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Giro delle Fiandre 2011: L'intricatissimo gioco Quickstep - La tattica Boonen-Chavanel

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Tom Boonen, solo quarto all'arrivo © BettiniphotoNegli ultimi anni, al Giro delle Fiandre, tutte le volte che c'era un favorito largamente superiore a tutti gli altri abbiamo quasi sempre assistito ad una corsa dallo svolgimento piuttosto strano ed insolito: mai però ci sono stati colpi di scena e stravolgimenti come in questa edizione. Come spesso è accaduto nel passato la squadra che più di ogni altra ha condizionato la gara è stata la Quick Step: dal punto di vista tattico, infatti, i due maggiori protagonisti nel bene e nel male sono stati Tom Boonen e Sylvain Chavanel.

Per tutte le squadre e i corridori il punto di riferimento odierno era Fabian Cancellara ed era abbastanza evidente che la tattica più gettonata era proprio quella di isolare lo svizzero costringendo la Leopard Trek ad un grande lavoro fin dalle fasi centrali della corsa. Proprio in questo contesto si è inserito il contrattacco di una ventina di uomini a più di 120 km dal traguardo: è stato Tjallingii ad aprire le danze per primo e dietro di lui si sono accodati molti uomini pericolosi come Boasson Hagen (Sky), Farrar (Garmin) e Steegmans (Quick Step). L'azione è durata poco ma è costata parecchie energie ai compagni di squadra di Cancellara.

Sui primi muri di giornata il gruppo di spezza e si ricompatta più volte ma il primo scatto che poi si rivelerà decisivo è quello di Sylvain Chavanel sull'Oude Kwaremont. La Quick Step non è nuova a mandare in avanscoperta da distante la propria seconda punta ma rispetto alle due fughe vincenti di Devolder quest'anno l'allungo è stato molto anticipato, addirittura a 87 km dall'arrivo: Chavanel, però, era in grande condizione e per strada è riuscito a trovare la collaborazione di Simon Clarke (scattato poco prima) e di Docker, Turgot e Hammond, in fuga dal chilometro 50. Il gruppo dei favoriti aveva intuito il pericolo e ha cercato di tenere il gap attorno ai 15": davanti in un primo momento erano rimasti solamente Clarke e Chavanel ma, tra uno scatto e l'altro, alla coppia al comando si sono aggiunti Lars Boom e Edvald Boasson Hagen.

Dietro si sono verificati altri contrattacchi ed ancora una volta è stata la Leopard a prendere in mano l'iniziativa. Sul tratto di pavé di Holleweg un altro fatto è diventato poi decisivo per l'esito finale della corsa: Posthuma è in testa al gruppo a tirare a tutta, ha appena riportato il distacco dei fuggitivi a meno di 8" ma in una curva verso sinistra è finito lunghissimo sull'erba portandosi dietro anche altri corridori. Qui gli inseguitori si sono praticamente fermati e, dopo il Molenberg, Chavanel s'è ritrovato solo in testa con poco più di un minuto di vantaggio sui favoriti.

Di chilometri all'arrivo ne mancavano 43 e proprio quando si cominciava a pensare ad una nuova "devolderata", tra il tratto di pavé di Haaghoek e il muro del Leberg, la corsa è letteralmente impazzita. Nonostante la presenza di un compagno in fuga è stato Tom Boonen ad attaccare forte portandosi dietro Cancellara e Pozzato. Finito il pavé e iniziata la salita Fabian ha provato a dare una sgasata guadagnando subito qualche metro rispetto a Boonen: il belga, però, ha reagito bene riavvicinandosi ma in una doppia curva s'è ritrovato chiuso da Boom e Boasson Hagen (ripresi dalla fuga precedente) che Cancellara aveva appena dribblato con un numero di equilibrismo davvero notevole. Guardagnati cinque metri non c'è stato poi nulla da fare.

Difficile capire cosa abbia spinto Boonen ad attaccare proprio in quel momento con una situazione che di certo non sfavoriva la Quick Step. Da una parte poteva esserci l'orgoglio e lo spirito combattivo del grande campione che vuol dare spettacolo davanti alla sua gente, dall'altra forse una tattica di squadra per creare una situazione di due contro uno in testa alla gara per mettere in mezzo il grande favorito (Cancellara) e senza avere tra i piedi altri avversari che avrebbero potuto rovinare i piani. L'allungo di Cancellara, però, ha completamente ribaltato le carte in tavola perché, una volta partito, Fabian s'è riportato facilmente su un Chavanel più stanco dai chilometri di fuga fatti in precedenza: il risultato è stato quindi un suicidio tattico memorabile ma, chissà, forse sarebbe potuto essere anche un autentico capolavoro.

A questo punto la Quick Step s'è comportata nell'unico modo possibile per rimettere in piedi una corsa praticamente persa: Chavanel s'è incollato alla ruota di Cancellara senza mai dargli un cambio e cercando di risparmiare quante più energie in vista del Kapelmuur. Grazie alla regia della televisione belga che, in accordo con alcune squadre, ha installato sulle ammiraglie una piccola videocamera e un microfono abbiamo anche potuto apprezzare dal vivo il tentativo fatto dalla Leopard Trek di trovare una collaborazione. Le due ammiraglie si sono affiancate e la risposta di Peeters, ds Quick Step, è stata chiara: «È troppo forte, è troppo più forte e Chavanel ha già fatto 60 km di fuga». Oltre a quella di Chavanel, Cancellara non è riuscito a trovare neanche la collaborazione dei massaggiatori di alcune squadre rivali che gli hanno tutti negato una borraccia in un tratto in cui avevano predisposto un rifornimento.

Nel frattempo il gruppo si era notevolmente rinfoltito ma è passato parecchio tempo prima che si riuscisse ad organizzare per inseguire: la Quick Step con Steegmans e Devenyns doveva solo sperare che arrivasse qualcuno mentre in casa Garmin dalla radio è arrivato l'ordine di non tirare e di risparmiarsi per la volata (anche se comunque erano rimasti in gruppo solo Farrar e Hushovd); la salvezza per tutti è stata la BMC che prima del Valkenberg, con i fuggitivi distanti un minuti, s'è messa a tirare con la bellezza di sette uomini, l'unico assente era Karsten Kroon, caduto e ritiratosi in precedenza. Questo è stato troppo anche per Cancellara che sul Kapelmuur, dove l'anno scorso spiccò il suo volo solitario, è visto ripreso da un bel forcing di Gilbert: forse l'elvetico oggi si è un po' sopravvalutato e, come ha spiegato lui stesso nel dopo corsa, non era al meglio e ad ogni modo era pure difficile dovendo correre contro tutto e tutti. Sul Kapelmuur tra i più sofferenti c'era pure Boonen, segno che forse in casa Quick Step la situazione era più confusa che mai.

Sapendosi battuto in volata Gilbert ha provato ad attaccare sul Bosberg ma da solo non è riuscito ad andare molto lontano stravolgendo ancora una volta questa corsa pazza. Una volta che il gruppo dei 12 s'è ricompattato s'è presto capito che la vittoria sarebbe andata a chi avrebbe indovinato lo scatto giusto perché Boonen e Chavanel non avrebbero potuto controllare tutti per arrivare allo sprint: Boonen era troppo più veloce di chiunque altro e i due BMC (Ballan e Hincapie) e sopratutto i due Sky (Flecha e Thomas) avrebbero provato più volte a portare via un gruppo. Di scatti, infatti, ce ne sono stati ma l'unico efficace è stato, ancora una volta, quello di Fabian Cancellara: Fabian s'è spostato sulla destra della carreggiata e ha allungato, Chavanel è stato lestissimo a scartare e a mettersi in scia dando così la possibilità anche a Nuyens, che era indietro di qualche metro, di avere una scia e di non perdere contatto. Stavolta Nuyens e Chavanel hanno dato cambi anche perché lo svizzero ha ammesso ad entrambi di avere i crampi: il francese comunque non ha mai spinto a fondo e forse andava davanti proprio a rallentare il ritmo perché dietro aveva Boonen e ogni volta che era in terza posizione si voltava per cercare la sagona del compagno di squadra.

Anche perché intanto da dietro Flecha era scattato proprio con Tom a ruota e, una volta scoppiato lo spagnolo, il belga ha provato l'impresa partendo ai 500 metri finali lanciandosi in caccia dei tre davanti e saltarli di slancio: fosse riuscito un numero simile tutto il Belgio sarebbe svenuto all'istante per poi candidare Boonen al trono nazionale una volta ripresosi. Gli è mancato poco, davvero poco. Nella volata finale per Cancellara non c'è stato molto da fare ma qui è arrivato un altro errore per la Quick Step: appena Nuyens s'è lanciato, infatti, Chavanel ha preferito rimanere in scia a Cancellara perdendo metri decisivi da Nick e ritrovandosi poi chiuso alle transenne prima da Fabian e poi dallo stesso Nuyens nel tentativo di rimonta. Nonostante ciò Chavanel è arrivato a meno di mezza bicicletta dalla vittoria aumentando quindi i rimpianti per l'esito della corsa. In definitiva possiamo dire aver assistito ad un Fiandre altamente spettacolare anche in questo hanno pesato molto alcuni errori tattici: certo, non potremmo mai sapere come sarebbe andata a Boonen fosse riuscito a seguire Cancellara dopo il suo scatto a 43 km dall'arrivo.

Sebastiano Cipriani

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