Ronde van Vlaanderen Women: Le dodici fatiche delle nostre eroine - Verbeke difende il successo del 2010
- RONDE VAN VLAANDEREN - TOUR DES FLANDRES WE 2011
- AA Drink - Leontien.nl Cycling Team [Donne] 2011
- Garmin - Cervélo [Donne] 2011
- HTC Highroad Women [Donne] 2011
- Vaiano Solaristech [Donne] 2011
- Chantal Blaak
- Elena Berlato
- Elisa Longo Borghini
- Emma Johansson
- Emma Pooley
- Giorgia Bronzini
- Grace Verbeke
- Ina-Yoko Teutenberg
- Katazyna Sosna
- Kirsten Wild
- Marianne Vos
- Mirjam Melchers Van Poppel
- Noemi Cantele
- Ciclismo femminile
La si corre dal 2004 e siamo giunti all'ottava edizione ma soltanto nel 2010 c'è stata la prima vittoria di una belga in quel di Meerbeke. Si tratta di Grace Verbeke da Roeselare, cittadina delle Fiandre Occidentali. Partì sul Molenberg, a 45 km dal traguardo, quando tutte le favorite aspettavano il Muur per eccellenza, quello di Grammont, per lanciare l'attacco decisivo. La rividero dopo il traguardo. I muri da affrontare saranno tre in più rispetto al 2010. Il conto totale è di dodici ascese, brevi ma intense, spalmate in maniera più o meno omogenea sui 129,9 km di gara. Si partirà alle 11:00 in punto da Oudenaarde, bella cittadina a due passi dal terribile Koppenberg, affrontato solo dai colleghi.
Il Rekelberg dopo 30 chilometri
È come un antipasto. Trenta chilometri e si sarà ai piedi del Rekelberg, 800 metri con pendenza massima del 9%. Sarà un riscaldamento e probabilmente un trampolino di lancio per la fuga del mattino.
L'Oude-Kwaremont per una prima scrematura
Solo 18 km di pausa e si farà un po' più sul serio, con l'Oude-Kwaremont. Si tratta di 2 km e 200 metri con tratti anche all'11%. Impegnativo nella prima parte, dopo i primi 900 metri si fa più umano e pedalabile.
Il Kortekeer e quel tratto al 17%
Il terzo muro di giornata sarà il Kortekeer. Il fondo di questo chilometro è buono e fino ai 600 metri, la pendenza è lieve. Da qui in poi un centinaio di metri al 17% ed altri 300 metri sempre attorno al 10%.
Lo Steenbeekdries, semplice e breve
A 71 km dal traguardo ecco la quarta asperità, lo Steenbeekdries. Nome quasi impronunciabile, scalata ampiamente abbordabile. Mai oltre una pendenza del 7%, questa salita presenta un fondo di pavè e dura soli 700 metri. Nemmeno il tempo di sentir le gambe dure e sarà già terminato.
Taaienberg, la "montagna dura"
Le energie andranno tenute in serbo per il muro successivo, il Taaienberg. Il fondo è in pavè ed il Taaienberg si dimostra per quel che significa - monte duro - dopo soli 200 metri. Una rampa stretta attraversa il bosco e tocca pendenze che rasentano il 18%. Si soffre per duecento metri, poi la strada diventa nuovamente abbordabile e si arriva in cima ai difficoltosi 800 metri di questo muro. Si rifiata per 5 km, quindi, a 64 km dal traguardo, ecco l'Eikenberg.
Eikenberg, 200 metri all'11%
Dura 1,1 km, si sale attraversando belle campagne per 200 metri, anche se non ci sarà il tempo per dare un'occhiata al paesaggio. Dopo la prima parte il fondo in pavè salirà sino a toccare una pendenza dell'11%. Si stringeranno i denti per 200 metri, quindi gli ultimi, semplici 700 metri.
Il Molenberg, trampolino per la Verbeke
Sul settimo muro la battaglia sarà già palese, tant'è che qui scattò Grace Verbeke alla conquista del primo successo belga femminile in terra di Fiandre. Eccoci al Molenberg, a 48 km da Meerbeke. Non dura molto ma lascia il segno. In 500 metri di pietra dal sapore antico si dovranno colmare 32 metri di dislivello. Primi 200 metri da apnea, con punte del 14%. Seguono 300 metri di relativa semplicità, ma chi qui avrà compiuto un fuorigiri potrebbe pagare lo sforzo.
Leberg, un inizio arduo
Al km 89 di gara si affronterà l'ottavo muro di giornata, il Leberg. Sono 700 metri che partono forte, permettono di rifiatare e poi martellano nuovamente, tenendosi sul 13% di pendenza. Gli ultimi 500 metri son più agevoli. Da non sottovalutare per la brevità.
Valkenberg, asfalto al 15%
La nona fatica dista 33 km dall'arrivo e si chiama Valkenberg: quasi 900 metri di ascesa e punti in cui si supera la pendenza del 15%. Il Valkenberg è per la maggior parte asfaltato ma non per questo è da ritenersi semplice.
Tenbosse, occhio al finale
Imita il Leberg, in quanto a manto stradale, il collega, nonché vicino geograficamente, il cui nome è Tenbosse. Si tratta di 450 metri con una pendenza media del 7% (ma si toccano punte al 14%). Gli ultimi 200 metri sono spaccagambe sia per pendenza sia perché la corsa, ormai da diversi chilometri entrata nel vivo, sta per affrontare il suo punto chiave, non tanto tatticamente, quanto per fama.
Il Muro di Grammont, cuore della corsa
A 16 km dal traguardo si entra nell'abitato di Geraardsbergen e si imbocca al via del Kapelmuur, o Muro di Grammont, ma ormai noto a tutti come il Muur per antonomasia. È il totem del Giro delle Fiandre, quest'ascesa di 1000 metri. Inizia nel paese ed è ancora asfalto, poi diventa pietra dura, curve ad angolo retto a risalire la collina sulla cui cima è posta l'ormai nota cappella. La vetta non arriva mai, più si sale, più il Muur ti respinge, con le sue pendenze che giungono sino al 20%. La folla sospinge le atlete verso la cima. Da lì, a selezione ormai avvenuta, mancherà soltanto il Bosberg.
Il Bosberg, dodicesima ed ultima fatica
L'ultimo scoglio prima del traguardo misura 1300 metri e pare semplice all'inizio, per poi presentare il conto nei 400 metri finali, con punte del 13%. Qui le gambe non gireranno, non tanto per la durezza dell'ascesa, quanto per gli sforzi sostenuti in precedenza. Dalla cima sarà solo asfalto, 11 km di strada che ora sale, ora scende, senza mai trascendere. L'arrivo è previsto attorno alle 14:30.
Chi succederà alla Verbeke?
La campionessa uscente, Grace Verbeke, è la logica favorita e con il bis eguaglierebbe Mirjam Melchers, vincitrice nel 2005 e nel 2006. In realtà, vista la mole delle forze in campo, sarebbe bene non sottovalutare una Garmin-Cervélo che è riuscita nella piccola impresa di portare la leader di Coppa, Emma Pooley, in Belgio. La ventinovenne britannica non ama pietre e muri e non lo nasconde, ma difenderà, nel limite del possibile, il suo primato. Lavorerà per la squadra, verosimilmente cercando di portare più avanti possibile l'amica Noemi Cantele (la varesina fu settima nel Fiandre 2010). Un occhio di riguardo all'HTC-Highroad ed alla Teutenberg. Forse ancor più pericolosa sarà una AA Drink - Leontien.nl che schiererà al via Kirsten Wild, bronzo nell'Omnium ad Apeldoorn, e Chantal Blaak, Campionessa d'Europa nel 2009, che ha iniziato la stagione con il piglio giusto. Bronzini, la già citata Cantele, Berlato (prima delle italiane a Cittiglio) e la giovane Longo Borghini difenderanno i colori italiani.
Vos alla ricerca del primo Fiandre
Attenzione a Marianne Vos, anche i Fenomeni come lei non hanno mai vinto un Fiandre e vogliono arricchire il palmarès. È galvanizzata dall'oro conquistato nello Scratch davanti al pubblico di casa ed ha una grandissima fame di punti. Vuole vincere la Coppa anche quest'anno, Marianne. Johansson e Pooley, le due Emma, sono lì apposta per impedire che i suoi desideri si avverino, anche se il compito sarà arduo. Il tifo da stadio proveniente da bordo strada spingerà le atlete su per i dodici muri da affrontare, fango (in caso di pioggia) e pavè le respingeranno. Comunque andrà a finire lo spettacolo sarà come sempre assicurato.
Da tener d'occhio
La lituana Katazyna Sosna non ha ancora ventun'anni (è una classe '90) e si ispira a Cancellara. Passista scalatrice di buon livello, ha l'occasione per dimostrare di essere una ragazza atta a correre al Nord. Dalla sua ha un fisico eccezionale ed una predisposizione per questo tipo di corse mentre una squadra non proprio eccezionale - il Vaiano Solaristech - e l'inesperienza potrebbero essere i suoi punti deboli.