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Giro delle Fiandre 2011: The Wall (Run like hell) - Pioggia e fango attendono il gruppo. L'Italia punta su Ballan

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Fabian Cancellara, favorito numero uno per il Giro delle Fiandre © BettiniphotoIntanto un'occhiata al meteo: come non darla, quando si parla di classiche fiamminghe, nelle quali la variabile clima rischia di essere determinante? E in questo caso siamo proprio sul pezzo, visto che per domani, tra Brugge (sede di partenza del 95esimo Giro delle Fiandre), e Ninove (dov'è piazzato l'arrivo), è prevista una pioggerellina abbastanza insistente, per quanto sottile. Ma il problema, come ben sappiamo, non è quel che cade dal cielo, quanto il risultato che ciò produce sul fondo stradale: e parlando di muri e pavé (o meglio: muri in pavé), è facile immaginare che il fango monterà a puntino per rendere la vita impossibile a chi correrà la seconda classica monumento della stagione.

E immaginando cosa potrà essere un Koppenberg in queste condizioni, o cosa potrà produrre un Kapelmuur in un giorno del genere, e alle facce stravolte e coperte di mota dei corridori che taglieranno il traguardo di Ninove intorno alle 16 (abbondanti), come non andare, con tripla citazione carpiata, a titolare pinkfloydianamente su muri e (forzando un po' il significato) corse come inferno (del Nord, appunto)?

Che sia Fabian Cancellara l'uomo destinato a fungere da faro della corsa, ormai è una discussione andata in cassazione, lo sanno tutti e anche in gruppo c'è accordo sul tema.

Lui, Fabian, non si nasconde dietro a un dito: «La gente mette tutte le pressioni su di me, ma ho spalle larghe per sopportarle. Sono pronto a difendere il titolo del 2010, correndo da favorito. Il mondo sa che sono forte e che sono pronto, quindi perché tirarmi indietro? Certo, è facile mettermi al centro di tutte le attenzioni, specie dopo quanto ho fatto sabato scorso ad Harelbeke (e anzi, prendo tutto ciò come un complimento), ma vorrei ricordare ai miei avversari che non è correndo in marcatura su un solo uomo che si può vincere una corsa. La cosa peggiore sarebbe che qualche mio rivale non collaborasse in un'eventuale azione d'attacco per non favorire me: in tal caso potremmo avere un vincitore a sorpresa, ed è la cosa che nessuno vuole, penso. Ho visto solo il finale della Gand, Boonen ha fatto un bello sprint, ha fatto ciò che riteneva il meglio per sé; esattamente come io nell'E3 Prijs».

Tom Boonen © BettiniphotoIl primo rivale dello svizzero, secondo molti, sarà Tom Boonen: «Non ho mai scalato il Grammont velocemente come l'anno scorso, mi sono cronometrato riguardando i filmati su YouTube. Eppure Cancellara mi staccò. Stavolta farò in modo di non lasciargli neanche un metro, e se dovessimo arrivare in due al traguardo, per me non ci sarebbero problemi, visto che non mi ha mai battuto allo sprint. Ho vinto la Gand, ma non ero al massimo, anche se quel successo mi ha sicuramente fatto bene a livello mentale. Però nelle ultime ricognizioni sul percorso del Fiandre ho avuto ottime sensazioni, non mi sentivo così da prima della caduta dello scorso anno al Tour de Suisse. Spero ci sia cattivo tempo, e non credo che ci sarà un'alleanza di big contro Cancellara: tutti ne parlano, ma ognuno finirà per fare la sua corsa. La mia unica paura è che vada via un gruppetto di 4-5 forti passisti, e che noi dietro restiamo bloccati intorno a Cancellara. Non mi dispiace non avere tutti i riflettori puntati addosso, sicuramente ci saranno meno pressioni anche per la squadra, che gareggerà schierando quattro debuttanti in questa corsa».

Chi condivide con Boonen la palma di sfidante ufficiale è Philippe Gilbert: «Con Cancellara sarà una partita a poker, bisognerà giocare le proprie carte e sperare di essere più intelligenti di lui. Tutti sappiamo che se ce lo portiamo appresso fino al finale, saremo quasi certamente battuti. Juan Antonio Flecha e Philippe Gilbert © BettiniphotoParadossalmente, potrei avere anche più libertà del solito, perché tutti aspetteranno che Fabian risponda a eventuali attacchi, e lui dovrà guardare non solo me, ma parecchi corridori. Vincere sarebbe doppiamente bello, proprio per il fatto di aver battuto un corridore come Fabian; e io dico che, nonostante ciò che può pensare la gente, ogni cosa sarà possibile».

Un grosso corridore per muri e pavé è Juan Antonio Flecha, che però ha una filosofia tutta sua: «Mi piacerebbe vincere, ma sarei felicissimo anche di un podio. Spesso non ho raccolto in base alla mia condizione del momento, ma questo avviene anche perché io corro più per divertirmi che per ottenere risultati. Per questo sorriderò anche se non dovessi vincere: un primo posto conquistato o mancato non cambia certo la persona che sono, sono Flecha e sempre lo sarò, anche senza classiche monumento nel palmarès: una vittoria ti rende una persona migliore? Non dirò "devo vincere", ma "devo dare il massimo, il 110%", e non dirò "devo battere Cancellara": questa è una corsa ciclistica, non siamo nella giungla a fare a gara a chi ha i muscoli più grossi».

Alessandro Ballan col suo direttore sportivo Fabio Baldato © BettiniphotoIn casa Italia le maggiori attese sono concentrate su un Alessandro Ballan che pare tornato agli splendori di qualche anno fa, e sarà supportato anche da un'ottima squadra: «Cancellara è il favorito d'obbligo, tutti abbiamo visto quello che ha fatto ad Harelbeke, ma forse si è esposto troppo, e ora rischia che tutti gli corrano contro nel Fiandre. E in tal caso, uno con le mie caratteristiche potrebbe anche approfittarne per un attacco nel finale. Naturalmente non sarò l'unico a fare progetti simili. Comunque, anche in BMC non ci sono solo io, ma ci sono alcuni miei compagni che potrebbero ugualmente lasciare il segno (Hincapie, Kroon, Van Avermaet, Burghardt, tutti - come lo stesso Ballan - almeno una volta nella top 10 del Fiandre. Ma anche Quinziato avrà le sue chance, ndr). Il punto chiave sarà il Kwaremont, e da lì in poi ogni momento potrà essere decisivo, fino al Muur».

Peter Sagan e Daniel Oss, coppia d'attacco della Liquigas-Cannondale © BettiniphotoLa Liquigas si affida a un gruppo di giovani, guidato su queste strade da uno che ha già dimostrato di essere tagliato per pietre e muri, Daniel Oss: «Il Fiandre una corsa dove l'emotività gioca un ruolo fondamentale. Per vincerla, o quantomeno avvicinarsi, ci vogliono le gambe, ma talvolta il pubblico che ti acclama lungo tutto il percorso, la trance agonistica, ti spingono ad andare oltre le reali forze. Rispetto alla vigilia della Gand-Wevelgem le sensazioni sono molto migliori. Domenica ho faticato, a De Panne anche, ma sono conscio di aver svolto un lavoro preziosissimo. Non arrivo all'appuntamento a cui più tengo come volevo, ma mi sento in netta crescita. Niente proclami o promesse: testa bassa e tenere duro. Dovremo essere davanti nel momento decisivo, ai piedi del Kwaremont, il muro dove avverrà la prima selezione. Poi, nel finale, l'obiettivo è sfruttare la lotta Cancellara-Boonen, i due che vedo come favoriti, e inventarsi qualcosa: speriamo che la fortuna abbia voglia di premiare gli audaci». Nella Liquigas ci sarà però anche un certo Peter Sagan, pronto a giocarsi le sue carte: «Ho provato il percorso ieri e confesso che mi piace: i muri sono da affrontare a tutta potenza, senza paura. Credo di avere le giuste caratteristiche per trarne vantaggio. Sarà una giornata lunga: dovrò risparmiare più energie possibili e cercare di tenere il passo dei migliori. La condizione, comunque, c'è. Ho corso bene sia alla Gand che a De Panne: il viatico migliore per questo appuntamento. Correrò al fianco dei compagni con maggiore esperienza, tenendo il più possibile le posizioni di testa. Bisognerà ridurre gli errori in corsa e tenere d'occhio coloro che meglio conoscono il percorso, tipo Boonen».

Il Campione del Mondo Thor Hushovd capofila di una Garmin-Cervélo fortissima © BettiniphotoSe però dobbiamo parlare di squadre, non c'è dubbio che una delle più attrezzate sia la Garmin-Cervélo, con tre punte pronte a colpire in base a come si evolverà la corsa. Dice Tyler Farrar: «Ho avuto ottime sensazioni dalla ricognizione sul percorso, sto bene e nelle ultime settimane va sempre meglio. Abbiamo molte carte da giocare, ma penso che Hushovd e Haussler siano più leader di me in squadra: loro hanno la possibilità di far corsa di vertice con gente come Cancellara, mentre per me si tratterà più che altro di resistere e sperare di trovarmi il più avanti possibile in caso di una conclusione allo sprint». All'americano fa eco il Campione del Mondo Thor Hushovd: «Sto bene, e anche se i risultati non stanno andando di pari passo con la mia attuale condizione, sono fiducioso. Ho mancato i primi obiettivi stagionali, specialmente la Sanremo, ma confido di ottenere qualche successo in almeno una di queste due giornate che per me saranno importantissime, tra Fiandre e Roubaix». Chiude Heinrich Haussler: «Siamo un team molto forte e unito, anche se a me manca un 2-3% per raggiungere la mia condizione del 2009».

Filippo Pozzato (qui con Alessandro Ballan a ruota) © BettiniphotoInfine un corridore che ultimamente sta vestendo un po' i panni del Calimero del gruppo, quel Filippo Pozzato che potrebbe sorprendere ma che è stato recentemente criticato duramente dal suo stesso team manager in Katusha, Andrei Tchmil (che ne ha messo in discussione la condotta di gara alla Sanremo e che ha detto che Pippo non fa vita d'atleta fino in fondo): «L'anno scorso ero in gran forma, ma poi mi ammalai. Stavolta invece non mi sento al meglio, sono in un brutto momento della mia carriera, e allora forse potrebbe essere la volta buona. Del resto per lasciarmi questo momento alle spalle ho bisogno di una vittoria, e allora rischierò fino alla fine. In un momento difficile avrei bisogno di sostegno, e non di critiche distruttive come quelle di Tchmil, tantopiù che lui sa con quanta serietà io mi dedichi al ciclismo. Per questo leggere certe cose mi ha ferito. Tutti pensano che sarà una lotta tra Boonen e Cancellara, ma in realtà i veri favoriti sono Fabian e Gilbert. È vero che Tom merita tanto rispetto, ma alla Gand l'ho visto per due volte sul Kemmel, e non era l'uomo che io conoscevo su certi percorsi. Io? Se proprio devo sognare, dico che mi piacerebbe fare il vuoto sul Muur e arrivare da solo al traguardo. Nel 2006 ci andai vicino, quel Fiandre fu la mia più bella corsa, ma avevo il compito di aiutare Boonen, e così feci. Adesso la squadra invece è costruita intorno a me per queste gare».

E questo è quanto, a pochissime ore dal via di questo attesissimo Giro delle Fiandre. Una Ronde che avrà anche la novità tecnologica di un collegamento diretto tra la tv e le ammiraglie, di modo che i telespettatori possano entrare ancor più nel cuore della tenzone.

(Dichiarazioni condensate da comunicati stampa e CyclingNews.com)

Marco Grassi

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