gelida manina - Óscar declassato, vittoria all'italiano

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Francesco Gavazzi © BettiniphotoSi era capito subito che era stata una vittoria non del tutto al riparo da possibili contestazioni, quella ottenuta da Óscar Freire a Zalla. Una vittoria centrata anche con merito, ma macchiata da una spintarella in avanti che l'apripista Luis León Sánchez ha rifilato al campione cantabro sul rettilineo finale. Un "lancio" certo ininfluente, ma comunque non proprio regolare. Tanto è vero che la giuria, senza nemmeno che la Lampre presentasse un reclamo (il corridore secondo classificato era stato Francesco Gavazzi), ha riguardato con attenzione le immagini del finale, e  non ha potuto far altro che deliberare l'irregolarità del successo di Freire. Esito: Óscar declassato, Gavazzi promosso alla vittoria di giornata (seconda affermazione di tappa al País Vasco dopo quella di Amurrio nel 2010), tanta rabbia per lo spagnolo, ma anche la necessità, da parte dei giudici, di non reinventare le regole per compiacere Oscarito.

Le principali salite erano previste nella prima parte della tappa, e in effetti soprattutto nella scalata (o Subida?) a Urkiola, intorno al km 30, qualche fuoco d'artificio è stato sparato: merito della Movistar, che ha lanciato una delle sue pedine da classifica, quel Beñat Intxausti che era nono a 9" dalla maglia gialla Joaquim Rodríguez, e che ha provato a portar via un gruppetto. Operazione tutto sommato riuscita, con 8 atleti accodatisi (Niemiec, Vande Velde, Monfort, Cataldo, Seeldraeyers, Albasini, Moinard e Di Gregorio) e un margine di 50" preso sul gruppo. Non di più, però, perché naturalmente il plotone a una fuga del genere non avrebbe mai concesso spazio.

Quando è stato chiaro che, in quella conformazione, il drappello non avrebbe fatto troppa strada, è stata inevitabile una contro-azione tra i fuggitivi: hanno preso l'iniziativa i due Quickstep presenti, Cataldo e Seeldraeyers, insieme ad Albasini, a cui tornava buona una nuova caccia di punti Gpm per rafforzare la sua leadership nella relativa classifica. Usciti al km 45, passati per un vantaggio massimo di 5'05" sul gruppo (che intanto stava per riprendere gli altri 6 attaccanti di Urkiola), i tre coraggiosi hanno resistito fino ai -20: lì, dopo oltre 120 km di fuga, Albasini è stato il primo a cedere; Cataldo ha provato a immolarsi per Seeldraeyers all'inizio dell'ultima salita di giornata (l'Alto de Beci), ma è stato tutto inutile: prima l'italiano, poi il belga, sono stati risucchiati ai -15 dal gruppo in cui i Movistar volevano provare a dare ancora fastidio a JRO e agli altri uomini di alta classifica.

È stato David López, ottavo della generale (a 6" da Rodríguez) a partire, lanciandosi in contropiede su un precedente scatto di Vanendert, e portandosi appresso Poels. Circa 15" di vantaggio al Gpm, ma il terzetto (compattatosi in discesa) non ha avuto vita facile (né lunga), visto che dietro tiravano la Rabobank (per Freire), la Lampre (per Gavazzi) ma anche la RadioShack (che ha tra le sue fila il secondo della classifica, Andreas Klöden). E infatti, ai 5 km López, Vanendert e Poels sono stati ripresi, e da lì alla volata finale solo un tentativo di Pinotti ai 3 km ha avuto la funzione di diversivo rispetto al copione previsto.

Il lungo rettilineo finale ha comunque visto l'attesa volata, anche se il gruppo del País Vasco non pullula certo di velocisti. Il più forte, oltre che più famoso, è Óscar Freire, e infatti è proprio lui che è andato - apparentemente - a vincere la tappa: sul lato sinistro della strada era già emerso ai 200 metri Francesco Gavazzi, mentre sul lato opposto il tre volte Campione del Mondo di Torrelavega aveva il suo daffare per districarsi tra le transenne e il suo apripista di giornata LuisLe Sánchez (che prima lo ha ostacolato, e poi per farsi perdonare gli ha dato una spintina - irregolare - in avanti con la mano). Ma una volta uscito allo scoperto, Freire non ha lasciato scampo all'italiano, superandolo di slancio e vincendo a braccia alzate sullo stesso Gavazzi e su Vandewalle, Gadret e Ligthart. Una gioia che però, come abbiamo visto, non è durata che pochi minuti: il tempo passato dalla fine della frazione e il già citato responso della giuria.

In classifica restano con lo stesso tempo Joaquim Rodríguez, Andreas Klöden e Samuel Sánchez, ma Horner, Hesjedal, Tondo, Gesink, López, Intxausti e Vinokourov non sono lontani, e domani nella crono di Zalla (24 chilometri) potremo ancora vedere dei bei rivolgimenti della graduatoria.

Marco Grassi

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