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KBC-Driedaagse De Panne-Koksijde 2011: Quattro fuggitivi per un (Grei)pel - André sa vincere anche in fuga | Cicloweb

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KBC-Driedaagse De Panne-Koksijde 2011: Quattro fuggitivi per un (Grei)pel - André sa vincere anche in fuga

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André Greipel stappa dopo il successo © BettiniphotoOggi forse abbiamo scoperto un nuovo André Greipel. Finora poco vincente in stagione rispetto ai suoi standard (l'anno scorso fu ampiamente il corridore più vincente dell'anno con 21 successi), ma in questa prima tappa della Tre Giorni di La Panne lo abbiamo visto capace di muoversi da lontano, rientrare sulla fuga in corso, rimanere agganciato sui muri di giornata a gente più avvezza di lui a questi percorsi e poi andare a vincere, scegliendo un tempismo perfetto per anticipare il rientro del gruppo. Roba da grandi campioni, insomma, sicuramente non da semplici velocisti.
Probabilmente questo Greipel non vincerà mai un Fiandre, anche perché le difficoltà odierne non sono comparabili con quelle che gli atleti incontreranno domenica, ma oggi il tedesco ha corso veramente alla grande, una vittoria dal peso specifico decisamente superiore a quelle a cui ci aveva abituato e che apre davanti a lui degli scenari differenti per il prosieguio della sua carriera.

Ma andiamo per ordine. In avanscoperta ci sono De Vreese, Delage, Saramotins, De Backer, Wallays, Lighthart e Debusschere - quest'ultimo Omega Pharma come André - quando il tedesco si accoda a Kwiatowski, Gusev e Muravyev che si sganciano dal gruppo al penultimo passaggio sul Valkenberg, terzo dei cinque muri in programma nel circuito finale. Mancano dunque una sessantina di chilometri, ma in gruppo c'è ancora fermento.

Sul muro seguente, l'Eikenmolen, infatti si forma un altro plotoncino (Grabsch e Grivko i più vivaci, ma c'è anche un pimpante Matthews), ma è sul successivo Stuivenberg che nasce un'altra azione buona, con Westra, Steegmans, Ista e ancora Grivko, anche se questi ultimi due ben presto desisteranno. I portacolori di Quick Step e Vacansoleil, invece, di buona lena, in breve ricuciono in gap che li separa dalla corsa e rientrano nei primi chilometri dell'ultima tornata, quando ne mancano 38 al traguardo. Le tre coppie in testa (oltre all'Omega anche la Radioshack con Kwiatkowski e Muravyev e la Vacansoleil con Lighthart e Westra sono rappresentate da più di un atleta) danno vigore all'azione, mentre in gruppo si stenta ad organizzare l'inseguimento e il vantaggio dei 13 supera il minuto e mezzo nel volgere di qualche chilometro.

Ma la calma dura poco. Sul Rekelberg è Devolder a smuovere le acque (tra l'altro abbastanza inspiegabilmente, dato che in prospettiva vittoria finale Westra, ottimo cronoman, è in una posizione invidiabile), ma è la BMC pima con Quinziato e poi con una prepotente azione di Ballan nell'unico tratto di paven (l'Haaghoek) a far precipitare il vantaggio ben sotto il minuto. Il veneto è seguito da Sagan, Chavanel e Rosseler, ma sono solo questi ultimi due riescono a prendere un buon margine (raggiunti poi da un ottimo Dall'Antonia) e andare in caccia dei primi. Anche in testa non si va d'amore e d'accordo se è vero che sul Valkenberg, dopo qualche tentativo andato a vuoto, rimangono in quattro, Gusev, Westra, Muravyev e Greipel, mentre dietro i contrattaccanti pian piano recuperano ex-battistrada ora staccati.

Il più in palla sembra Westra che a più riprese prova a sbarazzarsi almeno dell'ingombrante compagnia del tedesco che, pur con qualche tira e molla, riesce a difendersi bene e a rimanere incollato agli altri tre. In questa fase il gruppo ha una reazione rabbiosa - ma col senno di poi un po' tardiva - e, guidato da Astana, BMC, Sky e FDJ, piomba su tutti gli inseguitori e ai meno tre ha nel mirino anche il quartetto di testa, sono solo cinque i secondi di divario in questo momento.

Cinque secondi possono essere pochi ma, se ben gestiti, possono costituire un tesoretto fondamentale per la buona riuscita dell'azione. Da cinque diventano sei, poi sette e poi otto, perché davanti hanno cominciato a capire che le possibilità per arrivare dipendono da una fruttuosa collaborazione, mentre dietro la spinta propulsiva va un po' esaurendosi. All'ultimo chilometro si torna sotto i cinque secondi, che scendono ancora quando, agli 800 metri, ci si guarda un po' in faccia prima di fare l'ultimo sforzo.

È in questo frangente che Greipel compie il suo capolavoro. Prende fiato per 4-500 metri e, quando ormai il ricongiungimento sembrava cosa fatta, scarica sui pedali le ultime energie rimaste lanciando una lunga volata che lascia con un palmo di naso le prime avanguardie del plotone (Feillu, Sagan, Hondo, Davis, Renshaw e Hutarovich erano lì pronti per cogliere l'occasione) e, nella sua scia, anche Westra, Muravyev e Gusev riescono a cogliere quantomeno un meritato piazzamento.

Domani e giovedì mattina sono in programma due tappe che non dovrebbero riservare sorprese perché prive di difficoltà di qualsiasi tipo e a questo punto sembra verosimile che il nome del vincitore della semitappa a cronomentro di giovedì pomeriggio possa coincidere con il vincitore di questa Tre Giorni di La Panne.

Giuseppe Cristiano

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